L’analisi: La finale di Copa del Rey in TV conquista il 15,4% dello share. Un dato che annichilisce il “picco” italiano
La finale di Copa del Rey disputata domenica tra FC Barcelona e Real Madrid ha fatto registrare un audience medio di 2.375.900 spettatori e un 15,4% di share. La partita, emessa dalla nazionale TVE1 e dall’emittente locale catalana TV3, ha tenuto incollati davanti alla TV rispettivamente 2.038.900 (13,2 %) e 337.000 (13,7% in Catalogna) appassionati di basket che sofferto ed esultato con i canestri di Ante Tomic o Rudy Fernández.
Con questi 2.375.900 spettatori, la finale 2015 della Copa del Rey si converte nella terza più vista di sempre; il record era stato toccato durante l’edizione 2014, con ben 2.709.500 spettatori. L’audience totale accumulata durante i quattro giorni di partite tra quarti, semifinali e finale è di 4.514.821 spettatori.
C’è anche un po’ di Italia in questi numeri, visto che il commento tecnico delle partite trasmesse da TVE era stato affidato a Sergio Scariolo; il coach bresciano, con il suo spagnolo ormai perfetto, ha dilettato il pubblico con le sue perle di saggezza.
Questi dati richiamano l’attenzione se comparati con le misere cifre relative all’audinece registrata durante la Final 8 di Coppa Italia, che si disputava nel nostro paese praticamente alla stessa ora e nelle stesse condizioni: si affrontavano la squadra campione nazionale con quella detentrice del trofeo, sia in Italia che in Spagna.
Non c’è che dire, nonostante anche in Spagna lo sport nazionale sia il calcio, la pallacanestro rappresenta comunque un’eccellenza: i palazzetti sono pieni durante le partite di campionato e coppe europee. La televisione nazionale, le emittenti locali e la piattaforma digitale Orange Arena offrono ogni fine settimana la possibilità di assistere in diretta a quasi tutte le partite in programma. Nei vari telegiornali una finestra sul basket trova quasi sempre spazio: si parla di NBA (con i fratelli Gasol che spopolano), ma anche di Liga ACB, e la Copa del Rey è un evento molto seguito e amato. La ACB, insieme con i suoi principali sponsor, ha realizzato un ottimo lavoro di marketing: con iniziative e giochi interattivi che invogliano gli appassionati a seguire partite e squadre, a partecipare a concorsi e involucrarsi in progetti relazionati con il basket.
Sarebbe ora che l’Italia prenda esempio da una realtà vincente come quella spagnola. Sarebbe ora che il campionato di pallacanestro italiano torni ad essere degli italiani. L’obiettivo deve essere sempre e solo uno: avvicinare la pallacanestro alla gente, affinché la gente si avvicini di più alla pallacanestro.