fbpx
Home Editoriali Do you remember? – Delonte Holland: il giramondo che ne mise 50 in faccia al Gallo

Do you remember? – Delonte Holland: il giramondo che ne mise 50 in faccia al Gallo

0

Di talento ne ha forse anche troppo. Peccato che forse la sua classe raramente sia stata supportata da una stabilità caratteriale come dimostrano le ben 19 canotte cambiate in “soli” 9 anni di carriera. Parliamo di Delonte Holland, un vero giramondo della palla a spicchi, americano di Greenbelt (Maryland), classe ’82.

Il suo rapporto con l’Italia inizia nel 2005 quando l’allora Navigo.it Teramo sceglie lui per ricoprire lo spot di ala titolare, lui che è reduce da una stagione in Serbia all’Atlas Belgrado ad oltre 22 di media. Quella degli abruzzesi si rivela una stagione tutto sommato positiva: Boniciolli in panchina dirige un’orchestra di buon livello con solisti del calibro proprio di Holland, Joe Crispin (all’esordio in Italia e poi anche a Brindisi e Barcellona) e Pervis Pasco (che proprio in Abruzzo scriverà la sua migliore stagione italiana). E’ in questo contesto che la squadra, partita con l’intento di salvarsi, raggiunge l’obiettivo con relativa tranquillità e relativamente tranquilla sarà anche l’annata del nostro Delonte che infatti non cambierà squadra nel corso della stagione (rarità per lui). L’inizio non è esaltante (1 vittoria in 4 partite) ma nelle successive quattro apparizioni arrivano tre successi (con Livorno, Cantù e soprattutto Milano) con Holland che dà il meglio soprattutto con le due lombarde segnando rispettivamente 23 e 22 punti. Scaldata la mano non si ferma più: 28 punti contro Roseto, 25 contro Biella, 28 contro Varese. Nel girone di ritorno non è da meno e ne mette 22 contro Reggio Emilia, 31 contro Treviso, 30 contro Cantù, 27 contro Udine, 26 contro Avellino, 30 contro la Fortitudo, 26 ancora con Biella e 32 contro Capo d’Orlando, giusto per citare le prestazioni più eclatanti. Alla fine per Holland saranno 18.6 punti, 5.6 rimbalzi e 1.8 assist di media.

E’ palese che il ragazzo non possa lottare solo per la salvezza ed è per questo che approda a Varese con l’obiettivo di giocarsi i playoff, obiettivo che puntualmente viene raggiunto anche grazie ai suoi 17.5 punti, 4.8 rimbalzi e 1.5 assist di media. E’ la definitiva consacrazione e soprattutto è il momento di spiccare il volo verso lidi più importanti. Ad aggiudicarsi uno dei pezzi pregiati del mercato 2007 quale è Delonte, è il presidente dell’ambiziosa Virtus Bologna Claudio Sabatini, desideroso di detronizzare i campioni d’Italia della Montepaschi Siena. Oltre all’ex teramano, infatti, quella Virtus può annoverare in panchina Stefano Pillastrini, autore del “miracolo Montegranaro”, e in campo gente come Travis Best, Brett Blizzard, Dewarick Spencer ed Alan Anderson. Le aspettative sono alte anche in virtù della finale scudetto raggiunta l’anno precedente e, a guardare le prime giornate, le cose sembrano andare anche bene: quattro vittorie e una sola sconfitta danno il momentaneo secondo posto in classifica per la squadra e quasi 14 punti di media per Holland. Ma è solo un fuoco di paglia perchè dopo neanche un mese di regular season le cose precipitano: arrivano ben quattro sconfitte consecutive due delle quali contro gli acerrimi rivali della Fortitudo e della Montepaschi Siena. La frittata è fatta: la squadra precipita in un buco nero dal quale non sembra poter uscire. Sotto accusa ci finisce anche un incostante Holland che a metà dicembre cambia aria e ritorna (in prestito) a Varese con la speranza di ripetere i numeri dell’anno precedente. Varese però, rispetto alla stagione precedente, è cambiata ed è infatti impelagata nelle sabbie mobili della zona retrocessione. Delonte prova a risollevare i lombardi ma non ci riesce e, nonostante i suoi 25 punti (ne mette 50 con 18/31 dal campo contro Milano) e quasi 5 assist di media, Varese finisce in Legadue.

Da qui Holland inizia un lungo, assurdo ed incredibile girovagare che lo porterà a perdere contatto col basket che conta. Dopo un anno avaro di soddisfazioni, decide infatti di cambiare aria e va in D-League ma presto arriva il taglio per infortunio. A Marzo 2009 è nuovamente in Italia, a Roseto in Legadue, ma anche qui l’avventura dura solo poche partite (7 per la precisione a oltre 16 di media) e gli abruzzesi retrocedono prima e rinunciano alla Dna poi. La stagione successiva è a Besançon ma anche qui solo una “toccata e fuga” da 4 partite e nuova retrocessione. L’Italia però non lo dimentica e così, dopo una parentesi in Arabia, San Severo, all’esordio in Legadue pensa proprio a lui come colpo da regalare ai tifosi. Ancora una volta però le aspettative non vengono rispettate e dopo solo quattro partite rescinde e vola via. Nel 2010, lasciata la Puglia, cambia altre due squadre (Al-Rijadi Beirut e Dnipro), nel 2011 ben 3 (Club 9 de Julio, Guerreros de Bogotà, ed Atrenas Cordoba), nel 2012 addirittura 4 (Toros de Aragua, Leones de Santo Domingo, Halcones UV Xalapa ed Islanders de San Andreas). A Dicembre 2012 si trasferisce in Libano, all’Antranik Beirut (oltre 25 punti di media), poi a Marzo il ritorno ai Toros de Aragua (Venezuela), squadra nella quale però non resta neanche un mese. Da aprile il buon Delonte è a spasso. Difficile rivederlo in Italia, molto probabilmente lo ritroveremo a girovagare nel sottobosco del basket mondiale e a raccontare agli sconosciuti compagni di quando ne mise 50 in faccia ad un certo Danilo Gallinari.

© BasketItaly.it – Riproduzione riservata