Il primo italiano ad aver vinto un anello NBA, Marco Belinelli, apre il 2015 con un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport in cui spazia su vari argomenti. Dalla qualità della vita nella città di S.Antonio, all’importanza di poter lavorare con coach Ettore Messina nel quotidiano. Il punto di maggior interesse per tutti gli appassionati che lo seguono oltreoceano e non solo riguarda il suo futuro. Resterà a S.Antonio? Si dichiarerà free-agent a fine stagione? È lui stesso a parlarne e la risposta è tutt’altro che scontata.
Il sistema Spurs è corale e ha regole ferree, soprattutto difensive. Quanto aiuta l’esperienza maturata nella scorsa stagione?
«Noi non abbiamo un Durant o un Harden cui passare sempre la palla, con la partita in bilico. Giochiamo piu’ di squadra, dobbiamo vincere tutti insieme. Come abbiamo sempre fatto. E l’esperienza della scorsa stagione mi è servita per capire cosa mi viene chiesto dagli allenatori. Cerco di migliorare commettendo
sempre meno errori mentali, stando sempre concentrato in difesa. Coach Popovic guarda molto l’aggressività e la capacità di evitare errori stupidi. Sono i piccoli dettagli quelli che fannola differenza.
Quanto è importante la presenza di Ettore Messina nel coaching staff? «Avere qui Messina per me è
super. E’ sempre pronto a darmi un’indicazione tecnica, un consiglio dentro e fuori dal campo. Mi è sempre vicino, mi aiuta a comprendere meglio il gioco. Ma è importante per tutta l’organizzazione.
E’ molto considerato da Pop per la sua esperienza europea, ha un ruolo importante qui. E lui lo vedo contento, carico».
Quali sono le qualità’ migliori di San Antonio citta’ e di San Antonio franchigia? «La gente, per quanto riguarda la città. I nostri tifosi sono appassionati e familiari. Salutano sempre, ma sanno essere
rispettosi. Degli Spurs impressiona l’organizzazione, Seconda a a nessuno».
Chi è il suo miglior amico agli Spurs? «Mah, magari Manu Ginobili perché con lui posso posso parlare in italiano. Ma vado molto d’accordo anche il mio vicino d’armadietto, Kawhi Leonard. E’ difficile dire un
nome, ma solo perché mi trovo bene con tutti in questo spogliatoio. Sono tutti ottimi ragazzi»
Qual è l’avversaria più complicata affrontata in stagione, da schivare in prospettiva? «Oklahoma City. Hanno degli atleti pazzeschi, devastanti. Come Westbrook, Ibaka. Noi siamo più tecnici, esperti,
giochiamo un basket intelligente. Ma i Thunder sarebbe davvero meglio evitarli, ai playoff. E anche Dallas, se possibile».
Gli obiettivi individuali e di squadra per il 2015 sono… «Quello personale è migliorare sempre. Crescere continuamente come gioco e sotto l’aspetto mentale. E difenderò il titolo nella gara del tiro da 3 all’All Star Game a New York. Di squadra: il titolo Nba. Ripetersi. Infortuni o no, è giusto avere obiettivi ambiziosi. Sempre. E io voglio essere importante per questa squadra importante».
Otto stagioni in Nba, in 5 città diverse: San Francisco, Toronto, New Orleans, Chicago e ora San Antonio. Con il contratto in scadenza, il futuro di Belinelli sarà’ a…? «Si vedra’. Niente di certo. Sono appunto in scadenza. Valuteremo a fine stagione. Qui sto bene, ma durante la free agency non sai mai cosa
possa capitare. Pero’ adesso e’ l’ultimo dei miei pensieri. Penso solo a vincere»
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