Do you Remember? – Lynn Greer, il folletto da Temple che diventò Re di Napoli
Lynn Greer. Basta probabilmente soltanto il nome di questo straordinario giocatore per far scendere la lacrimuccia sul viso dei tifosi napoletani che, insieme a lui, hanno vissuto i fasti della propria storia cestistica, mentre oggi sono ripetutamente calpestati nell’orgoglio e nella dignità dai reiterati fallimenti. Nato a Philadelphia il 23 ottobre 1979, Lynn ‘Terence’ Greer non rappresenta però solo un bel ricordo nelle menti degli abitanti all’ombra del Vesuvio quanto uno degli elementi di spicco della nostra pallacanestro da dieci anni a questa parte. MVP della stagione 2005/06, la media punti a partita di Lynn (23.5. 22.6 considerati anche i playoff) rappresenta la più alta mai registrata in questo decennio. Gli unici due a superare i 20 punti di media sono stati James White (20.2) nella stagione 2010/11 e Tony Mitchell, nella stagione corrente, fermo a quota 20.5. Straordinario realizzatore, e dotato di un micidiale tiro mancino dalla lunga distanza, Lynn Greer fu il fiore all’occhiello di quella Carpisa Napoli che conquistò la Coppa Italia e la storica qualificazione all’Eurolega. Ma facciamo un passo indietro.
E’ a Temple, college di Filadelfia, che il giovane Lynn Greer si forma cestisticamente e dove (dal 1997 al 2002) è protagonista di un percorso culminato con il record assoluto di triple segnate
(305), di tiri liberi consecutivi realizzati (18/18) e secondo posto per punti realizzati (2.099 punti). E’ stato inoltre il primo in assoluto a Temple ad avere segnato per due volte almeno 40 punti in una partita, con un record di 47 punti contro Wisconsin. Terminato il college, nell’estate del 2002, il giovane Greer tenta l’approdo in NBA senza successo. Il primo contratto da professionista, esclusa la brevissima parentesi in Grecia al Near East, lo strappa in Polonia, allo Slask Wroclaw dove, con 20.4 punti di media, contribuisce in maniera determinante alla conquista della Coppa di Polonia. Nella sua stagione d’esordio, Lynn fa il fenomeno anche in Eurolega dove centra il titolo di capocannoniere della Regular Season con 24.29 punti (in 14 partite) precedendo gente del calibro di Macijauskas, Sabonis ed Anthony Parker. L’anno dopo si trasferisce alla Dinamo Russia, ma in terra moscovita raccoglie poco più di 9.7 punti in campionato e 13.1 punti in Uleb Cup.
E’ proprio la sua stagione poco brillante in Russia ad accendere la lampadina nella mente di Pier Francesco Betti, il nuovo GM partenopeo che scommise sul (semi)sconosciuto playmaker per raccogliere l’eredità di Mike Penberthy, beniamino di casa e del presidente Maione. Tra lo scetticismo generale di una città che è da sempre fedele alle vecchie abitudini, il folletto da Temple si presenta con 23 punti nella vittoria all’esordio a Teramo ma la scintilla coppia definitivamente dopo i 29 rifilati alla Climamio Bologna in quel memorabile 22 ottobre 2005 e, più precisamente, dopo questa cosina qui:
Un americano che con una ‘scugnizzata’ tutta napoletana, stende la storica Fortitudo Bologna e conquista un posto di diritto nel cuore di tutti i tifosi napoletani. Napoli, una città da sempre fedele al ‘Dio calcio’, poco a poco stava imparando ad innamorarsi della pallacanestro ma quella tripla centra nel segno. In città si avverte che l’aria sta cambiando, non è inusuale incontrare bambini che a Fuorigrotta giocano a basket con improvvisati (a dir poco) playground e con l’area da tre punti disegnata con gessetti. Napoli accompagna la sua squadra e Lynn ne è il Re indiscusso. Lynnafferabile, così ribattezzato dal pubblico napoletano, conduce la sua Napoli ad uno storico primato in classifica, insieme alle storiche Siena e Treviso, al termine della girone d’andata che vale il secondo posto alle Final Eight. Una Coppa Italia che la terribile Napoli porta a casa con un Lynn Greer dominante, ancora una volta. 24 i punti rifilati a Milano nei quarti di finale, 18 a Treviso e 22 alla Virtus Roma nella finale contro il suo amico fraterno David Hawkins. Quest’ultimo, eletto Mvp delle finali regalerà il trofeo a Lynn.
Lynn a Napoli si sente a casa, tanto che tra febbraio e marzo di quello stesso anno è lui in persona, insieme al suo procuratore, a proporre l’accordo
per il rinnovo del contratto anche per la prossima stagione. Un contratto che gli permettesse però di coltivare il sogno di calcare i parquet della NBA che ha solo visto da lontano. Quella NBA che finalmente raggiunge in estate, non prima di aver regalato alla sua Napoli una semifinale scudetto e la qualificazione all’Eurolega, con un contratto che lo legherà ai Milwaukee Bucks. La notizia arriva nel corso della Summer League di Las Vegas, precisamente il 18 luglio 2006, ed è lo stesso giocatore a comunicarlo al GM Pier Francesco Betti.
A volte però i sogni non son come li avevamo sognati. In NBA, l’ormai ex Re di Napoli gioca poco più di 10 minuti a partita realizzando appena 4.1 punti di media. La sua stagione oltreoceano è del resto segnata dalla prematura scomparsa, nel mese di gennaio, della moglie a causa di un tumore all’occhio. E’ uno degli avvenimenti che segnerà la vita e, probabilmente, anche la carriera di Lynn Greer. Nel settembre del 2007 il clamoroso ritorno in Europa ai greci dell’Olympiakos con un mega biennale, da tre milioni l’anno, che gli permetterà soprattutto di tornare a giocare. Arrivato con grandi ambizioni, il Greer visto in Grecia è ormai già lontano parente di quello dominante visto a Napoli e, prima ancora, in Polonia. 16.3 punti di media nella prima stagione e 12.2 nella seconda, senza riuscire e raggiungere alcun traguardo individuale.
L’ex Mvp del campionato italiano strappa un nuovo biennale, questa volta al Fenerbahce (dove nel 2009/10 conquista il suo primo ‘scudetto’). In Turchia non brilla, di nuovo, e nel 2011 accetta di tornare in Italia alla corte di una Armani Milano, al seguito del più clamoroso ritorno di Dan Peterson in panchina, che però non può che restare delusa dall’impatto dell’ex Milwaukee. In 21 minuti di media, Greer registra appena 10 punti a gara con le percentuali al tiro da tre che scendono dal fantasmagorico 48.3% dell’era Napoli all’appena 32%.
Dov’è finito Lynn Greer? Un giocatore dal talento incredibile ma che, in fin dei conti, è stato grande soltanto con due delle dodici maglie che ha vestito. Due maglie che lo hanno fatto sentire un Re ed altre dieci che non gli appartenevano. Il terribile lutto che ha colpito la compagna può aver influito ma, a sentir le parole di chi lo ha portato in Italia, come il GM Pier Francesco Betti, dei compagni nella sua stagione partenopea, o di chi, come l’ex GM dell’Azzurro Napoli Basket Antonio Mirenghi, lo ha vissuto dentro e fuori dal campo, parlano di un giocatore passionale, una persona sensibile e che non sempre è riuscito ad adattarsi agli stili di vita di città così diverse. La realtà è che Lynn è stato grande dove si è sentito coccolato dove, come in Polonia, ha vissuto la spensieratezza della prima esperienza europea grazie al supporto di tanti amici, e dove, come a Napoli, è stato glorificato come un Re. Re Lynn Greer, Lynnafferabile!
Photo: Alfredo De Lise
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