fbpx
Home Editoriali Euroleague: il punto della situazione dopo 10 partite, squadra per squadra

Euroleague: il punto della situazione dopo 10 partite, squadra per squadra

0

jasmin-repesa-milano-2016-11-27

Dopo 10 partite, 1/3 della stagione regolare di Eurolega, è tempo di riepilogare la situazione di ogni squadra, in ordine di classifica.

Cska Mosca 9-1

Come ampiamente prevedibile, la corazzata russa è in testa alla classifica con 2 vittorie di vantaggio sulle inseguitrici. L’unica caduta stagionale è arrivata alla settima giornata contro il Darussafaka, partita in cui si è anche infortunato l’Mvp in carica De Colo alla coscia. L’assenza del francese, se prolungata nel tempo, potrebbe mettere qualche granello di sabbia nei perfetti ingranaggi del Cska. D’altronde, Milos Teodosic ha dimostrato di poter alzare ulteriormente il suo livello di gioco per sopperire alla sua mancanza: 30 punti e 7.6 assist di media nelle ultime tre vittorie. Il resto della squadra si è raccolto attorno al suo leader: sempre un grandioso difensore Hines, utile l’aggiunta di James Augustine per portare altri centimetri in area, preciso Vorontsevich dalla lunga (62%). Menzione d’onore per Kurbanov, fattore decisivo per i moscoviti seppur con statistiche non esaltanti.

Real Madrid 7-3

Il Real è partito rinnovando il reparto guardie e aggiungendo atletismo in area con gli arrivi di Randolph e Hunter, entrambi ben inseriti ed efficaci( rispettivamente 11 e 8 di media con buone percentuali). Nocioni sembra ormai a fine carriera e raramente vede il campo mentre Thompkins lascia spazio ai più esperti compagni in Europa. Se il reparto lunghi è forse il più profondo e versatile della competizione, lo stesso non si può dire delle guardie. Doncic, dopo un inizio esaltante, è calato e non si prende molte responsabilità in attacco. Fernandez pare aver perso lo smalto dei giorni migliori e ha difficoltà soprattutto nel battere l’uomo in penetrazione (35% da due). Insomma, tutto è nelle mani di Llull, che sta vivendo una stagione da Mvp assoluto: 18.9 di media, 6 assist, e quarto miglior giocatore per Index Rating. Basterà la sua leadership per impensierire le big? Due delle tre sconfitte sono arrivate a Mosca e in casa del Fenerbahce, entrambe per un solo punto. Buoni risultati per una squadra in crescita o segno di una qualche lacuna rispetto alle rivali?

Fenerbahçe Istanbul 7-3

L’ultima vittoria casalinga contro il Real ha consentito a Obradovic di non perdere terreno nei confronti delle dirette concorrenti. La stagione non è stata brillante come molti si attendevano, anche a causa di alcuni infortuni, tra cui quello di Bogdanovic alla terza giornata. Senza il serbo manca imprevedibilità alla manovra offensiva dei turchi, che possono tuttavia contare sul miglior lungo d’Europa, statistiche alla mano: Ekpe Udoh (11+ 7.6 per 18 di valutazione). Nonostante una stagione fino a questo momento sotto tono per Datome, in evidente difficoltà fisica, il Fenerbahce è ancora sul podio della classifica. Anche Antic non ha reso come previsto, ma ci sono in particolare due giocatori che hanno fatto uno step decisivo nella loro carriera, Sloukas e Kalinic. Il play greco è un trascinatore, le sue scelte sono ottime (55% da tre, 5.4 assist di media) e la sinergia con Dixon è perfetta. Kalinic è infine esploso, diventando uno dei migliori glue guys , mettendo a disposizione il suo fisico a rimbalzo (3.9 di media) e in difesa. Se Obradovic riuscisse a trovare un contributo costante da Nunnally, al ritorno di Bogdanovic le potenzialità offensive del Fenerbahce aumenterebbero a dismisura.

Olympiacos Piraeus 6-4

L’outsider dietro alle tre corazzate sembra essere l’Olympiacos, forte di un apparentemente  ringiovanito Vassilis Spanoulis che guida i suoi con 15+6.9 assist. Il fenomeno greco però mette a referto anche 4.2 palle perse, tallone d’Achille per chi, come lui, gestisce la maggior parte dei possessi più scottanti. Il destino dei greci passerà dalle prestazioni di Birch, ottimo fino a questo momento (8.4+7 rimbalzi), e di Patric Young, ancora utilizzato con il contagocce e apparso spaesato dopo una stagione ai box per l’infortunio al crociato. Le certezze si chiamano invece Printezis, decisivo nel derby contro il Pana, e Matt Lojeski, giocatore concreto ma troppo spesso sottovalutato (10 con il 60% da due e il 50% da tre!). La solita coriacea difesa, terza in Eurolega, può vantare un Hackett il cui contributo in campo va ben oltre le cifre non entusiasmanti (5.3 e 1.6 assists). Desaparecido Papanikolaou (12% da tre!), urge una soluzione per coach Sfairopoulos. L’Olympiacos rimarrà la solita squadra quadrata ed efficace, ma l’impressione è che manchi qualcuno che affianchi Spanoulis  per stare al passo delle big.

Baskonia Vitoria 6-4

Ha percorso una via tortuosa il Baskonia fino alla decima partita, alternando vittorie convincenti (su Real e Fenerbahce tra le altre) a prestazioni negative (Milano e Kaunas).  Tuttavia, la squadra di Sito Alonso si trova ad inseguire le big di Europa, con un record inaspettato ad inizio anno. Il potenziale è enorme, ancora più alto di quanto sia stato espresso fino a questo momento, al netto dei numerosi infortuni che hanno inficiato l’avvio di stagione. Bargnani, come sempre, fa la spola tra infermieria e campo, dove alterna lampi di talento a pause imbarazzanti. Gli oltre 12 di media non bastano a giustificare un atteggiamento arrendevole nella difesa del ferro: il Mago ha movenze da guardia sia in attacco (a tratti immarcabile, prima dell’infortunio) che in difesa (pochi aiuti decenti). Per fortuna la geniale dirigenza del Baskonia ha pescato un asso nel ruolo di centro, Voigtmann, che sopperisce alle lacune di Bargnani (12+7.3 e quasi 18 di valutazione). La coppia Larkin-Beaubois può mettere a ferro e fuoco qualsiasi difesa perché entrambi sono capaci di segnare in qualsiasi modo, mentre Hanga costituisce il collante ed è la vera chiave del successo dei baschi. Il passaggio del turno sembra decisamente alla portata, ma arriveranno altre prestazioni deludenti vista la discontinuità della squadra.

Maccabi Tel Aviv 5-5

La stagione degli israeliani ha avuto un inizio balbettante, con 2 sconfitte nelle prime due partite, l’esonero di Edelstein e lo scarso rendimento di Weems, criticato anche dal santone Pini Gershon. Ma dall’arrivo del nuovo allenatore Hadar il record è positivo, nonostante il Maccabi rimanga squadra dal rendimento impronosticabile. I due migliori marcatori sono infatti Goudelock e Weems, tanto talentuosi quanto volubili. Il Mini Mamba segna 16 di media con ottime percentuali (53% da due e 42% da tre), così come sono buone quelle di Weems (13.4, addirittura il 63% da due a fronte di uno scarso 35% da tre), ripresosi dopo un avvio sconcertante. Meglio Iverson del più atteso Zirbes, ma ciò che sembra mancare maggiormente alla squadra che perde più palloni nella competizione (14.4 a partita) è un play. Inadeguato Mekel, insufficiente Ohayon, mentre Goudelock è più uno scorer che un ragionatore. L’ultima sconfitta casalinga contro l’Efes ha risollevato una diretta concorrente al passaggio del turno e ha fatto riaffiorare dubbi sulla continuità della squadra.

Panathinaikos Athens 5-5

I Verdi di Atene hanno vinto quando dovevano, ma non sono ancora arrivati risultati contro avversari di lusso (L con Cska, Real, Oly e Barça). Tuttavia, la squadra ora allenata da Pascual dispone di un atletismo e una versatilità enormemente maggiore rispetto allo scorso anno, caratteristiche che le hanno permesso una difesa aggressiva ed efficace. Gravissima in questo senso la perdita di Gist, prontamente rimpiazzato da un buon giocatore come Kenny Gabriel, fondamentale il ritorno di Mike James per dare fiato a Calathes e imprevedibilità all’attacco. Il play greco-americano ha trainato i suoi fino a questo momento, con 13 punti frutto del 51% da due e del 29% da tre conditi con 6.9 assist di media per una valutazione di 17,4. Splendido Singleton che apre l’area con il suo tiro (60% da due e 42% da tre) e regge qualsiasi cambio, mentre deve ancora trovare la forma migliore Bourousis. Quando i ranghi saranno completi e la squadra avrà definitivamente ingranato, il Pana avrà tutte le carte in regola per giocarsela anche con avversari più quotati.

Darussafaka Dogus Istanbul 5-5

La squadra di Blatt è stata l’unica in grado di battere il Cska. Tuttavia, dopo quell’insperata vittoria, sono arrivate tre sconfitte consecutive, che portano i turchi a metà classifica, più o meno come previsto. Sotto la saggia guida di Blatt la squadra non potrà che guadagnare in continuità, nonostante il valore del reparto lunghi non equivalga a quello delle guardie. Il generale in campo è Wanamaker, 14 punti in 32′, ma la scoperta sensazionale è Will Clyburn. L’ala americana è capace di segnare in qualsiasi modo, dispone di un primo passo incontenibile e una capacità di concludere al ferro fuori dalla norma. Non ama il tiro da tre, ma sta migliorando anche sotto questo aspetto (14 con 52% da due, 39% da tre, 4.7 rimbalzi e 13 di valutazione, secondo dietro al succitato Wanamaker). L’infortunio di Slaughter potrebbe rivelarsi più grave del previsto, perché toglie presenza  sul pick ‘n’ roll e sui cambi difensivi. Si attende anche il ritorno in campo di Harangody.

Anadolu Efes Istanbul 5-5

Anche la stagione dell’Efes non è iniziata sotto i migliori auspici, ma coach Perasovic sembra aver ritrovato una certa quadratura, dimostrata a Tel Aviv nel decimo round. La difesa è la terza peggiore della competizione, inspiegabile per una squadra che vanta atleti del calibro di Osman, Honeycutt e Dunston, ex miglior difensore di Eurolega. La risposta è da cercare in un reparto guardie troppo leggero: escluso Granger, non c’è un difensore di livello e gli aiuti al ferro spesso non sono sufficienti. Ad aggravare la situazione si mette l’inadeguatezza di Omic a questo livello, che costringe Perasovic ad utilizzare Brown da 5 per dare fiato a Dunston. Ad un roster di grande  valore mancano quindi un centro e una guardia pura, dato che Cotton non ha garantito quanto promesso. Heurtel è il leader tecnico, ma Derrick Brown si prende tutti i riflettori. Liberato dall’ingrombrante presenza di Saric, è esploso con tutta la sua potenza sui due lati del campo. 13.5 punti, 6.6 rimbalzi e 3 assist di media per oltre 18 di valutazione sono il risultato.

Barcelona Lassa 5-5

Il -39 subito contro il Real Madrid è stato definito il peggior momento della propria carriera da Bartzokas. La stagione dei catalani è stata tormentata dagli infortuni, prima Koponen, poi Ribas (stagione finita), infine Doelmann e Claver, oltre a Navarro e Lawal, sempre infortunati. Il Barcellona non ha certo mostrato un buon basket, ma il coach greco è riuscito a limitare i danni e la squadra non potrà far altro che migliorare nel prosieguo della stagione. Bartzokas può vantare la miglior difesa di Eurolega (73.7 subiti, nonostante la sberla dal Real) e sul peggior attacco (70.6). Con il ritorno di Doelmann e l’innesto di Renfroe questo dato sarà presto corretto, mentre la difesa dovrà rimanere di questo livello per sopperire alle lacune di Tomic. Preziosissimo il contributo di Claver nella propria metà campo, ma  la sorpresa della stagione è Vezenkov, 6.8 punti con il 52% da tre. Nella squadra a ranghi completi potrà aumentare le sue percentuali anche un Tyrese Rice finora troppo accentratore (44% da due, 28% da tre e 2.3 turnovers).

Zalgiris Kaunas 4-6

Coach Jasikevicius sta riuscendo nell’impresa di far sognare alla nazione lituana un passaggio del turno assolutamente impronosticabile ( e ancora difficilissimo, ovvio). Lo Zalgiris è forse la squadra meno pronta fisicamente, nonostante abbia alcune frecce interessanti al proprio arco. I veterani Jankunas, Motum e Kavaliauskas hanno fornito, alternandosi, ottime prove balistiche, mentre Westermann è finalmente pronto per competere al massimo livello europeo (10+4+5.4). Chi invece ha subito enormemente il salto di categoria è Pangos, spesso schiacciato fisicamente dal diretto avversario (indicativo il 26% da due). Deludono anche Lima, che denota lacune di Q.I cestistico, e Seibutis. Jasikevicius continuerà quindi ad affidarsi al letale pop di Jankunas e a dare fiducia ai giovani che, dopo essere stati redarguiti pesantemente, hanno risposto presente nelle ultime 4 gare, vincendo anche nell’infuocata atmosfera di Belgrado.

Crvena Zvezda Belgrado 4-6

I serbi sono probabilmente la squadra con meno talento offensivo della competizione, ma sono ancora in lotta per un insperato posto ai playoff. Bisogna forse iniziare a rivalutare il lavoro di Radonjic, capace di forgiare la mentalità al punto di ottenere la seconda miglior difesa della competizione, a fronte del secondo peggior attacco. In effetti affidarsi a Jenkins, 8 di media, nei momenti di siccità offensiva non è garanzia di successo. La guida tecnica è Stefan Jovic, play fisico e passatore, senza il quale viene a mancare ordine nella manovra compassata della Stella Rossa (5 assist di media ma solo il 28% da tre, e i suoi difensori passano sotto ai blocchi). Simonovic risulta essere il più affidabile (12.5 con il 47% da tre), mentre è impreciso Bjelica(18% dalla lunga), usato da 5 come cambio di Kuzmic. Si attendono passi avanti più consistenti da parte di Dangubic e Guduric, i più talentuosi e al contempo i più discontinui per i serbi. I tifosi di Belgrado saranno come sempre il sesto uomo in campo. Basterà?

Emporio Armani Milano 4-6

Il pendolo dell’Armani Milano oscilla senza sosta, dall’apice al disastro nel giro di pochi giorni (W con il Baskonia, L a Belgrado). L’ultima striscia di sconfitte maturate a Belgrado, Kazan e contro il Fenerbahce, ha scosso l’ambiente e inevitabilmente tolto fiducia. Complice il calo vistoso di colui che dovrebbe tenere le redini del gioco, Hickman, i milanesi non sono riusciti a opporre una resistenza sufficiente agli avversari, finendo primi per punti concessi (più di 90!) dopo dieci gare. Incredibile quanto possa essere abulico Raduljica, che ha lasciato spazio a un ben più concreto McLean (9.3+4.8 rimbalzi e la seconda miglior valutazione di squadra). L’intrigo Gentile ha contribuito a fare dell’ex capitano, potenziale stella di Eurolega, un giocatore normale, che tende a far faville nei quarti iniziali per poi spegnersi quando conta (il 21% dall’arco non aiuta a variare un gioco basato sull’esuberanza fisica, meno efficace quando calano le energie).  Il miglior giocatore diventa dunque Sanders che, schierato sempre e solo da 4, porta al suo mulino 14 punti con il 52% dal campo. Incomprensibile la scelta di Repesa di non dare spazio a Cerella, Cinciarini e concedere solo pochi minuti a Pascolo: i tre italiani, pur con i loro limiti, potrebbero aiutare a conservare le energie dei migliori giocatori per gli ultimi quarti.

Unics Kazan 3-7

Un solo uomo al comando: Keith Langford. Primo per valutazione e top scorer dell’intera competizione, l’ex Milano sta sfoderando prestazioni strabilianti a ripetizione (23 e 4.2 assist di media, con 42% da due e 40 da tre), tenendo Kazan ancora in linea di galleggiamento nonostante i molti infortuni. I lungodegenti Ponkrashov e Clarke sono stati rimpiazzati da Stoll e Orlando Johnson, chiaramente due seconde scelte. Gli altri due big a disposizione di Pashutin sono Colom e Parakhouski. In particolare il centro bielorusso sta dominando sotto le plance, con 12 punti, 6 rimbalzi e quasi due stoppate, oltre ad una presenza costante. Ma se le attenzioni di ogni difesa sono incentrate su questo trio, è necessario che gli altri giocatori segnino con continuità sugli scarichi: il 33% di squadra dall’arco ha finora condannato Kazan. In declino soprattutto fisico Kaimakoglou. Attenzione al recente innesto del giovane centro Klimenko.

Galatasaray Istanbul 3-7

Partenza imbarazzante per il Galatasaray, che ha perso le prime 5 della stagione con una difesa che faceva acqua da ogni parte e un attacco discontinuo. Ataman ha poi ripreso il controllo della situazione, almeno in parte, escludendo completamente Russ Smith e parzialmente Dentmon. Tuttavia, proprio il coach è il principale indiziato per un avvio tragico, a causa di rotazioni incomprensibili che tolgono ritmo e fiducia ai giocatori. Prima solo Tyus da centro e Micov da tre, ora vengono impiegati in pianta stabile Pleiss e Schilb. Poca fiducia concessa a un giocatore intelligente come Preldzic, inesistenti nelle prime gare gli schemi per liberare Diebler al tiro. Uno dei migliori giocatori in avvio, Daye(12 di media nelle prime sei in più di 23′ di utilizzo, 7 punti totali nelle successive quattro in meno di 10′), ultimamente è meno sfruttato e quasi ai margini. Il capro espiatorio della gran confusione creata da Ataman è stato Smith, non certo un fenomeno ma un possibile play di ricambio che ora non è più a disposizione, e costringe Guler agli straordinari. Insomma, la risalita del Galatasaray dovrà passare per un diverso atteggiamento del suo allenatore.

Brose Bamberg 2-8

La delusione della competizione fino a questo momento. Le 8 sconfitte sono arrivate con uno scarto medio di 2,5 punti, tre di queste per un solo punto. Alla squadra di Trinchieri manca sempre qualcosa per reggere nei finali. Una delle ragioni principali è la rotazione ristretta: la squadra tedesca avrebbe giocatori arruolabili (Veremeenko e Harris, infortunati, sono appena tornati a disposizione), ma Trinchieri si fida solo dei soliti noti, in debito di ossigeno nei quarti quarti. Il Bamberg è l’unica squadra ad avere 5 giocatori che giocano più di 25 minuti. Tra questi, lo stakanovista è Melli, che nei 31 minuti sul parquet produce 12.5 punti (50% da due e addirittura 58% da tre), 7.7 rimbalzi e 2 assist, finendo quarto in Eurolega per valutazione e secondo come rimbalzista. Al fianco di Melli non è sufficiente Theis, encomiabile per la grinta con cui si oppone ad avversari più potenti di lui. Trinchieri per provare a risalire dovrà ottenere un maggior contributo da Miller, ago della bilancia in attacco, e magari dare fiducia a Maodo Lo, la più fisica delle sue guardie.

© Basketitaly.it – Riproduzione riservata