Andrea Bargnani: “Valuterò tutte le offerte, voglio tornare a vincere. EuroBasket? Siamo una buona squadra”
Andrea Bargnani riparte. La prima scelta assoluta del Draft 2006, dopo diverse (troppe) stagioni sfortunati ha finalmente ritrovato lo smalto di un tempo rendendosi protagonista in positivo sul finire della terribile stagione dei suoi New York Knicks. «Per il futuro ho varie opzioni – confessa Bargnani in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport –, il bello del nostro mestiere è decidere un po’ pure dove andare a vivere. L’obiettivo è giocare al più alto livello possibile, la città è un fattore importante. Valuterò tutte le offerte e poi prenderò una decisione. Interessamento del Fenerbahce? Ripeto, ascolto tutti e non escludo nulla. Di sicuro, andrò in un club forte. A quasi trenta anni voglio tornare a vincere, giocare ad alto livello e divertirmi»
Prima dell’avvio della nuova stagione però, c’è da disputare EuroBasket 2015 dove l’Italia si presenta come una delle favorite. «Siamo una buona squadra – prosegue l’ex Toronto Raptors -, ma il livello generale si è alzato tantissimo con tutti questi americani che vengono naturalizzati. Rispetto a due anni fa siamo più maturi, pronti per fare qualcosa di importante. Il sogno è l’Olimpiade di Rio, è chiaro, altrimenti ce ne staremmo a casa».
Il rapporto con i Media in NBA: «Nella Grande Mela i giornalisti sono più aggressivi, alla fine di ogni allenamento si presentano in cinquanta, cercano sempre di metterti in difficoltà. Fa parte del mio lavoro, non è una situazione negativa né un sacrificio, altrimenti dovrei cambiare mestiere. Comunque, anche nei sette anni trascorsi a Toronto l’attenzione mediatica era mostruosa, i Raptors sono la squadra di tutto il Canada. Già, Toronto e New York, due città fantastiche». Come Roma? «La Capitale è super, quanto mi manca. Certo che dalla mia casa di largo Bortolotti con i primi passi all’oratorio a San Paolo di strada ne è passata tanta».
E sul campionato italiano? «Lo seguo molto: ho visto anche la finale Sassari-Reggio Emilia, bellissima. Ci vorrebbe però un po’ di equilibrio tra numero di italiani e extracomunitari. Anche se la situazione del basket azzurro è quella che è. Tutto nasce dall’attenzione mediatica, se non si appassionano i tifosi è dura crescere. Ma è anche vero che la congiuntura economica difficile non induce a grandi investimenti: servono consorzi, come c’erano già a Treviso quando giocavo io, non capisco perché Roma sia così in difficoltà. Toti da solo non potrà mai andare avanti…»