Draft Prospects: Stanley Johnson, dal dominio delle High School al Draft NBA
Continua la rubrica settimanale “Draft Prospects” targata Basketitaly.it. Dopo aver analizzato, la scorsa settimana, il Texano Myles Turner, oggi il focus è puntato su Stanley Johnson di Arizona, una delle ali piccole più interessanti e promettenti del draft di New York.
CHI E’. Stanley Johnson nasce il 29 maggio 1996 a Fullerton (California) da Karen Taylor e Stanley Johnson ed è il piccolo di 5 fratelli. La passione per la pallacanestro gli viene trasmessa dalla madre Karen che, dopo essere stata una stella a Jackson St. University, ha giocato da professionista in Danimarca, Svezia e Italia. Stanley inizia a giocare a basket a soli 5 anni sotto la severa guida della madre crescendo fin da subito con gli ideali dello spirito di sacrificio e del massimo impegno. Essa stessa ha dichiarato al LA Times : “Non lo lasciavo mai vincere. Lo spingevo, lo colpivo, lo strattonavo”.
Nel 2010 si iscrive alla Mater Dei high scool di Santa Ana e da li in poi iniziano quattro anni di incredibili successi. Il coach della Mater Dei è Gary McKnight, una assoluta leggenda a livello di Highschool, essendo l’allenatore con più vittorie della storia. Dal 1983 ad oggi, Coach McKnight, ha uno spaventoso record assoluto di 1024 – 90 (92% di vittorie).
Stanley entra quindi fin da subito a contatto con un ambiente che ha grandi aspettative ed è orientato al successo e non delude le aspettative. In quattro anni con Mater Dei vince quattro titoli consecutivi della CIF division I, competizione che coinvolge le high scool dello stato della California chiudendo con un record di 135 – 5 (70 – 0 negli ultimi due anni) aggiudicandosi, nella stagione 2013/2014, il primo posto assoluto nel ranking nazionale di USA Today. Nel suo anno da Senior, Stanley, mette a referto 25.1 punti, 8.1 rimbalzi, 3.3 assist e 2.5 rubate di media a partita. Inutile dire che nei suoi anni di HS i riconoscimenti arrivano a grappoli, soprattutto nell’ultimo anno dove diventa un All-American di USA Today, California Mr. Basketball e MaxPreps High School national player of the year.
Oltre agli incredibili traguardi raggiunti a livello liceale si distingue anche con la nazionale USA vincendo nel 2011 il FIBA American Championship under 16, nel 2012 i mondiali under 17 e nel 2014 il FIBA American Championship under 18 mettendo a referto, in quest’ultima competizione, 14 punti, 2.2 stoppate e 5.4 rimbalzi di media a partita.
Puntualmente nella primvera 2014 arrivano le convocazioni ai classici McDonald’s All American e Jordan Brand Classic chiudendo quest’ultimo con ben 24 punti a tabellino.
Fin da subito quindi, Stanley Johnson, si dimostra fin da subito un born winning e con una particolare propensione mentale al sacrificio e alla ricerca ostinata del miglioramento.
Stanley viene inserito al settimo posto del ranking del migliori prospetti liceali da ESPN e primo nella posizione di ala piccola. Dopo le visite ai campus di Oregon, Kentucky e Arizona, a cavallo tra settembre e novembre 2013, il 15 novembre dello stesso anno sceglie gli Arizona Wildcats.
Nella stagione appena trascorsa Johnson ha messo a referto 13.8 punti, 6.5 rimbalzi e 1.5 palle rubate di media a partita guidando i Wildcats al titolo della PAC-12 battendo in finale Oregon. I Wildcats hanno fatto bene anche nella March Madness uscendo però alle elite eight contro i Wisconsin Badgers, i futuri finalisti.
PROFILO TECNICO. Stanley Johnson (203 cm per 109 kg) è un’ala piccola molto versatile che ha un ottimo impatto su entrambe le metà campo e i suoi circa 14 punti, 6,5 rimbazli e 1,7 assist a partita ne sono una controprova. Le situazioni a lui più favorevoli sono le ripartenze a campo aperto, dove sfrutta il suo atletismo unito alla sua fisicità per concludere al ferro. Stanley è un ottimo penetratore dal palleggio e arriva al ferro con estrema facilità seppur in certe situazioni non trova il canestro come dovrebbe per colpa di una mano sinistra ancora poco affidabile. Per quanto riguarda il tiro, il suo jumper dalla media, è abbastanza affidabile seppur il movimento di tiro e l’esecuzione rimangono ancora lenti , soprattutto quando sfrutta il P&R. Al tiro pensante Johnson si comporta bene, chiudendo la stagione con il 37%, seppur i problemi legati alla meccanica restano. I dati relativi al suo tiro da tre vanno però presi con le pinze visto che, certamente, la sua percentuale è molto interessante ma va aggiunto che questo dato arriva da una media di 3,3 tiri da tre presi a partita dove ne ha realizzati, in media, solo 1,1. Il tiro da tre è quindi certamente un’arma a sua disposizione che, con le dovute migliorie, può entrare a far parte del suo arsenaleoffensivo ma per ora non è certamente una delle sue prime opzioni offensive.
La fase difensiva di Johnson è un altro punto a suo favore che in sede di draft avrà un impatto molto importante. Stanley ha messo in mostra durante la stagione una solida difesa sia sul perimetro, grazie ad una ottima rapidità laterale , sia in post, grazie al perfetto uso del suo fisico. Le 1,5 palle rubate di media a partita dimostrano inoltre la sua abilità di lettura delle linee di passaggio sfruttando la sua sconfinata apertura alare.
Le principali debolezze di Johnson sono legate a scelte errate nel decision making e, in certi frangenti, di perdita di concentrazione oltre a quelli analizzati in precedenza riguardanti il jumper. E’ innegabile dire che tali “problemi” siano normali per un ragazzo classe 1996 e che, vista la sua dedizione al lavoro e l’incredibile grinta messa sul parquet, con il tempo e con l’aiuto di un coaching staff NBA questi punti di debolezza sono certamente migliorabili.
MOCK DRAFT BASKETITALY.IT . Stanley Johnson, viste le sue caratteristiche da giocatore certamente NBA ready, dovrebbe certamente rientrare nelle prime 10 scelte. Ad inizio anno era certamente primo assoluto nel ruolo di ala piccola ma, dopo le prestazioni incredibili di Justice Winslow all’interno della Big Dance, adesso viene considerato come secondo nel ruolo di ala piccola. La domanda che però bisogna porsi è se Stanley si dichiarerà eleggibile per il prossimo draft. Finora sono arrivate alcuni voci (non confermate) che il giocatore voglia restare per un altro anno ad Arizona ma ciò sembra molto diffiicile. Le sue doti atletiche e psicologiche lo rendono molto apprezzato all’interno del draft e rifiutare una chiamata quasi certa tra le prime dieci posizioni restando un altro anno ad Arizona è un rischio, soprattutto nel caso sopravvenissero degli infortuni.
Un giocatore come Johnson risulterebbe comodo a molte squadre visto che, oltre ad avere ampi margini di miglioramento, è gia fisicamente NBA ready e la sue doti mentali gli forniscono un ulteriore valore aggiunto, chiunque se lo riuscirò ad aggiudicare potrà senza dubbio contare su un giocatore di primissima fascia.