Do You Remember?: Il predicatore “Hy-Fly” Henry Williams
Il personaggio scelto per il Do You Remember? settimanale è un guardia che segnando una caterva di canestri negli anni 90’ si era guadagnato lo status di vero incubo per tutte le difese del nostro massimo campionato e di quelle europee, il suo nome naturalmente non può essere quello di “Hi-Fly” Henry Williams. Già in quel soprannome di “Hi-Fly” può essere raccontato tutto il personaggio: sempre sorridente e solare fuori e dentro al campo, ma soprattutto un vero prodigio della natura per doti atletiche nonostante un fisico abbastanza minuto (188 cm ad essere abbastanza generosi, e sicuramente non vicino alla soglia degli 80 kg nei primi anni italiani), e per quel suo arresto e tiro alla velocità della luce. Henry nasce a Indianapolis il 6 Giugno 1970, si forma all’Università di Charlotte 49ers, a proposito di ciò se siete nei pressi di Charlotte lo potreste incontrare nelle vesti di predicatore (già nei suoi anni italiani era usuale vederlo camminare con la Bibbia come sua fedele compagna di viaggio), e come detto in precedenza a causa della sua taglia ridotta non accende la fantasia degli scout Nba, e così una volta uscito dal college nel 1992 inizia la sua carriera professionistica con i Wichita F. Texans. Però, va detto, che negli anni universitari non passa completamente inosservato, infatti, si guadagnerà un posto nella spedizione americana (tra i compagni anche un certo Alonzo Mourning) per i mondiali del 1990 in Argentina, dove gli Usa vinceranno una medaglia di bronzo. Proprio con i Wichita sarà bravissimo a pescarlo e portarlo in Italia l’abile g.m. della Scaligera Verona Andrea Fadini. Henry arriva a fine Gennaio del 1993 a Verona, alla giovane età di 23 anni in un gruppo molto giovane, dove a fare da chioccia vi è l’esperto americano Sylvester Gray , con l’obiettivo di tornare nel massimo campionato di serie A1. La squadra scaligera centra l’obiettivo della promozione diretta in massima serie, viene eliminata in due equilibrate gare degli ottavi finale dei play-off da Cantù, e questa ottima stagione è marchiata a fuoco dalle prestazioni della guardia americana, autore di 24,3 punti di media con il 50% da tre punti. L’anno successivo in serie A1 è la stagione della consacrazione per Henry in Italia, in quella fantastica annata 1993/94 realizza ben 25,5 punti a partita con il 58% da due e quasi il 40% da tre, e la sua Glaxo Verona, allenata dal “prof” Marcelletti, arriva fino alla semifinale scudetto battuta in gara 3 al PalaDozza dalla Virtus Bologna di Danilovic e degli Moretti e Morandotti. La stagione successiva Hi-Fly si ripete sulle stesse medie realizzative (25,3 punti), la sua Glaxo arriva fino ai quarti play-off, ma adesso è pronto per lui il grande salto in un club più forte, e che abbia come obiettivo quello di primeggiare in Italia ed in Europa. Il club in questione non può essere che la Benetton Treviso, una squadra in cerca di riscatto dopo alcune stagioni in chiaro scuro, alla quale approda nell’estate del 1995 e prende la non facile eredità di Petar Naumoski. Sotto la gestione di coach D’Antoni, Henry si conferma un cannoniere mortifero (ancora 25,0 punti di media, ma sarà l’ultima stagione con tali medie realizzative per l’esterno di Indianapolis), ma i tutti verdi si devono arrendere nella semifinale scudetto in tre gare alla Fortitudo Bologna, ma l’anno successivo (20,8 punti di media per Hi-Fly), l’ultimo della gestione D’Antoni , arriverà il trionfo nella finale scudetto proprio contro la Fortitudo in una vibrante serie risoltasi solo in gara 5 al Palaverde, oltre ad una semifinale in coppa Korac. La stagione 1997/98 si apre con la vittoria in Supercoppa Italiana, ma la prima stagione con il nuovo coach Zelimir Obradovic in panchina, con il quale Henry (19,2 punti a partita in campionato) non avrà lo stesso rapporto idilliaco che lo legava a D’Antoni, si chiuderà con la cocente delusione dell’eliminazione ai quarti di finale play-off contro la Reggio Emilia di Dado Lombardi, mentre soltanto qualche giorno prima la Benetton era stata beffata nella semifinale di Euolega dall’Aek Atene, poi sconfitta in finale dalla Virtus Bologna. La stagione 1998/99 sarà l’ultima per Hy-Fly (19 punti di media) al PalaVerde, dove ormai è il principale beniamino della folla trevigiana ed ancora oggi il suo ricordo è indelebile in quella terra, e si concluderà con la prestigiosissima vittoria della Coppa Saporta in finale contro il Pamesa Valencia, mentre per una Benetton, arrivata abbastanza scarica di energie psicofisiche all’appuntamento, ci sarà la pesante sconfitta nella finale scudetto per 0-3 contro la scatenata Varese di Andrea Meneghin e Pozzecco. Williams lascia Treviso, ma non l’Italia, infatti approda all’Adr Roma, dove il presidente Toti ha sempre più il desiderio di riportare la Virtus ai precedenti fasti del BancoRoma, e lo dimostra con ingenti investimenti nell’anno del Giubileo. La stagione 1999/2000 si apre bene per i romani vincitori della SuperCoppa Italiana, ma le strade sia in campionato (18,6 punti per Henry di media) che in Coppa Korac si fermeranno ai quarti di finale. Dopo solo una stagione si chiude il rapporto con la Virtus, e Henry tornerà al suo primo amore cioè la Scaligera Verona, con l’allora Muller confeziona ancora ottimi score (17,5 punti a partita), parteciperà anche all’Eurolega, ,ma la sua ultima stagione nel campionato di massima serie si chiude senza la qualificazione ai play-off. Ultima stagione in A, perché l’anno successivo Hy-Fly arriverà in corsa nel campionato di Legadue alla Di Nola Napoli, che intanto ha visto arrivare sempre in corso d’opera in panchina Piero Bucchi. La squadra napoletana trascinata da Williams (19,6 punti in regular season e 15,1 punti nei play-off), Mike Penberthy e Dontae Jones centrerà l’impresa della promozione in massima serie al termine di un’estenuante serie play-off conclusasi solamente con la vittoria in gara 5 sul campo di una forte Reggio Emilia. Con la promozione napoletana in A si chiuderà l’avventura di Henry in Italia, ma non si chiuderà mai rapporto di stima ed affetto dei tifosi nei confronti di Hi-Fly, campione con l’animo del predicatore e con quel sorriso coinvolgente da attore televisivo.