Ormai a Trento da cinque anni, Toto Forray, il ventottenne argentino di nascita, ma italiano di adozione, sposato con Alessandra dalla scorsa estate, è il capitano nonché il vero trascinatore della Dolomiti Energia Trentino. Con la consueta disponibilità e franchezza ha risposto alle nostre domande.
Hai esordito in serie A nel 2004 con la Pallacanestro Messina , ci ritorni nel 2014. Cosa significa per te? Sì ho esordito il 4 aprile 2004. E’ stato bello perché dopo quell’anno a Messina , sono partito dalla C2, sinceramente non mi sarei mai aspettato di tornare in serie A. Lo vedevo come un traguardo molto lontano, invece poi con fortuna e con l’impegno ci sono tornato e sono molto fiero di quanto sono riuscito a fare.
Nel 2011 sei arrivato a Trento proveniente da Forlì, una città senza dubbio più vivace? Hai avuto difficoltà ad ambientarti? Adesso come ti trovi? No, per niente. Venivo da Buenos Aires e quindi per me un pò tutte le città in Italia sono piccole, però ho sempre cercato di vedere sempre il lato positivo dove sono stato. E Forlì non che abbia tutta questa grande vita, ha centomila persone come Trento. Ho sempre vissuto i lati positivi delle città dove sono stato. Qui si vive veramente bene e non ho avuto problemi di adattamento. Ho ancora un anno di contratto. Fin dal primo anno, praticamente da metà stagione, mi sono trovato subito bene, perché c’era un bel progetto e mi hanno voluto protagonista di questo progetto e mi sono sentito tale. Riuscire a raggiungere questo traguardo è merito della società che ha avuto sin da subito questo programma ben chiaro.
Queste due prime partite ti hanno permesso di prendere confidenza con la A. Ti aspettavi queste prove, sei soddisfatto?
Sono soddisfatto perché nonostante le difficoltà sono riuscito a mantenere quelle che sono le mie caratteristiche come la difesa e la grinta, poter stare ovunque in campo, sono riuscito a fare il mio gioco, è ovvio che devo migliorare un sacco, ci vuole senza dubbio un periodo di adattamento, almeno ancora un paio di partite. Però per il momento sono soddisfatto di quanto fatto sino a questo momento.
Domenica in casa contro Cantù con la quale avete già giocato nel Memorial Brusinelli. Ci fai un pronostico? Cercheremo di vincere a tutti i costi come abbiamo cercato nelle prime due partite con Reggio e con Milano. Sappiamo che sarà difficile, Cantù gioca bene, ha giocatori di esperienza, ma noi tutti ed io giochiamo per vincere, io gioco sempre per vincere; Anche se gioco con i Lakers, ho voglio di vincere.
Qual è l’obiettivo della squadra per questa stagione e naturalmente anche il tuo? Sicuro la salvezza, se riusciamo a salvarci comodamente meglio, se dovremo salvarci all’ultima giornata sarà più dura; poi se c’è altro, ben venga.
Che rapporto hai con coach Maurizio Buscaglia? Lui è un allenatore molto aperto, ci si può parlare bene, un rapporto buono; ci siamo dati una mano a vicenda secondo me in questi anni, con lui mi trovo bene.
Lo scorso anno dicevi che doveva essere l’anno della conferma. E quest’anno? Come primo anno in A il mio obiettivo è adattarmi il più velocemente possibile e cercare di farmi valere, riuscire a far giocare la squadra, che è la cosa più importante per il mio ruolo, e questo è il mio obiettivo principale.
Quale è il ricordo più esaltante della tua carriere al momento? Di sicuro la promozione dell’anno scorso. Son partito dalla C2, già poter arrivare in Legadue, era un sogno, e lo scorso anno vincere, giocando tanto, da protagonista, è stato veramente una cosa a cui non avevo mai pensato sinceramente.
Andrés Pablo, ma per tutti Toto. Da dove viene? E’ il mio soprannome, sono il quarto di cinque fratelli, e i miei due fratelli più grandi e mia sorella mi hanno dato appena nato questo soprannome, neanche loro sanno il perché, mi è rimasto per tutta la vita. Tutti mi chiamano così, tranne mia nonna. Tutti, anche a scuola, mi hanno sempre chiamato Toto.
Massimo Fuiano
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