Il punto sulla A: Milano e Brindisi comandano, le altre big stentano, Pesaro non molla
Il campionato 2013/14, quando si è arrivati alla terza giornata di ritorno in attesa dei verdetti indelebili delle final-eight di Assago del fine settimana, sembra dare due messaggi chiari: 1) Milano incomincia a sentirsi a suo agio nei panni di squadra da battere per la conquista dello scudetto; 2) Brindisi continua nel suo processo di metamorfosi da bella sorpresa a protagonista assoluta del torneo.
Rimangono quindi in testa la strana coppia Milano-Brindisi, che geograficamente racchiude tutto lo stivale cestistico italiano della A, così distanti dal punto di vista geografico ma ancora più distanti se è possibile sotto gli aspetti del budget economico, della storia e del palmares ma alla fine la classifica li vede appaiate li in testa, nella giornata dove le altre prime dal secondo al settimo posto della graduatoria hanno perso tutte. Milano dal canto suo ha vinto il turno interno contro Caserta in una partita da censura per quanto riguarda la bellezza tecnica, ma nel 61-43 finale, e soprattutto in quel dato degli appena 43 punticini concessi ai bianconeri si vede tutta la solidità, la maturità e la presa di coscienza acquisita dai milanesi nell’ultimo mese, e non per essere ripetitivi ma i successi di Eurolega contro squadroni come Olympiakos e Fenerbahce hanno avuto una componente fondamentale nel processo di crescita dell’autostima del gruppo di coach Banchi. Brindisi le coppe europee non le fa (sotto certi aspetti può essere un vantaggio visto che nuovamente tutto le impegnate in Eurocup hanno perso nel diciottesimo turno), ma l’autostima non le fa difetto come dimostra la vittoria del PalaRadi. Non bisogna farsi ingannare dal terz’ultimo posto dei cremonesi perché in questo periodo storico del torneo andare ad affrontare Jackson e compagni rilanciati dalle quattro vittorie in fila della gestione Pancott,o e batterli tra le mura amiche è segnale di forza e sicurezza del gruppo brindisino. Gara sulle tavole cremonesi controllata con autorità fin dal secondo quarto, ed anche nel caso della Bucchi band quel dato dei 53 punti concessi agli avversari che palesa come nel vincere le gare alle volte conta più far fare un canestro in meno alle concorrenti piuttosto che essere spettacolari dal rubare l’occhio alla platea per poi essere sconfitti magari con punteggi che sfiorano la tripla cifra. Olimpia e Enel sole in testa alla classifica, visto l’inaspettata sconfitta di Cantù in quel di Pesaro contro il fanalino di coda del torneo. Breve parentesi sulla lotta salvezza: Pesaro si porta a due punti di distanza dai cugini della Sutor in attesa del derby da giocare all’Adriatic Arena tra due settimane, mentre Cremona con quattro punti di vantaggio sui pesaresi è e sarà spettatrice molto interessate sulle sorti delle marchigiane. Tornando alla Vitasnella l’inciampo pesarese per molti aspetti sembra avere alcuni punti in comune con la sconfitta di quindici giorni prima in quel di Pistoia, dove anche in quel caso gli uomini di coach Sacripanti accusarono un calo nell’ultima frazione di gioco, ma con un Cusin in più recuperato nel motore brianzolo vi è la convinzione che i canturini possano tornare a correre. Chi non corre in questo periodo sono sicuramente Roma, i campioni in carica di Siena e Sassari. I capitolini si son fatti sorprendere in tutti i sensi nella gara casalinga del PalaTiziano dalla Sidigas Avellino. Quel “in tutti i sensi” sta nel fatto che le notizie settimanali dall’Irpinia con le dipartite di Dean e J. Richardson potevano far pensare ad una squadra avellinese in grande difficoltà in termini mentali e di uomini (solo sette uomini impiegati in campo contro l’Acea), ma così non è stato perché i lupi trascinati dalla coppia Will Thomas- Ivanov hanno costretto al secondo stop consecutivo i giallorossi. Come Roma è stata sorpresa dalla reazione emotiva di marca avellinese( occhio che la Scandone Avellino in situazione di grande difficoltà con Frank Vitucci nella stagione 2010/11 fece grandissime cose come il quarto posto in regular season), anche Siena è stata fermata in quel di Bologna dalla Virtus chiamata a reagire dopo l’esonero di coach Bechi, sostituito da Giorgio Valli. Anche nel match dell’Unipol Arena pochi punti a referto (solo 111 punti totali) ma grande equilibrio con la partita decisa solamente nei secondi finali. La Dinamo Sassari, invece, è stata sconfitta in quel Pistoia, dove oramai è sempre più difficile per tutte le protagoniste del campionato portare punti a casa, ma in quel di Sassari c’è da interrogarsi sul perché di un’inversione ad U così netta nei risultati; dalle nostre colonne abbiamo provato a spiegarlo con il grande dispendio di energie psicofisiche profuse in giro per l’Europa, però il salto di qualità della squadra sarda doveva manifestarsi nel avere un roster in grado di affrontare il triplice impegno settimanale. Ultimo capitolo e di meno importanza è quello riguardante la zona play-off, dove al settimo posto troviamo appaiate la prima nominata Avellino, Venezia e Reggio Emilia. Secondo stop consecutivo per la Reyer Venezia, sconfitta tra le mura amiche del Taliercio da una Cimberio Varese in grande rilancio sulle ali di uno scatenato Adrian Banks, mentre i lagunari hanno patito e non poco l’assenza in regia di Vitali e la scarsa vena di Giacchetti. I reggiani con un Kaukenas formato tempi belli senesi hanno vinto nel posticipo televisivo su Raisport contro la Sutor Montegranaro ed hanno agganciato la zona play-off, dalla quali distano solo due lunghezze la Cimberio Varese dalle forze ritrovate, la matricola terribile Pistoia e le due bianconere Bologna e Caserta. Il campionato, quindi, va in vacanza per una settimana, ma si accenderanno le luci sulla Coppa Italia, dove in tre giorni da Venerdì a Domenica avremo le prime importanti risposte da questa stagione, basti ricordare la passata edizione dalla quale si capì dopo la vittoria della Mens Sana che tutti avrebbero dovuto fare i conti con la squadra senese ancora una volta per la vittoria dello scudetto.