Ricaricare le pile e ripartire più carichi e vogliosi che mai. Queste le parole d’ordine impartite prima del decisivo ottavo di finale contro Israele da coach Pianigiani ai suoi ragazzi, passati dall’impotenza e dalla delusione della sconfitta dell’esordio con la Turchia a diventare eroi nazionali grazie alla sensazionale vittoria contro le furie rosse spagnole e i fondamentali successi con Islanda e Germania che sono valsi il passaggio del turno come terza della classe in un autentico girone della morte
Una svolta tecnica e mentale, quella degli azzurri, che ha trasformato un roster fatto finora di incompiuti in una squadra vera, con gli attributi e una gerarchia definita e funzionante: un’altra scialba uscita di scena prematura non sarebbe stata più accettabile, vista la qualità degli interpreti e il materiale a disposizione. Ce ne è voluto di tempo, e di bei schiaffoni, ma Pianigiani sembra essere riuscito a sbloccare un gruppo forse tra i migliori della storia della pallacanestro italiana, con 3 Nba ,di cui due di altissimo livello, e una generazione di giovani al massimo delle possibilità tecniche e fisiche.
Un cambio di passo facilmente comprensibile grazie al rendimento superlativo del trio Gallinari, Belinelli e Bargnani, che mai come ora avevano giocato così di squadra risultando decisivi a tutto campo e nel trascinare i compagni. Belinelli, fino a prima dell’Europeo sempre troppo solo e alterno al tiro, è decisamente migliorato nel timing delle scelte di tiro spaccando le partite con i suoi “tiri ignoranti” (per lui 17 di media col 39% da 3, 4,3 rimbalzi e 3.8 assist); Bargnani è riemerso dalle nebbie di un rendimento per troppo tempo abulico mettendo in campo rinnovata grinta e atletismo, con tanto lavoro difensivo e maggiore precisione al tiro, anche se i rimbalzi non si confermano la specialità della casa (13 punti di media in 22 minuti, 57% da due, 50% da tre, 3.8 carambole) mentre per Gallinari parlano le sole statistiche: secondo miglior realizzatore della kermesse (dopo Pau Gasol) con 21 di media, 7.4 rimbalzi, 76% da due, 43.8 da tre, numeri pazzeschi che ne fanno uno dei migliori marcatori italiani ed europei di sempre e non raccontano appieno l’impatto devastante dell’ex Milano in attacco e a livello atletico: roba da Nba, si può finalmente dire, tanto che di sicuro a Denver si staranno sfregando le mani dopo averlo ricoperto di una montagna di soldi, a questo punto decisamente ben spesi. Senza dimenticare gli altri: che rendimento anche Gentile e Aradori dalla panchina, e che personalità Hackett, saggio e razionale nel guidare nei momenti topici l’armata azzurra.
Una grande bellezza vederli tutti e tre insieme dare spettacolo in campo e trascinare alla ribalta il popolo italico del basket, fino a togliere dalla prima pagina dei maggiori quotidiani le notizie calcistiche. Un sogno che finalmente si avvera per tutti gli appassionati di basket e che si spera possa continuare ancora a lungo: con quei 3 in questo stato di grazia è tutto veramente possibile, non ci possiamo più nascondere
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