NBA PLAYOFFS – Giannis coach, il Portis che non t’aspetti e la macumba fatta a Young: storia di una Eastern Conference Final unica
E’ corretto dire che i playoff che si stanno giocando quest’anno siano un po’ anomali? Forse si. D’altronde se la stagione scorsa, conclusasi nell’ormai leggendaria Bolla di Disneyworld ad Orlando, si poteva dire decisamente anomala se non grottesca a causa delle tempistiche ristrettissime e dell’assenza di pubblico, quella che si sta concludendo non può essere considerata la stagione della ripresa, perlomeno non ancora “quella” stagione. Aggiungendo a ciò il fatto che il sistema NBA è di per sé un sistema che aiuta le squadre più deboli col sistema del Draft, non bisogna troppo sorprendersi se nella finale di conference ad Est si sono trovate di fronte i Milwaukee Bucks, che non giocano una finale NBA dal 1974 (e hanno vinto un solo titolo nel 1971) e gli Atlanta Hawks, squadra dal pedigree rispettabilissimo negli ambienti e nella storia NBA ma che non vincono un titolo dal venerando 1958. Di certo, nonostante le anomalie, Bucks e Hawks hanno entrambe meritato questa finale di conference appena conclusasi.
Giannis coaching up his brother Thanasis during the game ✊
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— Bleacher Report (@BleacherReport) March 10, 2020
Giannis Antetokounmpo poteva ben disperarsi dopo l’infortunio in gara 4. Lasciare i Bucks soli soprattutto dopo che Atlanta aveva riacciuffato il 2-2, e nonostante la bella vittoria di squadra di Milwaukee in gara-5, poteva davvero essere fatale – considerato il rientro di Trae Young nella decisiva gara-6 mentre il greco si sarebbe seduto ancora in panchina. Eppure the Greek Freak si è travestito da…Mike Budenholzer e ha incitato, incoraggiato, dispensato consigli, regalato pacche e sorrisi ai compagni per tutto il tempo, mostrandosi come quel leader sul quale i Bucks hanno scommesso ed investito tempo e denaro in questi anni. Si può decisamente dire che una delle più belle scoperte di questi playoff per i Bucks sia davvero stato il fenomeno greco, visto decisamente cresciuto da grande stella a campione. E senza dubbio una delle ragioni di questa vittoria del titolo ad Est della franchigia del Wisconsin.
Un’altra ragione dell’ago della bilancia che ha propenso per i Bucks è indubbiamente stato l’impatto di Bobby Portis, Jr., giocatore trovatosi ai Bucks quasi per caso – avrebbe dovuto essere pedina nello scambio coi Kings per portare Bogdan Bogdanovic in Wisconsin, poi saltato proprio in favore di Atlanta – e sorprendentemente lanciato in quintetto da coach Bud con risultati più che dignitosi (12.5 punti e 6.5 rimbalzi di media) soprattutto limitando Capela, miglior rimbalzista in NBA quest’anno.
BOBBY PORTIS ENERGY!! pic.twitter.com/4VSDiNn0g7
— Milwaukee Bucks (@Bucks) June 26, 2021
La storia di Portis fa da contraltare alla sfortuna invece occorsa a Trae Young, con quel piede appoggiato su quello di un arbitro in gara-3 e qualcosa che si è rotto nel genietto futuro MVP di Atlanta. La stessa gara-3 va ai Bucks che si riappropriano del fattore campo, Young salta gara-4 nonostante Atlanta riesca a pareggiare i conti con un grande Lou Williams ma alla fine, al suo rientro in gara-5, non riesce più ad incidere come prima di quel maledetto piede appoggiato male. Atlanta non può competere contro l’esperienza e la fame – oltre che la chimica di squadra collaudata – di Milwaukee. Nonostante l’impatto gigantesco del nostro Danilo Gallinari, con 13.5 punti in soli 23 minuti ma con una presenza in campo da leader vero, veterano consumato alla sua prima finale di Conference in carriera: no, non può bastare perché gli Hawks hanno bisogno di leader. E Trae non lo è ancora, non ha ancora l’esperienza sufficiente. Lo sarà, così come lo sarà Cam Reddish, esploso in gara-6 alla sua seconda gara dopo mesi di assenza con 21 punti e alcune giocate da All-Star. L’ex Duke rappresenta il vero futuro della franchigia assieme a Young – un backcourt che potrebbe portare più di un titolo in Georgia.
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Che ne sarà di Giannis in finale? Si gioca di strategia e di pretattica anche – e soprattutto – una finale NBA. I Milwaukee Bucks non si sbilanciano e lo dichiarano “doubtful” per gara-1, ma un Giannissorridente, carico e molleggiato come quello visto in gara-6 non e’ un Giannis che sa che in finale non ci sarà. Aspettiamocelo eccome quindi, pronto a fare fuochi d’artificio. E pazienza se la sua Grecia non ci sarà alle Olimpiadi, la sua fame sarà ancora più grande – con buona pace di CP3, che anche lui di fame un pochino ne ha…ma questa è un’altra storia.