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Do you remember? – Steve Burtt Sr.: un grande attaccante dal carattere “particolare”

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Il giocatore del quale parleremo nell’appuntamento odierno del Do You Remember? è uno dei più grandi cecchini visti sui nostri parquet, un’autentica mitragliatrice e macchina da canestro ma dal carattere difficile: la guardia Steven Dwayne Burtt sr., per tutti solamente Steve Burtt!

 

Nasce il 5 Novembre 1962 a New York nel quartiere di Harlem dove diviene in poco tempo un giocatore di tutto rispetto nel playground sotto-casa. Entra a Iona College nel 1980 e ci esce nel 1984 con laurea in criminologia, miglior realizzatore dell’ateneo, e, soprattutto, la disponibilità della chiamata per l’Nba. Nel draft del 1984 la scelta è amplissima, basti pensare a campioni assoluti come Michael Jordan, Hakeem Olajuwon, Charles Barkley e John Stockton. Steve viene scelto alla n°30 dai Golden State Warriors, passerà ai Los Angeles Clippers nel 1987, i Phoenix Suns nel 1991 fino ai Washington Bullets nel 1993. Si fa rispettare con una media di 11,1 punti a gara e in mezzo comincerà un girovagare intorno al globo mantenendosi sempre grande realizzatore passando nel campionato greco con l‘Iraklis Salonicco dove avrà una spiacevole avventura: verrà infatti bandito a vita dalla Serie A greca dopo aver realizzato una media di 30,5 punti a causa delle sue violazioni di droga per cocaina e hashish dopo un suo ritorno dagli USA nel novembre ’92. Passa ogni latitudine: in Francia al Gravelines, negli USA in Cba ad Albany e Oklahoma City, in Usbl al Westchester Stallion e in Israele al Maccabi Rishon.

Nel 1994 arriva nel nostro campionato, in A1 all’Illycaffè Trieste di Virginio Bernardi e della famiglia Illy, l’anno dopo la partenza dello sponsor Stefanel diretto a Milano con tutti i suoi giocatori. La squadra, composta da Zamberlan e Tonut, oltre a Burtt che assicurò una media di 29,9 punti a gara in campionato e 32,8 in Coppa Europa, raggiunse il 12.mo posto e fermandosi alla 2a fase, quindi non valido per i Play-off, Burtt non venne confermato in terra giuliana nonostante le sue cifre causa anche il suo carattere tutto “particolare”. Decide di chiamarlo insieme a Cattabiani per la stagione 1995-1996 la Reyer Venezia di Francesco Vitucci, che riuscirà a gestire il giocatore. Al PalaTaliercio nella Serie A2 continua a fare quello che aveva fatto a Trieste con cifre però migliori, 31,1 punti di media. A Venezia avrà la sua miglior stagione italiana personale, trova un gruppo italiano ben coeso con la presenza di Silvestrin, Mastroianni e Pietrini, che si compatterà ancor di più nonostante la squadra sia senza sponsor con stipendi quindi ridotti con l’avvocato Mauro Pizzigati a prodigarsi per salvare il marchio Reyer. La situazione societaria non influisce, la squadra lagunare finisce in Finale promozione contro la Koncret Rimini dopo che Venezia batté in 5 gare di Semifinale la Panapesca Montecatini di Mario Boni. La finalissima tra Venezia e Rimini si decide a gara 5, il 2 Giugno 1996, data che chi a Venezia ha più di 30 anni si ricorda ancora da far venire i lucciconi. Il primo tempo sembra regalare la gloria ai romagnoli che grazie a Angeli, Fox e Scarone chiudono la prima metà gara sul 53-35. “Recuperare un punto al minuto” Steve Burtt si trasforma e diviene “Superstar” prendendo per mano i suoi, scatenandosi con ben 41 punti in 40′. Il miracolo avviene, la Reyer vince 92-88 ed è Serie A per Venezia. Ma la gloria è di un attimo, la Reyer è già stata dichiarata fallita, una caduta che va sulle spalle del presidente Gerosa. I giocatori verranno ceduti uno a uno al miglior offerente.

Steve lascia così Venezia e ritorna per il 96-97 a Trieste in A1 ma la stagione sarà un fallimento con la retrocessione dei giuliani e Burtt tagliato dopo le prime 17 gare nonostante i suoi 34,1 punti di media, segno del suo carattere. Il suo ex allenatore a Venezia Vitucci decide di prenderlo e portarselo alla Casetti Imola per il 97-98 in A2. L’Andrea Costa con un progetto solido sale in A1 grazie al 3-2 in semifinale su Montecatini e il 3-1 in finale alla favorita Bini Viaggi Livorno grazie ai punti di Steve che viaggerà a una media di 26,8. Ma è ancora trasferimento in A2, questa volta alla Scandone Avellino. Steve ancora grande marcatore con 24,8, ma non basta ai bianco-verdi per un 12.mo posto. Anno successivo, ultimo in Italia, alla Dinamo Sassari: arriva a Gennaio ma la sua presenza con 22,9 punti non basta per salvare i sardi a cui non basta il cambio di tre allenatori per non retrocedere in B d’Eccellenza. Steve decide che può bastare. Suo figlio, con lo stesso nome, farà una comparsata in Italia con la maglia di Novara nel 2007 prima di un futuro da giramondo come il padre ottenendo la cittadinanza ucraina. Steve Sr. nel 2007 lascia il ricordo di miglior straniero dei primi 20 anni del club israeliano Maccabi Rishon. A Venezia lascia invece il ricordo di eroe della promozione del 1996. Steve Burtt Superstar!

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