L’Islanda il suo Europeo l’ha già vinto, qualificandosi l’estate scorsa ai danni della Gran Bretagna, battuta nel match decisivo in trasferta per 71-69 dopo averla già sconfitta in casa 83-70, nel girone a tre comprendente anche la Bosnia-Erzegovina. Chiedere alla Nazionale islandese di andare oltre alla sua prima partecipazione alla massima manifestazione continentale, dove è stata per giunta inserita nel girone più duro, sarebbe davvero troppo. Nel paese c’è comunque molto entusiasmo per questa prima volta, basti pensare che prima della partenza per Berlino la squadra è stata ricevuta dal primo ministro Sigmundur Gunlaugsson, che si è complimentato con per il traguardo raggiunto, assicurando inolstre di aver stanziato fondi aggiuntivi a favore della federazione cestistica per promuovere lo sviluppo della disciplina nell’isola.
Cammino verso Eurobasket – La marcia di avvicinamento agli Europei è passata da amichevoli generalmente di basso profilo, iniziate abbastanza tardi (la prima il 20 agosto), dopo che l’Islanda aveva partecipato a giugno ai Campionati Europei per i piccoli stati, giocati in patria, dove si era arresa in semifinale al Montenegro per 102-84. Il bilancio di 4-2 nelle gare di preparazione nasconde il drammatico esito dell’ultimo confronto, probabilmente il più indicativo di cosa (non) possa combinare questa nazionale ad Eurobasket 2015. Stiamo parlando dell’86-46 subito durante la Bydgoszcz Basket Cup dal Belgio, tra l’altro non esattamente una big del Vecchio Continente. I successi sono invece arrivati con Estonia (un convincente 85-65), Paesi Bassi (affermazione di misura per 67-65), Libano (96-75) e Filippine (86-76). L’altra sconfitta è maturata con la Polonia, in un netto 80-65. Per quanto le gare di preparazione non siano sempre indicative di quanto potrà accadere nella manifestazione ufficiale, gli spazi per sognare sembrano ridotti al lumicino.
Il roster – A disposizione di coach Craig Pedersen non vi è un gruppo di straordinaria fisicità (solo tre giocatori sopra i 2 metri) e il talento è distillato con il contagocce. I dodici convocati arrivano per la maggior parte da campionati nordici e solo in due hanno frequentato nel 2014-15 campionati di alto livello. L’unico altro giocatore di buon pedigree al fianco dell’ex Carpisa Napoli Stefánsson, di cui vi parliamo a parte, è Hordur Vilhjalmsson, guardia appena accasatasi all’Arie Trikala in Grecia: arriva dagli 11.4 punti di media con 2.6 rimbalzi e 3.3 assist in Bundesliga, nelle fila del Mitteldeutscher BC, dodicesimo nell’ultimo campionato tedesco. Altro esterno di discreta competitività è Logi Gunnarsson, guardia classe ’81 capace la scorsa estate di 11.5 punti di media in 22’ di utilizzo contro Bosnia e Gran Bretagna. Un infortunio ha tolto di mezzo Jakob Örn Sigurðarson, un anno fa autore di 17.3 punti in 35’ nel primo girone di qualificazione con Romania e Bulgaria: già nelle partite decisive della seconda fase era rimasto a guardare. Nulla che possa impensierire l’Italia di Pianigiani, la quale però ha mostrato una certa idiosincrasia a chiudere le partite una volta per tutte: il problema più spinoso sarà proprio quello di non dare nulla per scontato e cercare di mettere in cassaforte il risultato il prima possibile, spendendo il minimo indispensabile.
Axel Kárason ala piccola
Haukur Pálsson ala piccola
Martin Hermannsson playmaker
Sigurdur Thorsteinsson centro
Hlynur Baeringsson ala grande
Jon Stefansson guardia
Helgi Magnússon ala piccola
Sigurdur Thorvaldsson ala piccola
Ragnar Nathanaelsson centro
Hördur Vilhjálmsson playmaker
Logi Gunnarsson guardia
Pavel Ermolinskij playmaker
La stella – Il profilo più interessante è quello della guardia Jón Arnór Stefánsson, l’ultima annata trascorsa nelle fila dell’Unicaja Malaga. Guardia classe ’82, un anno ai Dallas Mavericks nella stagione 2003-04 senza mettere piede in campo, prima di una lunga peregrinazione fra Russia (San Pietroburgo), Italia (Napoli, Roma, Treviso), una toccata e fuga ancora in Islanda (K.R. Basket Reykjavík) e soprattutto Spagna (Valencia, Granada, Saragozza e appunto Malaga). Le cifre dell’ultima stagione ce lo descrivono come un dignitosissimo cambio: in Eurolega vanta 13.1 minuti di media con 5.1 punti, in Liga Endesa ha viaggiato con 4.7 punti in 13 minuti. Gli anni migliori di questo giocatore sono probabilmente alle spalle, ma se c’è qualcuno che può elevare a un livello dignitoso il gioco islandese, questi è proprio Stefánsson.
Obiettivo – I nordici vestiranno probabilmente il ruolo del vaso di coccio fra cinque vasi di ferro: l’obiettivo non può che essere quello di contenere i danni e restare in partita il più a lungo possibile, con la speranza di mandare nel panico le corazzate avversarie se dovessero arrivare a contatto nell’ultimo quarto. Il gap tecnico con sembra smisurato in ogni confronto che andranno ad affrontare, altri gironi avrebbero almeno garantito la teorica speranza di una vittoria, il girone B invece è proibitivo. A favore, giocherà l’entusiasmo suscitato in patria per questa storica prima volta, in una nazione che negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante negli sport di squadra, non solo nel basket.
Il calendario:
Sabato 5 vs Germania ore 15:00
Domenica 6 vs Italia ore 18:00
Martedì 8 vs Serbia ore 14:30
Mercoledì 9 vs Spagna ore 21:00
Giovedì 10 vs Turchia ore 21:00
© Foto FIBA Europe/Ciamillo&Castoria