Un parere d’autore. Ettore Messina, primo assistente di Greg Popovich ai San Antonio Spurs, ha rilasciato una lunga intervista alla “Gazzetta dello Sport” analizzando quello che ci aspetta nei prossimi 15 giorni di rassegna continentale. Questo quanto emerso:
Messina, che Europeo sarà?: “Fino ad ora mi sembra quello dei tanti assenti. E aggiungo anche di tante nazionali in fase di rinnovamento. Penso alla Lituania che per la prima volta sarà senza Lavrinovic, alla Russia e alla Turchia decimate dagli infortuni, ma anche alla Germania con un Dirk Nowitzki non al massimo della forma dopo il lungo riposo. Sono in atto parecchi cambi generazionali e questo può incidere non poco”.
E che Italia sarà?: “Bella ma da scoprire. Per la prima volta può contare su tutti”.
Lei ha modo di vivere tutta la stagione accanto a Tony Parker. E’ uno Spur nell’anima ma la Francia è sempre la sua priorità. “E’ molto importante per lui, così come tutta la pallacanestro francese, movimento per il quale cerca di fare molto, come dimostra il fatto che sia presidente dell’Asvel Villeurbanne e abbia fondato una scuola basket. Ma nella stessa categoria metterei anche Boris Diaw. Quando si tratta di andare in Nazionale non c’è mai una discussione sulla possibilità di prendersi un giro di riposo. E’ un “no brainer”, ovvero non ci pensa neppure”.
La scorsa stagione ha avuto con lei anche Marco Belinelli, ora passato ai Sacramento Kings. Cosa può dare alla causa azzurra? “Ho visto giocare poco l’Italia in fase di preparazione, solo qualche scorcio in televisione, ma sicuramente posso dire che Marco ha punti nelle mani e non ha mai paura. Sa trattare la palla non solo in fase di realizzazione ma anche di costruzione del gioco. Potrà dare una grossa mano. Da fuori non conosco gerarchie o equilibri interni, ma conterà comunque chi sarà in campo nei momenti cruciali. E questa Nazionale non può prescindere dall’apporto difensivo di tutti”.
Cosa serve per vincere un Europeo? “Partendo dalla mia esperienza ricordo due estremi. In Germania nel 1995 partimmo male e la sfiducia divenne come una palla di neve che si trasforma in valanga, si propagò in fretta e arrivammo al punto che non sembravamo neppure in grado di fare due passaggi di fila. LA CURIOSITÀ’ “ La legge del 16? L’Italia ha vinto l’Europeo in due occasioni. La prima a Nantes nel 1983 con Sandro Gamba, l’altra nel ’99 a Parigi con Boscia Tanjevic. Quindi a distanza di 16 anni, entrambe le volte in Francia. Siamo nel 2015, ne sono passati altri 16, e la fase finale si gioca a Lille, in Francia… nel ’97 invece accadde l’opposto. Iniziammo bene e l’entusiasmo crebbe col passare delle gare. Così arrivò un argento inaspettato. Serve non disunirsi quindi. Se azzecchi due gare l’energia ti può portare lontano. Ma se invece le cose non dovessero andar bene da subito, l’importante è parlarsi in spogliatoio, altrimenti ci si sta sulle balle già quando ci si vede a colazione la mattina. Infine, non è solo questione di puro basket, serve anche un pizzico di fortuna”.
Finalmente abbiamo una squadra profonda: “E infatti la panchina sarà fondamentale. Si giocano tante gare ravvicinate e da quest’anno con una formula che non ammette errori visto che dopo la prima fase si passa subito all’eliminazione diretta con gli ottavi”.
Non siamo stati fortunati. Siamo in un girone molto duro con Spagna, Serbia, Turchia e Germania. Sarà fondamentale evitare il quarto posto per non incrociare la Francia agli ottavi: “Ribalterei il concetto: possiamo anche vincerlo il girone. Ce la giochiamo con tutti, magari saranno gli altri a doversi preoccupare di noi per una volta”.
Cosa ci contraddistingue dalle altre nazionali? “Sicuramente la possibilità di schierare un quintetto atipico, che ci può far aprire il campo con lunghi perimetrali, dei finti lunghi che costringono quelli avversari ad uscire per marcarli. Parlo da allenatore, sono difese che devi preparare e devi avere il tempo per farlo, cosa che in un Europeo dove si gioca tutti i giorni manca”.
Chiudiamo con le sue favorite: “Spagna, Francia e Serbia, pur con le assenze, mi sembrano le più quadrate. Ma attenzione alla Grecia, che potrebbe essere la sorpresa di questo Europeo”.