Il dopo Final8. Per Milano è la terza stecca stagionale: i dilemmi dell’eterna favorita
La delusione sui volti di giocatori, tifosi e dirigenti dell’Olimpia Milano è ancora evidente due giorni dopo il negativo epilogo della Final8 di Desio, a fare da contraltare con l’eco proveniente dalla Sardegna, dove Sassari festeggia meritatamente il bis del successo dello scorso anno, eleggendosi a grande sfidante proprio dei meneghini per la corsa Scudetto. Una forte delusione che inizia a inquietare l’ambiente milanese, perchè il numero delle grandi occasioni sprecate dall’Armani comincia a diventare preoccupante: se due episodi possono essere classificati come casualità, il terzo può costituire una prova e i due ko consecutivi in Coppa proprio contro i sardi (l’anno scorso addirittura al primo turno), più l’inaspettata sconfitta in Supercoppa sempre contro la banda di Sacchetti, autorizzano a dire che questa competizione e i sassaresi stessi stanno diventando un taboo per i giocatori di Banchi.
Per carità, perdere, talvolta, è naturale e fisiologico, ma farlo spesso da assoluti favoriti, e in condizioni ambientali e tecniche molto vantaggiose grida vendetta: lo scorso anno la Coppa Italia si è svolta proprio al Forum di Assago, quest’anno a Desio che dista una mezz’ora da Milano e come per Cantù poteva essere considerato il “campo di casa”. Se si aggiunge che il roster milanese è stato costruito con un generoso esborso economico per concorrere (e vincere) verosimilmente in tutte le competizioni, specie quelle domestiche, e che la Coppa Italia manca nella bacheca del club da ben 19 anni, l’amarezza e il peso di un ruolo di eterna favorita, qualche volta di troppo incompiuta, potrebbe attanagliare i molti che hanno a cuore i colori biancorossi. Milano arrivava a Desio memore del clamoroso suicidio dello scorso anno, ma ha reiterato un atteggiamento di leggerezza e supponenza, con un cammino già stentato prima con Avellino, che è stata battuta da una giocata finale di Brooks, e con Brindisi regolata non senza sofferenza, per essere interrotto in finale sotto la pioggia di triple della Dinamo.
Sassari “bestia nera” dell’Olimpia? Forse si, ma il problema è forse da ricercare più a fondo. Milano ha la straordinaria capacità di sovvertire spesso e volentieri i pronostici a lei favorevoli: abbiamo detto della Coppa Italia, che da anni aspetta soltanto di essere alzata da Gentile e soci (il presidente Portaluppi, uno del mestiere al posto dell’ex Proli, ha confermato più volte in sede di presentazione il ruolo di grande favorita del suo team), ma ci inseriamo anche l’Euroleague. Obiettivo ovviamente molto più difficile e impervio, ma da due anni la caratura del roster milanese è di livello anche internazionale, e se l’anno scorso il percorso fu positivo, quest’anno i problemi sono stati decisamente più grandi, e hanno portato alla praticamente certa eliminazione nella Top16. A questo punto, barra dritta verso il finale di stagione e i playoff, dove l’Olimpia avrà il compito di difendere lo scudetto cucito sul petto, conquistato rocambolescamente in gara7 contro Siena lo scorso giugno. Anche in quel caso i pronostici furono messi a dura prova e mancò un soffio perchè per l’Armani arrivasse la beffa del secolo contro una formazione orgogliosa, ma devastata dai problemi societari e finanziari. Quest’anno Siena non c’è, e la qualità messa a disposizione di Banchi per arrivare in fondo nuovamente vincente è indiscutibile e superiore alla media: sulla carta non ci dovrebbe essere gara, ma come la storia ha dimostrato e continua a dimostrare, con questa pazza Milano tutto è sempre possibile.
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