Forse non lo sai ma tutto questo è amore, 10 motivi per cui vorremo sempre bene a questa nazionale comunque finirà
“Forse non lo sai ma tutto questo è amore”. Flavio Tranquillo l’ha detto durante una partita di una inossidabile Islanda, all’indirizzo di uno dei ragazzi della terra dei ghiacci che appariva quasi disorientato dalla baraonda attorno a lui. In realtà questa frase sarebbe adattabile anche ai nostri di ragazzi che, a sorpresa, si sono visti sommergere da una valanga di affetto impronosticabile anche al più ottimista dei malati della palla a spicchi. Durerà? Per scaramanzia non ci esprimiamo in maniera chiara ma, comunque vada, abbiamo già almeno dieci motivi per tenere questa nazionale nel nostro cuore.
Motivo 1: Perché non siamo perfetti (e va bene così)
Sportivamente ( e non) non siamo una nazione che fa della linearità e della regolarità il leitmotiv delle nostre vittorie. Non siamo i tedeschi che se iniziano a vincere lo fanno in maniera netta, senza appello e senza cedere mai. Noi abbiamo bisogno sempre della batosta, del colpo che ci dia la sveglia, abbiamo bisogno di sentirci outsider per emergere magari con un lampo di follia. La recente prova di Robertina Vinci, che sembra sull’orlo di una prevedibile sconfitta prima dell’impresa è ascrivibile al filone. Aru che vince la Vuelta con un impresa alla fine, partendo con sei secondi di ritardo è un altro esempio, e stiamo parlando solo dell’ultima settimana a cui potrebbe aggiungersi un Valentino risorto quando appariva al crepuscolo della sua leggenda. Non mi spreco neanche a ricordarvi il Mondiale 2006 quando al novantesimo con l’Australia eravamo sul baratro o, per rimanere al calcio, l’impresa dell’Inter, ultima italiana a vincere in Europa che rischiò il tracollo nella fredda Kiev.
Anche gli Azzurri in questo europeo non hanno fatto eccezione facendosi imbrigliare dagli indecifrabili turchi nella prima partita, grazie a tredici minuti di follia in cui probabilmente i nostri sarebbero riusciti a far fare doppia cifra alla voce rimbalzi anche ad un Oompa Loompa. I difetti c’erano allora e permangono, anche nelle partite dopo ci sono stati ancora momenti di assoluto blackout, in difesa si paga soprattutto se si trova un giocatore veloce e con punti nelle mani, vedi Schroeder. I play sembrano incapaci di dare un impatto in maniera continuativa e così via. Ma la mazzata contro i turchi ha acceso qualcosa. L’Italia non ha eliminato i suoi difetti ma ha imparato a nasconderli e grazie anche a questo siamo a Lille.
Motivo 2: Perché i nostri appaiono sempre simpaticamente normali
Della Valle ha la faccia del tuo compagno di banco alle superiori e Cincia sembra uno con cui volentieri andresti a bere una birra. Che ti potessi sentire vicino a loro e ad i loro destini era ovvio ma è comunque bello ricordarlo. Meno scontato è che in una squadra con quattro Nba (mettiamoci pure Gigi che se lo merita) i quattro “americani” non facciano, neanche per un attimo, le star e giochino per qualcosa di più che il prestigio personale. We are Family è l’hashtag ma per una volta sembra più di una trovata pubblicitaria, sembriamo davvero tutti, tifosi e giocatori, uniti da un orgoglio di patria che ormai solo lo sport sembra risvegliare purtroppo. Risulta facile tifare per un gruppo di ragazzi che si fanno i selfie di gruppo e che si chiamano amorevolmente tra loro “maiali” o “suinotti” (copyright Aradori). Speriamo solo che nessuno dei nostri “suinotti” incontri il salumiere-giocatore dell’Islanda, non si sa mai..
Motivo 3: Perché Danilo in missione per conto di Dio è tanta roba.
Se tra i redattori di Basketitaly qualcuno probabilmente dorme anche con la canotta di Gallinari da un paio di giorni un motivo ci sarà. Togliamoci subito il dente e snoccioliamo i freddi numeri per regalare oggettività alla nostra analisi. Il figlio di Vittorio è secondo marcatore della competizione, dietro solo a Gasol Pau, che da solo sta tenendo su una corta Spagna. Danilo è nella top 3 del torneo per percentuali e per tiri da due segnati ed è ormai abbonato a uno spot nella squadra della giornata della competizione. Limitare però il suo apporto a tutto questo è riduttivo. Gallinari ha mostrato una continuità sconosciuta a tutti. Il Gallo ha un intensità incredibile ed unica su tutti e due i lati del campo e la sua leadership è tangibile, seppure diversa da quella degli altri capopopolo Gentile, Datome o Beli. Quando tornerà a Denver, dove non dovrà per forza essere così centrale in ogni attacco e difesa, ci farà gongolare e molto
Motivo 4: Perché Bargani difende e ci mette anima e non ci sperava più quasi nessuno
Bryan Colangelo si trovò un attimo spiazzato quando costrinsero Durant e compagnia a sciropparsi un anno di college. Doveva però comunque far fruttare quel pick numero uno e così prese Bargnani. Quel giocatore che sperava diventasse il romano però in Nba non si è mai davvero visto. A parte sporadiche dimostrazioni di personalità (Garnett farebbe sussultare pure Candy Candy) Andrea pareva sempre un giro indietro, quasi sedato e privo di quel “soul” che gli americani pretendono. Qualcosa è cambiato in questo europeo quando non ci sperava più nessuno: Bargani ha cominciato a piegare le ginocchia come non faceva forse da quando era feto, per citare un tweet di questi giorni, e si è spremuto in difesa senza annullarsi in attacco. Agevolato dal mismatch alla moviola con Pau ha dato segnali forti (non induca all’errore il numero di punti del catalano) ma il segnale forte è un altro. Gli occhi sono lo specchio dell’anima e lo sguardo spento dell’ex Treviso ora è vivo, quasi cattivo, si percepisce l’agonismo persino nelle foto di squadra e questo è bene
Motivo 5: Perché Gentile è uno che vorresti sempre avere dalla tua parte
Sospetto che Gentile non abbia avuto problemi di personalità neanche all’asilo. I sudamericani direbbero che ha garra, lui vi direbbe che si chiama CAZZIMMA, e sopra ci ha costruito la carriera. Qualunque cosa sia io uno che ci mette quella voglia forse anche con gli amici al campetto lo voglio sempre con me. Per questo fingo anche di ignorare la sua parabola di tiro indecente (quale parabola?) d’altronde finchè entra c’ha ragione lui e poi io con Alegent non litigo neanche se mi rapina in casa.
Motivo 6: Perché ci ha fatto dimenticare la nazionale di calcio peggiore di sempre e mai li ringrazieremo abbastanza.
C’era un tempo in cui questa nazione era la patria del calcio, quello “pensato” ma pure pieno di campioni. Poi è successo qualcosa di ancora più improbabile di Bargnani che difende forse. La nazionale di calcio si salva con gli onesti mestieranti di Malta e si salva con la Bulgaria mentre i loro connazionali in altri sport, basket in primis ma non solo, giganteggiano. Succede che Gallinari va a prendersi il paginone del più grande giornale sportivo con le pagine due e tre. Succede che, per tutti i motivi che abbiamo visto al punto 2, i fratelli del basket surclassino con la loro umanità la grandeur da superstar degli Azzurri del calcio, ormai presente solo fuori dal campo. Succede che l’umiltà di un ct che dice un “porca puttana” in amichevole surclassi un personaggio difficile da amare e polemico. Succede che tanti tifano con orgoglio la patria di adozione o dei genitori, che sia Colombia, Spagna o Inghilterra quando si parla di calcio per riscoprire il cuore azzurro in quegli sport una volta “minori”. Il calcio tornerà un giorno a scaldarci i cuori ma l’Italia ha scoperto che c’è pure altro.
Motivo 7: Perché Cusin fa quello che deve fare per farsi volere bene quasi sempre
Tra Cusin e Cousins c’è un abisso di talento, qualche vocale e un immaginario collegato diametralmente opposto. Le parole Cusin e fallo continuano ad andare a braccetto nei nostri incubi e sarà sempre così ma il centro di Cremona è un unicuum nel nostro roster e lo preserviamo manco fosse un panda, anche se restiamo Panda Friend.. Poi il Cuso ci mette del suo ad entrare nei cuori di tutti: ci entra a spallate. Cusin che protesta per un fallo dopo aver quasi staccato un braccio ad uno spagnolo ci fa scambiare sorrisetti complici, se poi lo spagnolo è Rudy parte l’ovazione da Palermo a Bolzano.
Motivo 8: Perché Belinelli è meglio di una polizza assicurativa
Sei in difficoltà? La partita sembra finita? Sei sotto anche mentalmente e si entra negli ultimi due quarti? La ragazza ti ha mollato?
Per la tua ragazza c’è poco da fare, magari ha già il numero di uno dei giornalisti di Basketitaly. Per tutto il resto sai che questo è’ il momento in cui puoi puntare le tue fiches sul talento di San Giovanni in Persiceto. Beli si è acceso quando serviva, dimostrandosi freddo al tiro e pronto a diventare l’antitodo a tanti problemi nel momento clou, vedi il terzo quarto con le Furie Rosse.
Motivo 9: Perché siamo una squadra di passatori meravigliosi
In quei momenti in cui ci gira la luna buona facciamo azioni che farebbero venire il dubbio che San Antonio non sia in Texas ma vicino Bassano. Alcuni dei nostri sono passatori sottovalutati ma un lungo che passa come il Gallo o Andrea Bargnani ce l’hanno in pochi e qualcuno, come Dirk, ha già salutato.
Motivo 10: Perché se Gigi resuscita dopo tre partite possiamo sognare un epilogo non epico ma biblico.
Devo davvero spiegarvi la bellezza di un eventuale ritorno del capitano barbuto quando la palla scotta di più?