fbpx
Home Nazionale Euro2013: altra sconfitta per gli Azzurri, vince la Croazia 76-68

Euro2013: altra sconfitta per gli Azzurri, vince la Croazia 76-68

0

Italia L’Italia sfida la Croazia in una partita decisiva per la qualificazione ai quarti di finale, con gli Azzurri che possono giocarsi un match-ball importante. Dopo la sconfitta contro la Slovenia, che ha mostrato i limiti strutturali della squadra di Pianigiani, si affronta la squadra di Repesa, che presenta un tonnellaggio simile ai padroni di casa. La qualità degli esterni però è diversa, visto che anziché Goran Dragic, ci sarà un Roko Ukic piuttosto confusionario in questo Europeo. Fondamentale sarà limitare il pick and roll degli avversari e non pagare dazio sotto canestro. L’Italia alla fine perde anche la seconda partita del girone F, complicandosi il cammino verso i quarti. Decisivo il terzo quarto, perso per 26-9. Sono mancati i punti solitamente concessi dagli esterni, con Gentile che non realizza neanche un punto e Belinelli che ne mette 9. Miglior marcatore dell’incontro Datome con 24 punti, di cui la metà nell’ultimo quarto. Per la Croazia ottima prova da parte di Bogdanovic con 18 punti, anche se i canestri più importanti li ha messi Simon arrivando a 14 punti.

La cronaca. L’Italia parte bene in attacco, mostrando le qualità che l’hanno portata alla seconda fase, ma fa fatica in difesa, dove concede diversi rimbalzi in attacco. Le seconde possibilità concesse dalla nostra difesa permettono di mantenere a galla i croati, che rimangono a contatto per metà primo quarto. Una registrata in difesa e i punti di Datome (ben 8 al primo intervallo) guidano gli Azzurri sul 17-8. L’attacco croato fa fatica a trovare buone soluzioni e gli 8 punti segnati in un quarto ne sono la prova.
Il secondo quarto vede una leggera ripresa della squadra dell’ex Jugoslavia che riesce a ricucire a poco a poco lo strappo con le riserve Draper e Saric. La giovane stella croata è un fattore in difesa e mette in difficoltà l’attacco azzurro. L’Italia incomincia a pagare la fisicità degli avversari e i tanti liberi concessi agli avversari ne sono un esempio. Servono un paio di canestri di Diener per mantenere a distanza gli avversari. La nostra Nazionale riesce a segnare solo su tiro libero e grazie ad un paio di iniziative di Zoric riesce a chiudere a -5, 36-31. Buona comunque la prestazione azzurra in difesa, visto che gli avversari tirano con meno del 40% dal campo, ma non è riuscita a allungare, anche perché sono mancati un po’ di punti in attacco, sopratutto quelli di Gentile, fermo a 0.
Dopo l’intervallo lungo la faccia della Croazia è completamente cambiata e riesce ad impattare sul 38 pari, facendo una fatica incredibile ad attaccare. Dall’altra parte gli avversari sono in trance agonistica e riescono a volare sul +8, mentre l’attacco azzurro continua a faticare, con Simon che fa da mattatore e arriva in doppia cifra. Un tecnico a Repesa non cambia le cose e l’Italia sprofonda a -10, con Pianigiani costretto a chiamare time-out. L’Italia continua a non trovare il bandolo della matassa e chiude il quarto tirando 2/14 dal campo, finendo il terzo quarto con un parziale di negativo di 26-9 e chiude sotto 57-45. Per ben 7′ l’Italia non ha segnato dal campo, andando spesso in confusione in attacco.
Diener sembra tornato essere quello di Sassari, visto che attacca il ferro e serve assist al bacio per i compagni. La libertà di inventiva concessa al naturalizzato italiano porta a buoni risultati, ma manca ancora l’intensità che abbiamo mostrato nella prima fase. Un paio di miracoli di Datome ci fanno tornare a -8, ma la strada è ancora lunga. Ancora Datome trascina l’Italia fino al -6, con il giocatore di Detroit indemoniato. La scelta da parte della difesa azzurra è chiara: se si deve concedere qualcosa, che sia un tiro da fuori a Ukic. Cusin prima sbaglia la schiacciata e poi commette fallo in attacco, regalando palla agli avversari. Un’altra penetrazione di Simon ci riporta a -6 e segna definitivamente le speranze azzurre. Il finale è di 76-68, con gli Azzurri che sono parsi scarichi.