Bargnani, sponda americana: “Non è una situazione facile”; sponda azzurra: “Olimpiadi appuntamento vitale”
Ne ha compiuti 30 lo scorso ottobre e di questi, dieci li ha trascorsi in America. Andrea Bargnani è approdato in Nba giovanissimo e finora di partite ne ha giocate più di 500 e ha messo a segno oltre 7800 punti. Ma il suo nome quest’anno, più degli altri, è un po’ vociferato, vuoi perché le sue prestazioni non sono da superstar, vuoi perché la sua squadra in generale non sta facendo bene se non a tratti: delle partite fin qui giocate le perse sono 38 e le vinte 13, non un bel rapporto.
Eppure, come è anche giusto, la voglia di dare il sempre il massimo al Mago non manca mai: « Mi diverto ancora come un ragazzino e non mi stanco mai di puntare al top, – ha dichiarato alla Voce di Rovigo l’azzurro americano – la voglia di giocare al più alto livello è più forte che mai, la volontà di dare il massimo in ogni allenamento e in ogni partita è sempre al massimo. Sono in questa lega da 10 anni, quando sono arrivato qui nel 2006 ero un ragazzino e dovevo imparare tanto, se non tutto». Ancora giovane all’anagrafe, ma un veterano nel mondo del più alto basket del mondo: «Se mi guardo indietro, rivedo un lungo percorso» e guardando vicino alle proprie spalle, al passato appena prossimo «per quest’anno, ovviamente, non possiamo pensare di competere, anche se i bilanci si fanno alla fine, sia a livello individuale sia di squadra. La classifica non è positiva, ma stiamo vivendo una stagione particolare, sono cambiati il general manager e il coach. Non è una situazione facile, nessuno di noi nello spogliatoio è contento della posizione in classifica anche se il gruppo rimane comunque molto unito: siamo tutti concentrati per far bene nella seconda metà della stagione, abbiamo le qualità per farlo e per dare soddisfazioni alla franchigia e ai tifosi». Pensiero alla squadra americana, certo, ma pensiero anche alla squadra con la s maiuscola, quella che fa indossare ai suoi giocatori la maglia azzurra: «Con Messina ci sentiamo con una certa frequenza. In questi 10 anni, in realtà, siamo sempre rimasti in contatto. Il feeling non si è mai interrotto. Le Olimpiadi sono un appuntamento vitale».