NBA: Brooklyn: Hollins e King in coro: “Noi non molliamo!”. C’è da crederli?
Mercoledì in una conferenza congiunta il Gm Billy King e coach Hollins hanno tenuto una conferenza il cui sunto era: “Noi non molliamo e ci riprenderemo prestissimo” Se vi sembra un assurdo guardando la classifica di oggi, il record di 25-38 con 11-9 al Barclays Center, sappiate che il già non esaltante cammino dei Nets e destinato a trasformarsi, a meno di miracoli cestistici, in una deprimente fase di stallo a tempo indeterminato in tempi brevi.
Oddio, qualche buona notizia almeno nel breve ci sarebbe pure in casa bianconera. Una di queste ha il nome del sotto valutatissimo Thaddeus Young. Persi anche i capelli afro che negli anni di Phila lo avevano reso un personaggio anche fuori dal parquet e passato in un’altra squadra in pesante rivoluzione, i T’Wolves, la continuità di Young era passata sotto traccia. Inserito in una trade dove il protagonista per ragioni “romantiche” non poteva essere lui, quella del comin’back home di Garnett, l’ala è arrivata ancora una volta quasi in sordina dando però subito un grande apporto alla causa. Nelle 11 partite giocate l’ex Minnesota viaggia a 13 punti in soli 25 minuti di media in un contesto depresso dove grinta e atletismo servono come il pane.
L’altra notizia poi è che l’oligarca russo Prokhorov ci ha ripensato e non vende più la franchighia, ma forse vedendo l’andazzo non è poi una di quelle cose che faranno saltare di gioia i tifosi dei Nets..
Nella sopracitata conferenza poi King si è lanciato in una ottimistica previsione futura, asserendo che con i rookie Markel Brown, Cory Jefferson e Bogdan Bogdanovic il “new deal” è pronto a compiersi. Posto che Brown e Jefferson non paiono due su cui creare un nucleo vincente, parlare di Bogdanovic come un rookie in senso stretto e fuorviante, visto che si parla di un giocatore con esperienza europea e, nel bene e nel male, fatto e finito.
Probabilmente peso da amnesia King ha poi parlato anche di addizioni di atletismo e qualità arrivabili via draft. Ecco, la scelta di quest’anno al primo giro però sarebbe degli Hawks che se la sono presa nell’ambito dell’affare che ha portato a NY Joe Johnson mentre quelle del 2016 e del 2017 sono di Boston che, se lo riterrà vantaggioso, potrà prendersi pure quella del 2018.
Per quanto riguarda il capitolo free agent la situazione non è più fluida. Joe Johnson che meglio rappresenta i Nets abulici di questa stagione con giornate davvero nere, guardare le partite di questa settimana per conferma, ha un contrattone per altri due anni. Stessa situazione l’altra prseunta star Deron Williams, che ha altre due stagioni oltre a questa. Lopez ha una player option in questa off season. Se non deciderà di esercitarla i Nets saranno costretti a negoziare con lui un nuovo accordo o vederlo andar via a zero per colpa di un monte salari stratosferico.
L’analisi di King però non si è fermata solo sul lungo termine. Ha parlato della voglia di non mollare dei Nets di quest’anno ed ha chiamato, con Hollins, a raccolta i tifosi. Il bilancio parla di tre match e mezzo di distanza dall’ottava piazza, occupata dai Miami Heat che li hanno di recente spazzati via senza neanche Chris Bosh e “the next big thing” Hassan Whiteside. Metteteci anche il fattore sfortuna con il russo Karasev fuori dai giochi per un bel po’ dopo uno scontro con Ajinca nel match contro New Orleans e tutto assume un’ aria molto fosca e a poco servono le parole di fiducia e tranquillità che coach Hollins dispensa ormai ogni volta che si trova davanti un microfono.
“Il dolore che voi sentite è lo stesso che sentiamo anche noi, quindi non crediate che la prendiamo alla leggera”, questa è stata l’ultima frase della conferenza, forse incidentalmente l’unica in cui King e Hollins credessero davvero.