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Draft Prospects: Myles Turner, il texano dalla mano morbida

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Prosegue il viaggio di BasketItaly.it, che attraverso la rubrica Draft Prospects vi presenterà tutti i giocatori più chiacchierati del prossimo draft NBA: in questa puntata fari puntati sul lungo dei Texas Longhorns, dichiratosi eleggibile proprio in queste ore, Myles Turner.

CHI E’. Turner è originario del Texas, precisamente di Bedford, dove nasce il 24 marzo del 1996; il suo legame con il Texas rimarrà sempre forte, influenzdo, come vedremo, le sue scelte scolastiche e, di conseguenza, la sua carriera.

Il giovane Myles infatti frequenta la Trinity High School di Euless, che prende il suo nome dal Trinity River e che rappresenta il punto di riferimento scolastico per i ragazzi dei distretti scolastici di Euless, Hurst ed appunto Bedford, dove però la pallacanestro era relegata ad un ruolo di secondo piano rispetto al football, almeno fino all’arrivo del futuro Longhorn. A cambiare letteralmente la geografia cestistica del liceo è infatti Myles: le sue prestazioni valgono dapprima l’interesse degli osservatori locali e poi, con il trascorrere della sua carriera scolastica, quello degli scout di tutti gli Stati Uniti. Il vero salto di qualità avviene per Turner nell’estate precedente il suo anno da senior, quando perfeziona il suo sviluppo ed il suo fisico, 2.11 metri con un’apertura alare di 2 metri e 25, si forma definitivamente.

L’ultimo anno ad Euless Trinity è di quelli da ricordare: con 18.1 punti, 12.2 rimbalzi e 7 stoppate di media infatti trascina i Trojans ad un record di 13-1 nel distretto locale, che sale a 24-7 contro licei degli altri distretti. Per visionarlo comincia dunque un vero e proprio viavai di scuot ed agenti: ” C’erano più agenti allora di tutti quelli che abbia mai visto qui.” commenta il coach di Trinity High; così, inevitabilmente, anche la famiglia Turner finisce al centro delle chiacchiere legate al futuro del primogenito: “Le persone stavano diffondendo la voce che avessimo assunto agenti e che accettassimo denaro. Ho lavorato ogni giorno della mia vita per 27 anni, così come mia moglie, per cui quando lo venni a sapere rimasi davvero stupito.” racconta il padre David.

Inutile dire che l’aspettativa creata intorno al suo reclutamento sia stata spasmodica e sia stata argomento all’ordine del giorno per tutti i media del Texas; la decisione di Myles è talmente attesa che lo stesso ragazzo decide di comunicarla in televisione a sorpresa, durante un evento televisivo estivo organizzato dal liceo. A prevalere, ancora una volta, è l’attaccamento al Texas e Turner decide di accettare l’offerta dei Longhorns, preferendola a quelle di Duke, Kansas, Oklahoma State e Texas A&M.

Durante l’estate inoltre viene selezionato per fare parte della rappresentativa statunitense ai mondiali under 18 in Colorado e i risultati fanno letteralmente sfregare le mani a tifosi e staff di Texas: gli USA vincono la medaglia d’oro e Myles si distingue in modo particolare, stabilendo anche il record di stoppate (18 in 5 partite)

Come detto,Turner si è dichiarato eleggibile per il draft di giugno e quindi al momento di scrivere la sua breve carriera con la maglia dei Longhorns si è già conclusa.

La scelta dello “one and done”, così come la poca strada fatta al torneo NCAA da Texas potrebbero penalizzare le quotazioni in sede di scelta del numero 52; la sua annata non è stata infatti tutta rose e fiori come le aspettative lasciavano presagire: la continuità non si è rivelata quella sperata e spesso coach Rick Barnes gli ha riservato diversi minuti in panchina.

Anche i numeri, pur con alcuni picchi e pur essendo cifre di tutto rispetto, ci parlano di un giocatore non ancora sbocciato: 10.1 punti, 6.5 rimbalzi e 2.6 stoppate (che gli hanno permesso di guidare la Big 12 in questa statistica) con il 46% dal campo ed un ottimo 84% dalla lunetta in 22 minuti di utilizzo raccontano di un talento offensivo notevole, che tuttavia deve ancora trovare la dimensione giusta per essere decisivo.

Texas ha visto infatti la sua strada nel Midwest Regional interrompersi già al secondo turno per mano di Butler, nonostante la presenza di Turner e di un altro prospetto in odor di draft come Isaiah Taylor e questo, come accennato, potrebbe influire nei giudizi finali sul big man di Bedford.

PROFILO TECNICO. Turner è un big man dal fisico longilineo e dalle braccia lunghe, la cui altezza ed apertura di braccia potrebbe rappresentare sin da subito un fattore anche tra i professionisti.

Il punto di forza più evidente, tuttavia, per il quale qualcuno lo ha paragonato a LaMarcus Aldridge, è la vastità del suo arsenale offensivo: Myles è in grado di segnare sia spalle che fronte a canestro, arma questa che lo rende un vero e proprio pericolo pubblico quando coinvolto in un pick and roll/pop. A suo agio nel fade-away come nello step-back con un tiro che parte da molto in alto, Turner può segnare con continuità da qualunque distanza all’interno dell’area ed anche da tre punti, da dove il suo tiro non risulta però ancora affidabile. E’ inoltre un ottimo convertitore di tiri liberi.

Dal punto di vista difensivo se la cava molto bene in aiuto, come testimonia l’elevato numero di palloni rispediti al mittente ed è un dfensore accettabile nell’uno contro uno, favorito com’è dalla sua taglia fisica.

Infine è in grado di passare la palla in modo superiore alla media dei suoi pariruolo e legge bene le situazioni offensive anche quando raddoppiato.

Citati i punti di forza del gioco di Turner, passiamo ad analizzarne i punti deboli: pur avendo grandi mezzi fisici, il numero 52 manca di fluidità ed atletismo, specialmente nella parte inferiore del corpo, aspetto che rappresenta il suo limite più evidente.

In secondo luogo suscita dubbi la sua capacità di approccio alla partita ed inoltre Turner tende ad accentrare il gioco nelle sue mani, spesso intestardendosi e forzando numerose conclusioni, quando la sua squadra fa fatica.

MOCKDRAFT BASKETITALY.IT. Myles Turner è un lungo dall’amplissimo e definito repertorio offensivo, così come definito appare il suo ruolo una volta passato tra i pro, fattori questi che ne aumentano l’appetibilità. Si tratta di un prospetto non propriamente “Nba-ready”, ma dal grandissimo potenziale, che rappresenta tuttavia un’incognita.

Un contesto offensivo incentrato sul pick and roll e che prevede molto la palla in mano ai lunghi sarebbe quanto di più adatto alla sua crescita e valorizzazione, così come potrebbe beneficiare grandemente dell’inserimento in un sistema rodato e della presenza di compagni di reparto esperti: a tal fine la momentanea uscita dalle “top pick” nelle previsioni potrebbe rivelarsi non del tutto disastrosa per lui.

Draft Prospects vi da appuntamento alla prossima settimana, quando si occuperà del super prospetto di Arizona Stanley Johnson e augura Buona Pasqua a tutti i suoi lettori.