L’Apu Udine si conferma la sorpresa di quest’edizione della Coppa Italia di Serie A2, e coach Matteo Boniciolli, dopo la splendida vittoria contro Scafati, non vuole fermarsi qui: vuole la Coppa. Da parte sua, l’allenatore dei campani Alessandro Finelli ha fatto fatica a commentare una prova decisamente sottotono dei suoi.
“Il merito principale di questo successo è della società,” – ha dichiarato Boniciolli nel post-partita – “perché ci ha lasciato lavorare anche nei momenti difficili; e di un gruppo di giocatori che ha sempre creduto in quello che abbiamo loro proposto. Questa è la mia diciassettesima finale, non voglio fare lo sbruffone, ma mi aspettavo questo risultato. In ogni caso, in una final-eight c’è un solo momento in cui festeggiare, ovvero quando si vince, altrimenti bisogna tornare a casa un po’ arrabbiati per l’occasione persa. Abbiamo fatto il nostro dovere: abbiamo giocato una buona pallacanestro, abbiamo messo in mostra dei giovani interessanti… Ma non abbiamo fatto ancora nulla. Arrivati a questo punto, domani entriamo in campo per cercare di vincerla questa Coppa, non per partecipare e stendere un tappeto rosso sotto i piedi di Napoli, che ha allestito una squadra straordinaria con un allenatore straordinario. Ci si ricorda di chi li vince i titoli, non di chi arriva in finale”.
La Givova Scafati non è mai riuscita ad entrare in partita, e coach Alessandro Finelli dà il giusto merito alla pianificazione tattica dei rivali.
“Onestamente siamo molto delusi e arrabbiati perché non ci aspettavano una partita così;” – ha confermato Finelli dopo l’incontro – “come siamo stati belli ieri, oggi siamo stati completamente l’opposto, bruttissimi da tanti punti di vista. Abbiamo sofferto il loro atletismo, la loro fisicità, la loro capacità di chiudere l’area tenendo i centro dentro all’area, e l’aggressività sui nostri tiratori, su giocatori come Jackson che non sono riusciti a entrare in partita. La loro difesa ha fatto la differenza e non siamo riusciti a trovare la chiave per scardinarla. Tirare con il 15% dall’arco ci ha tolto fiducia, quindi ne è venuta fuori una partita mediocre dal punto di vista offensivo, e anche con un atteggiamento remissivo che non ci appartiene. Tra le energie fisiche e mentali spese ieri, e il fatto che non entrava stasera, ci è mancata lucidità. La frustrazione e la poca lucidità del secondo quarto sono state fatali, perché si è creato un gap di 20 punti, che abbiamo provato a ricucire nel terzo quarto, ma non ci siamo riusciti”.