In una bella intervista realizzata dal Corriere dello Sport, Marco Belinelli racconta il suo ritorno in azzurro e la voglia di crederci sino in fondo ad un grande risultato della nazionale agli Europei
Belinelli, cosa le è mancato della Nazionale in questo ultimo anno? «Tutto. L’anno scorso l’Italia ha ottenuto una grande qualificazione, creando qualcosa di speciale. Tornare e rivivere le emozioni delle competizioni, avere certe motivazioni… per me è importante».
Non temeva le critiche per aver dichiarato che avrebbe giocato gli Europei solo dopo aver firmato un contratto nella NBA? «No, certi discorsi non mi interessano. Sono decisioni che prendo io, e io ho sempre dato la mia disponibilità alla Nazionale. Ma ho anche sempre detto che la prima cosa da risolvere era il discorso NBA. Quando ho avuto il via libera da San Antonio, perchè era giusto che avessi un’idea di cosa loro pensavano a riguardo, sono venuto in azzurro. Non c’è stato alcun problema. Qui ho trovato un bell’ambiente, molto carico. Insomma, stiamo bene insieme. Certo, la strada è in salita però è anche quella giusta».
C’è una differenza tra il Belinelli di due anni fa agli Europei in Lituania e quello di oggi? «Ormai ho 27 anni, sono una persona più matura, con più esperienza. Ho giocato in squadre importanti con compagni e allenatori che ti fanno crescere anche dal punto di vista mentale: ora capisco meglio le cose che servono per vincere. Rimango un ragazzo disponibile e pronto a metterci la faccia. Entro in questa squadra in punta di piedi per dare il meglio di me. La squadra l’anno scorso ha fatto un grande lavoro. Quello che vogliamo fare io e Bargnani è continuare a sacrificarci e sbatterci dentro e fuori dal campo per l’Italia. Nel 2011 le cose sono andate male, ma dalle esperienze negative si impara sempre molto: adesso dobbiamo solo dimostrare che siamo una squadra migliore rispetto a quella di due stagioni fa. Quella in Lituania è stata una lezione importante, andiamo avanti».
Che sensazione ha avuto firmando per gli Spurs? «Ho giocato a Chicago, in una squadra importante dove ho vissuto tante emozioni: era la mia prima volta in un grande club, quello di Jordan, dei grandi Bulls, che aveva tante ambizioni. A San Antonio il mio cammino non sarà semplice: eppure l’ho scelta perché il mio carattere mi porta sempre a cercare di migliorare. E perchè voglio cercare di vincere finalmente questo benedetto titolo NBA!»
Che futuro avrà Datome a Detroit? «Sono felicissimo per lui, è un’ottima persona e con una grande passione per il basket. Spero che faccia bene in un club in crescita. Gigi ha tutte le possibilità per dimostrare il suo valore, visto che può giocare in più ruoli. Deve però mettere su più massa e più fisico. All’inizio non sarà facile , per, lui, dovrà, farsi trovare pronto soprattutto mentàlmente visto che magari non avrà subito molti minuti in campo. Deve essere bravo a non abbattersi e ad aspettare che il suo momento arrivi, senza mollare mai».
Che obiettivi si porrà agli Europei? «Bisogna pensare ad una gara alla volta e farci trovare immediatamente pronti. Non sto a dire quello che faremo: dobbiamo solo arrivare con la mentalità giusta per “combattere”. E crederci»