L’Italia stasera affronta il Canada. Pianigiani fa il punto: “Non parliamo degli assenti, abbiamo un gruppo. Hackett? Sul valore non si discute, se ha desiderio di tornare lo dica…”
Questa sera (ore 20:30) torna in campo l’ItalBasket che affronterà il Canada nella prima partita del Torneo di Trieste, al quale prenderanno parte anche Bosnia e Serbia. L’incontro, in diretta su RaiSport 2, rappresenta sicuramente uno dei più impegnativi affrontati fino a questo momento dalla nostra Nazionale in vista delle qualificazioni a EuroBasket 2015 (che si terrà il 13 agosto contro la Russia a Mosca,
in un girone a tre che comprende anche la Svizzera) in virtù di ben cinque giocatori NBA.
A dieci anni dallo strepitoso successo contro il Dream Team USA di cose ne sono cambiate ma l’ItalBasket è sulla via giusta per ripartire grazie ad un gruppo unito, solido e talentuoso al quale purtroppo mancano gli altri tre NBA Gallinari, Bargnani e il neo campione Marco Belinelli. «I nomi di chi manca si sanno – ha dichiarato Simone Pianigiani in un’intervista rilasciata a Repubblica -, ma cambio ottica, come un anno fa, quando facevamo il quintetto degli assenti e l’Europeo filò a lungo bene. La squadra è fatta da quei quaranta, avrò meno opzioni e non so se basteranno per battere la Russia, ma rispetto gente che lavora al limite, sta in partita con tutti, non darà mai i venti punti, ma prova a vincere, e ne vince. E tutti sanno di avere anni davanti. Con Belinelli c’era un’intesa dall’estate scorsa. Se San Antonio arrivava in fondo, lui seguiva il programma di riposo e di lavoro concordato col club. L’anno prossimo ci sarà. E come lui, finalmente sani, Gallinari e Bargnani, mentre Datome è già con noi».
Inevitabile un passaggio su Daniel Hackett, altro pezzo pregiato e mancante di questa Nazionale per le vicende ormai ben note: «Posso fare un passo indietro? In nazionale stiamo cercando di costruire un ambiente al servizio dei giocatori, attento alla loro salute e al capitale che rappresentano per i club. Ho aperto le porte a medici e preparatori delle società, tutto si decide assieme, nessuno viene forzato a giocare se non sta bene: né da me, né dai dottori, né dal presidente. Su tutto ciò s’è abbattuta la vicenda Hackett, che vorrei ancora definire come un momento d’incomprensione, poi ingrossato da una comunicazione oggi sempre più rapida e tumultuosa. Ora, depositato il polverone, nego ci siano in azzurro due pesi e due misure. E che ci sia qualcuno contro Hackett. Ho letto la lettera scritta dalla squadra – prosegue il CT azzurro -, la valuto come un’iniziativa della squadra che non è un processo ne una scomunica, ma una riaffermazione, in positivo, di quanto si fa in nazionale peri giocatori. E lo fanno uomini: medici, fisioterapisti, preparatori, dirigenti, che s’erano sentiti ingiustamente feriti dalle parole di Daniel, percepiti all’esterno come macellai. Chi ci fa spesso le due di notte a farsi curare, ha solo inteso difenderli. Lasciamo che tutto si decanti e si ritrovi un’armonia condivisa. C’è tanta strada da fare, ma alla fine l’ascolteremo, capiremo come si porrà. Se ha desiderio di tornare, lo esprima, con chiarezza e onestà intellettuale. Sul valore non si discute, con lui, Belinelli e Gallinari prenderemmo pure una dimensione fisica tale da consentirci un’altra pallacanestro, e al di là di muscoli e tecnica. Daniel, quand’è stato dentro la squadra, l’ha fatto con impegno. Dica come sta e cosa vuol fare. Il gruppo valuterà, prima ancora del coach. La mia decisione verrà dopo»