Draft Prospects: Willie Cauley-Stein, il dominatore dell’area che viene dal football
Parte quest’oggi la nuova rubrica di BasketItaly.it “Draft Prospects”, che si propone di presentarvi alcuni tra i più promettenti profili dei giocatori che si affacciano al mondo della NBA, tenendovi compagnia fino alla grande notte del Draft di New York. Il primo nome a finire sotto la nostra lente di ingrandimento è quello di uno dei sicuri protagonisti della Big Blue Nation di Kentucky e dell’intera stagione del College Basket ed uno tra i più chiacchierati in sede di scelte: Willie Cauley-Stein.
CHI E’. Willie nasce a Spearville, la “Città dei mulini a vento”, nel Kansas occidentale il 18 agosto 1993 da Willie Cauley e Marlene Stein, entrambi giocatori di pallacanestro a livello collegiale in piccole università della zona; le vere figure di riferimento della sua infanzia sono tuttavia i nonni, i signori Val e Norma Stein, che lo accolgono nella loro fattoria, dove cresce insieme al fratello maggiore Bryce in seguito alla separazione dei genitori.
Mentre Bryce dimostra da subito interesse per le attività della fattoria, quello di Willie è catturato ben presto dalla palla e poco importa che sia quella da basket o da football: le potenzialità fisiche e tecniche sono evidenti e mal si coniugano con le ristrette dimensioni della scuola che Cauley-Stein frequenta, che lo tengono lontano da riflettori e possibili borse di studio NCAA. Le sorti sono destinate però a cambiare, in maniera improvvisa quanto insperata: durante un torneo AAU (che sta Amateur Athletic Union, una delle maggiori organizzazioni sportive no-profit degli Stati Uniti) Willie stringe una forte amicizia con Shavon Shields, attuale ala di Nebraska e figlio dell’ex offensive lineman NFL e fresco Hall of Famer Will Shields, amicizia che lo porta a trasferirsi prima a Kansas City, ospite di casa Shields e da lì Olathe Northwest High School nel suo anno da sophmore.
Nonostante le difficoltà di adattamento, date dal suo carattere introverso, dal completo stravolgimento delle abitudini e delle attese nei suoi confronti, Cauley-Stein si distingue per le sue doti sia sul campo da basket che su quello da football: “Abbiamo sempre pensato che avrebbe potuto fare molto bene, ma non so se lo ha sempre pensato lui” ebbe a dire Jay Novacek, athletic director della scuola “E’ uno di quei ragazzi che deve riuscire a fare davvero qualcosa prima di poterci credere”. Willie diventa uno dei migliori ricevitori dello stato e riceve una borsa di studio per giocare a Kansas University, ma la vera svolta avviene quando coach Calipari lo vede giocare a football e rimane incantato dalla sua capacità di correre e ricevere la palla; sul parquet il giovane Willie si distingue per la pioggia di schiacciate, ma ad attrarre Calipari sono il suo atletimo e le sue doti difensive. Come è andata a finire lo sapete già: al termine di una carriera da 15.8 punti e 8.5 rimbalzi, ma anche 57 ricezioni, 14 touchdown e 1140 yard nell’anno da senior, Cauley-Stein accetta l’offerta di Kentucky University, preferendola ad Alabama, Florida e Kansas State.
La sua avventura a Kentucky inizia a dire il vero all’ombra dell’ingombrante presenza di Nerlens Noel, suo compagno nella recruiting class, che inizia la stagione 2012/13 con i gradi di centro titolare: Willie entra dalla panchina, mettendo insieme comunque buoni numeri e garantendo l’attesa presenza difensiva, ma evidenziando anche i suoi limiti di natura offensiva. Il 12 febbraio 2013 tuttavia, per lui si aprono le porte del quintetto base, a causa della rottura della caviglia di Noel, che mette fuori gioco per il resto della stagione l’attuale lungo dei Sixers e Cauley Stein migliora i suoi numeri che crescono fino ad 8.3 punti, 6.2 rimbalzi e 2.1 stoppate di media, guadagnandosi i riconoscimenti di All- SEC Academic Team e All-SEC Freshman Team.
Vederlo tornare l’anno successivo a Lexington agli ordini di Calipari non è una sorpresa, nonostante le prime sirene dal piano di sopra; eppure anche dopo la partenza di Noel non parte sempre in quintetto ed il suo minutaggio non cresce un granché, così come il suo peso offensivo, mentre rimane invariata la sua capacità di dominare difensivamente le partite e le stoppate (3 ad allacciata di scarpe, con un massimo di 9contro Providence) diventano il vero e proprio marchio di fabbrica. La sua stagione termina però sul più bello: il 27 marzo nella gara contro Louisville, che manda UK alla Elite Eight, si infortuna alla caviglia ed è costretto rinunciare agli ultimi atti del Torneo NCAA, che vedrà i Wildcats perdere la finale contro Uconn.
La finale persa sotto i colpi di Napier rappresenta una ferita aperta e, nonostante la solita recrutitng class di primissimo livello garantita da coach Cal, quasi tutti i protagonisti di quella Kentucky decidono di rimanere al college un altro anno ancora: i gemelli Harrison, Dakari Johnson, Lee, Poythress ed ovviamente Cauley Stein si ripresentano ai nastri di partenza della stagione attuale, andando ad unirsi alle nuove stelle come Booker, Ulis, Towns e Lyles e costringendo Calipari a brevettare il cosiddetto “Platoon System” per concedere a tutti minuti e responsabilità in parti uguali.
La stagione del numero 15, sempre in quintetto, è finora in linea con le aspettative: difesa ed intimidazione sono assicurate, così come i rimbalzi, mentre il tiro è migliorato, frutto di duro lavoro in palestra. Coach Cal crede fortemente in lui e le sue aspettative nei confronti dell’ex Olathe Northwest High sono tante e sempre crescenti, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate dopo la vittoria contro Mississippi State: ” Voglio che Willie rischi di più. Deve rischiare, prendersi delle responsabilità! Ha tirato un “air ball” dalla linea del tiro libero ed ha smesso di attaccare: è pazzesco! E’ il miglior giocatore in campo!”
Con gli anni al college il suo potenziale si è definito e la sua appetibilità in chiave draft è decisamente cresciuta e potrebbe farlo ancora, se UK arriverà in fondo al Torneo NCAA, nel quale veste i panni della favorita d’obbligo; al momento Cauley-Stein viaggia a 9.1 punti e 6.5 rimbalzi, cifre che acquistano anche maggior rilievo se viste nell’ottica del Platoon System e del suo ruolo offensivo all’interno degli Wildcats.
PROFILO TECNICO. Tracciando un profilo tecnico in chiave Draft, i suoi principali punti di forza riguardano l’aspetto difensivo: Cauley-Stein ha notevoli capacità intimidatorie, favorite dal grande atletismo e dalla sua fisicità (misura 2 metri e 13 per 109 chilogrammi), rispetto alla quale ha però ottima esplosività ed una sorprendente velocità di piedi, che gli permette anche di cambiare sui piccoli. Ha una buonissima capacità di intercettare i passaggi e discreto senso della posizione, che di lui un rimbalzista di buon livello; ad attrarre gli scout di mezza lega è forse però il suo essere “NBA ready” sul quale si innesta un potenziale di primo piano, che ne fa un elemento assolutamente futuribile.
Per contro deve assolutamente migliorare nell’altra metà campo: il suo tiro dalla media, nonostante il lavoro svolto ed i miglioramenti, è ancora insufficiente, per non parlare della sua capacità di attaccare in 1 contro 1; infine non è un buon tiratore di liberi e ci sono alcuni dubbi sulla sua capacità di concentrazione e sulla tendenza a non trovare un buon equilibrio sia in attacco, sia in difesa, dove non sempre si fa trovare basso sulle gambe.
MOCK DRAFT BASKETITALY.IT. Cauley-Stein è quasi sicuramente destinato ad una scelta all’interno della lotteria: a lui potrebbero essere interessate squadre attratte da un lungo atletico, in grado di compensare ottimamente la presenza nella frontline di una stella offensiva, meglio se con gioco prevalentemente fronte a canestro; il suo potenziale ne fa un elemento su cui investire per ricostruire in un futuro di medio-lungo periodo, ma, essendo un giocatore più pronto al salto tra i professionisti per doti fisiche, atletiche ed istinti difensivi rispetto alla maggior parte dei presenti al draft, potrebbe anche fare al caso di una squadra già competitiva, se utilizzato nelle vesti di role-player.
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