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La generazione dorata della nazionale italiana

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Nonostante oggi la nazionale italiana di basket non attraversi uno dei suoi migliori momenti, c’è stato un periodo, neanche troppo lontano, in cui gli azzurri della palla a spicchi hanno vissuto momenti di gloria. Si tratta di un’epoca dorata iniziata nel 1999, anno in cui la nazionale italiana riuscì ad imporsi all’Europeo organizzato dalla Francia in finale contro una forte Spagna contro ogni pronostico alla vigilia. Quel periodo durò ben cinque anni e si concluse con la sconfitta alla finale olimpica di Atene contro un’Argentina fortissima guidata da uno straordinario Luis Scola. Ma andiamo a ripercorrere quel quinquennio storico per il basket nostrano.

Un oro inaspettato

Nel 1999 l’Italia allenata da Boscia Tanjević era arrivata in Francia come una delle squadre più solide ma con tutto da guadagnare. L’allenatore aveva a disposizione una serie di campioni come Carlton Myers, Alessandro Abbio, Andrea Meneghin e Gregor Fučka, allora in forza a Milano, squadra attualmente favorita alla vittoria del campionato italiano secondo le principali scommesse di basket Betway con una quota di 2,20 il 21 gennaio. In quella spedizione fu proprio il gigante di origini slovene, oggi specializzato nell’allenamento dei lunghi, ad essere protagonista in una semifinale storica contro la Jugoslavia nella quale gli azzurri si imposero per 71 a 62. In finale contro la Spagna, invece, oltre al gioco di squadra fu Myers a spiccare con una prestazione maiuscola e 18 punti fondamentali per il trionfo definitivo per 64 a 56. Si trattò di un trionfo spettacolare soprattutto perché inaspettato, del quale fu l’artefice un Tanjević noto per i suoi allenamenti estenuanti ma anche per saper trarre il meglio dai suoi giocatori.

Il bronzo svedese

Nel 2003 l’Europeo fu organizzato dalla Svezia e al comando della nazionale azzurra c’era Carlo Recalcati, ex campione ed abilissimo nel creare un gruppo convinto dei propri mezzi. In quel roster, che sarebbe finito terzo, appariva la grande stella era Gianluca Basile, guardia pugliese formatasi a Bologna e molto dotato nel tiro dalla lunga distanza. Quell’anno il giovane di Ruvo di Puglia, che aveva inventato l’espressione “tiri ignoranti” per indicare i tiri da lontano in condizioni molto difficili, fu l’asso nella manica di Recalcati, il quale capì subito l’importanza del numero 5 per scardinare le difese avversario dall’esterno. La cavalcata trionfale dell’Italia si interruppe in semifinale contro una Spagna che iniziava a vedere la luce grazie alla sua generazione dorata formata dai vari Navarro, Gasol e Garbajosa. Sconfitti per 81 a 79 gli uomini di Recalcati, cercarono la rivincita nella finale per il terzo e il quarto posto che regalava l’accesso diretto alle Olimpiadi del 2004 che si sarebbero disputate ad Atene. Un premio sufficiente per dare le ali a una squadra sulla carta meno forte dei transalpini. La Francia, infatti, poteva contare sul talento di un fenomeno come Tony Parker, ritiratosi nell’estate del 2019 dopo aver vinto quattro anelli NBA con i San Antonio Spurs. In quell’occasione l’Italia vinse con il cuore, imponendosi per 69 a 67 e annullando Parker, autore di 24 punti.

L’argento di Atene

Tuttavia, la più grande impresa del basket italiano moderno fu l’argento conquistato alle Olimpiadi di Atene. In quel torneo Recalcati aveva spinto per il ritorno in squadra di un certo Gianmarco Pozzecco, playmaker dalla testa calda ma dal talento assoluto, che trascinò gli azzurri nei momenti più difficili. L’attuale allenatore della Dinamo Sassari fu, insieme a Basile, il protagonista di un torneo strepitoso da parte degli azzurri, che realizzarono la loro miglior partita in semifinale contro la Lituania. I baltici, nettamente favoriti sulla carta, erano partiti fortissimo lasciando intendere che volevano comandare fino alla fine. Ma non avevano fatto i conti con l’estro di Pozzecco e i tiri ignoranti di Basile, che in due occasioni permisero all’Italia di rimontare. Il 100 a 91 finale in favore degli azzurri fu figlio di una prestazione assoluta da parte degli uomini di Recalcati, con Basile top scorer grazie ai 31 punti messi a segno, 21 dei quali con tiri dalla distanza. La finale persa contro un’Argentina straripante rappresentò una cocente delusione per un gruppo che ci aveva creduto, oltre ad essere il capolinea di una generazione di fenomeni. Tuttavia, per come arrivò, l’argento di Atene resta il punto più alto toccato dall’Italia del basket ai giochi olimpici.