Final 8- Siena guidata da Hackett si conferma regina, Varese e Sassari cresceranno dai propri errori, Milano la grande delusione
Le Final-Eight 2013, oltre a mettere in palio il primo prestigioso trofeo stagionale, si presentavano come un importante banco di prova per capire quale squadra sarebbe emersa dal grande equilibrio della prima parte del campionato, e se si sarebbe rotta l’egemonia degli ultimi anni della Montepaschi Siena nel basket italiano. A queste domande ed interrogativi si può rispondere con una sola parola: Siena.
Ebbene la Mens Sana ha portato a casa la coppa Italia 2013, e non partendo da unica e grande favorita, come era accaduto nelle precedenti quattro edizioni sempre vinte dai senesi. Quinta coppa Italia consecutiva vinta, libro dei record di storia cestistica italiana aggiornati per l’ennesima volta, e quell’impressione data dagli uomini di coach Luca Banchi di aver quella mentalità vincente, che non appartiene in questo momento a nessun altro club italiano. Seppure, infatti, la squadra senese in estate sia stata profondamente rinnovata, sia stata attraversata da problemi al suo interno di infortuni, e trasversalmente dai problemi connessi al proprio sponsor, ha nel suo interno quel Dna vincente, retaggio dei sei scudetti consecutivi vinti, e delle ora cinque coppa Italia, che nessun altra squadra italiana può avere dopo gli anni di assoluto dominio e tirannide del club toscano. L’esempio che può esemplificare meglio di ogni cosa i ragionamenti finora disquisiti è quello di Daniel Hackett. Il giovane regista della nostra nazionale in sei mesi scarsi di apprendistato nell’”università cestistica senese” è passato da talento indiscusso per qualità fisiche e tecniche ad uomo copertina capace con la sua sicurezza e leadership di essere sempre decisivo nelle vittorie senese nei momenti caldi dei match. Premiato con il riconoscimento di Mvp della competizione, probabilmente, Daniel avrà benedetto la sua scelta estiva di aver preferito di puntare sul progetto Mens Sana, piuttosto su quello targato Olimpia Milano, che anche in questa Final-Eight è stata la grande delusione della manifestazione. La squadra milanese, dopo le quattro vittorie consecutive in campionato, arrivava alla coppa sul campo amico del Forum in grande crescita, e con la consapevolezza di poter e dover recitare un ruolo da protagonista. Mai tale previsione potè essere più errata e nefasta ,con gli uomini di Scariolo eliminati nettamente nei quarti dalla Cimberio Varese. Molti avrebbero potuto affermare giustamente, che alla fine del girone d’andata Varese si è classifica prima mentre Milano ottava, quindi il pronostico doveva essere per forza di cose in favore dei varesini, ma era lecito chiedere molto di più al ricco roster milanese, dopo l’eliminazione al primo turno di Eurolega ed il brutto girone d’andata in campionato. Proprio la Cimberio Varese esce rinforzata da questa Coppa Italia dopo la finale persa contro Siena. Si potrebbe eccepire che Varese ha perso la grande possibilità di riportare un trofeo a casa dopo lo scudetto del 1999, ma su queste colonne siamo sicuri che questa finale raggiunta, invece, sia un’importante tappa di crescita per il giovane gruppo di coach Vitucci in ottica play-off. Altra squadra, che dovrà meditare sui propri errori e crescere dall’esperienza maturata con queste finali di coppa è il Banco Sardegna Sassari. I sardi dovranno riflettere ed imparare sul vantaggio di +13 dilapidato nel finale di terzo quarto nella semifinale contro Siena, quando in quel momento sembrava vicina la spallata decisiva per buttare giù dal suo trono la regina Siena, per non commettere gli stessi errori quando il pallone tornerà a pesare tonnellate nei play-off. Squadra che esce a testa altissima da questa coppa Italia è l’Acea Roma. I romani hanno eliminato contro pronostico nei quarti Cantù, ed ancora riflettono su quale sarebbe potuto essere l’esito della semifinale contro Varese, quando il grandissimo equilibrio è stato rotto dall’uscita per cinque falli dei suoi lunghi. Altra squadra bocciata dalle Final-Eight è stata Cantù, che ha fatto un passo indietro, se si pensa che la squadra canturina ha raggiunto la finalissima nelle precedenti due Final-Eight a Torino. La squadra di coach Trinchieri è stata sovrastata in termini di energia per lunghissimi tratti da Roma, ed ha pagato sicuramente le recenti questioni di mercato, ma siamo pronti a scommettere che con il rientro di Jerry Smith, e con il maggiore ambientamento dell’ultimo arrivato Mancinelli Cantù possa tornare ad essere una protagonista assoluta nei play-off. Menzione, infine, per le neopromosse Reggio Emilia e Brindisi. La Trenkwalder ha lottato per oltre 35 minuti alla pari contro la futura trionfatrice Siena, mentre la debuttante Enel sul palcoscenico delle Final-Eight si è arresa solamente dopo un tempo supplementare contro Sassari con il rimpianto di non essere riusciti a concretizzare le occasioni di vittoria nei tempi regolamentari e la propria netta supremazia sotto canestro contro i sardi.