Pessimismo cosmico in casa Virtus Roma, dopo la decisiva sconfitta di Porto San Giorgio ai playout contro Recanati che ha sancito la salvezza dei marchigiani e il prosieguo dell’incubo per i capitolini. Che dovranno ora cercare di scampare una clamorosa retrocessione sul campo in B nella finalissima playout contro una tra Omegna e Jesi (al momento sul 2-2), in un contesto ambientale che definire “movimentato” è un eufemismo
Ha fatto rumore infatti la sospensione di Attilio Caja da capo allenatore della Virtus, in seguito allo sfogo post gara 3 con cui l’allenatore pavese avrebbe mandato tutti a quel paese, inferocito per la blanda difesa dei suoi che ha permesso ai marchigiani di insaccare senza troppe contestazioni ben 20 triple; l’agire di Caja non è piaciuto per niente al presidente Toti, che non ha gradito vedere il suo allenatore abbandonare la barca nel momento più duro, optando così per la sospensione a favore del vice Riccardo Esposito. Il fatto non si è esaurito lì perché è nato un balletto vero e proprio sulle virtuali dimissioni del coach: secondo la vulgata Caja le avrebbe presentate a fine partita,per poi ritirarle in seguito a un chiarimento con la società – dimissioni smentite però dallo stesso allenatore –senza però convincere troppo Toti a lasciare la panchina a un tecnico sull’orlo di una crisi di nervi: “Alcuni tifosi mi hanno aggredito e in un momento di stress ho reagito in quel modo, ma la società mi ha difeso” ha sottolineato Caja. Insomma, un’arietta per nulla positiva intorno alla truppa romana, che si giocherà la finale playout col fattore campo, ma senza la necessaria tranquillità.
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