Do You Remember? | Quando la Zarina Catarina Pollini regnava sui parquet mondiali
Il basket femminile in Italia fa, da sempre, meno notizia di quello maschile, ma c’è stato un tempo in cui ci ha fatto sognare anche a livello mondiale. Una delle protagoniste di quel periodo magico è stata proprio la “Zarina” Catarina Pollini, alta 1,96 m, con il talento e la capacità di coprire tutti i ruoli, anche se prevalentemente utilizzata come ala forte o centro. Ambidestra con ottimo tiro, sapeva difendere bene ed era soprattutto una giocatrice di squadra.
GLI INIZI
Cata nasce a Vicenza il 16 marzo del 1966, a tredici anni fa già parte della prima squadra locale, la AS Vicenza che milita nella massima serie. Il soprannome “Zarina” le viene affibbiato fin da subito dai giornali, per il nome originale datole dalla mamma tedesca e per l’eleganza dei movimenti. Quel tempo nella società berica c’erano molte giovani di talento e il progetto societario ha avuto un lungo successo. Pollini vi è rimasta fino al 1988, conquistando 7 scudetti e 5 Coppe dei Campioni oltre a riconoscimenti personali.
NUOVE AVVENTURE
Nella stagione 1988-89 tenta l’avventura oltreoceano, in NCAA, con le Texas Longhorns, ma l’annata successiva è di nuovo in Italia con l’Ahena Cesena, di cui vestirà i colori fino al 1994. Con la squadra emiliana arrivano nuovi trofei, un altro scudetto, un’ altra Coppa dei Campioni e una Coppa Ronchetti.
Nel 1994 approda alla Pool Comense dove si fermerà 4 anni mietendo altri successi: 4 scudetti e 1 Coppa dei Campioni. Dopo 3 stagioni da protagonista arriva la chiamata dall’America, dalle Houston Comets. Catarina sarà la prima italiana a vincere un titolo WNBA.
Nel 1998 alla scadenza del contratto con la società lombarda, Pollini desidera andare a Schio, ma la Comense non ha nessuna intenzione di cedere il suo gioiello. Ha così inizio una clamorosa controversia con le istituzioni sportive, per ottenere lo status di professionista anche nel basket in rosa. Subì una squalifica, revocata dopo un intervento del ministero del Lavoro. Dopo un braccio di ferro estenuante, viene creata una regola ad hoc per lei: uno svincolo valido per atlete di oltre 33 anni con più di 200 presenze in Nazionale. La vicenda giudiziaria si è chiusa definitivamente a suo favore nel marzo 2008, con sentenza definitiva del consiglio di Stato sul caso Pollini-Comense-Fip. E proprio grazie ai suoi sforzi, inizia a sgretolarsi l’istituto dello svincolo, che ora sopravvive soltanto a livello giovanile.
Nella stagione 1999-2000 ritorna sul parquet con la maglia di Schio, con la quale si tolse lo sfizio di eliminare la Comense nei play off, per poi giocarsi un’altra finale scudetto. Giocare a Schio dopo tutte le vicissitudini giudiziarie non fu il massimo, così decise di cambiare aria e di trasferirsi con il marito e la figlia piccola in Spagna.
LA SPAGNA
Da allora Catarina vive in Spagna, dove ha giocato con l’Ensino Lugo, disputando altre due semifinali scudetto e una finale di Coppa della Regina. Nelle stagione 2004-2005 difende i colori del Valencia, con i quali conquista l’ultimo trofeo, la Supercoppa spagnola. Decide di tornare a Lugo per terminare la sua carriera di atleta e iniziare quella come team manager, ma l’anno successivo la squadra retrocede. Nel 2009, a 43 anni compiuti, la Zarina stacca le scarpette dal chiodo e ritorna a disputare 3 partite, con altrettante vittorie che hanno permesso al Lugo di salvarsi.
Nel 2009 ha conseguito il patentino di allenatore nel supercorso Fip di Bormio.
La sua battaglia in favore della libertà del vincolo sportivo le ha portato anche il riconoscimento nel 2003 di Presidente onorario del club cestistico Nuovo Basket 2000 di Pordenone.
NAZIONALE
Ha indossato la canotta azzurra numero 11 per 13 anni, dal suo esordio a Treviso contro la Svizzera in quel lontano 8 aprile 1983 all’indomani dei Giochi Olimpici di Atlanta 1996. E’ la primatista assoluta sia per presenze (252) che per punti segnati (3.903), con una media di 15,48 punti/partita, rivestendo anche la carica di Capitana. Con la maglia della Nazionale Italiana ha partecipato alle Olimpiadi di Barcellona 1992 e Atlanta 1996, ai Mondiali in Malesia nel 1990 e a quello australiano nel 1994, più 7 Europei dal 1983 al 1995. In questa parte di carriera purtroppo le medaglie sono state poche ma preziose, come l’argento agli Europei di Brno in Repubblica Ceca nel 1995 e l’argento ai Giochi del Mediterraneo 1993. Nel 2013 è stata eletta nell’Italian Basket Hall of Fame.