A2 Est – Verona, Michelori si presenta: “Alla Tezenis con entusiasmo. Qui si punta in alto”
Dopo la grande delusione della scorsa stagione, la Tezenis Verona si prepara a ripartire per la prossima stagione con le stesse ambizioni e rinnovato entusiasmo grazie all’arrivo di un grande allenatore come Marco Crespi. Sulla Tezenis che sarà, gli occhi saranno puntati anche sul colpo Andrea Michelori che ieri si è presentato alla stampa: «Arrivo a Verona con tanto entusiasmo e tanta voglia di rimettermi in gioco per riuscire a far avverare un sogno che per adesso teniamo nel comodino – ha dichiarato l’ex Siena, che si rimette in gioco dopo la parentesi poco fortunata a Caserta -. Vedremo se riusciremo a realizzarlo, anche se non sarà facile con un campionato a 32 squadre. Con Crespi ho lavorato fin dalle giovanili a Milano così come in Serie A. C’è stato un momento in cui pareva non ci dovessimo lasciare mai e invece negli ultimi 15-16 anni ci siamo un po’ persi di vista. Ognuno ha fatto la sua carriera, ma la stima reciproca c’è sempre stata. Sono contento di essere ora qui in una società come la Tezenis che punta in alto e che ha voglia di fare bene. Io e Crespi siamo molto simili, abbiamo tanta voglia di lavorare. Lui è uno che le sue squadre le fa crescere settimana dopo settimana. Sono molto carico. L’anno scorso, a marzo, sono stato vicino a Verona, purtroppo non se n’è fatto nulla alla fine. Mi sarebbe piaciuto venire, ma la mia vecchia squadra mi aveva detto che ero indispensabile anche se poi di spazio ne ho trovato molto poco. La delusione dell’anno scorso? Tutto viene superato nello sport, per tanti giocatori questo sarà già soltanto un ricordo e il pensiero sarà solo a fare meglio di quel che è stato fatto finora. A patto che tutti abbiano stimoli forti. Dal più vecchio al più giovane. Dopo 19 stagioni di Serie A ho ancora tanti stimoli. Mi piace giocare a basket, mi piace stare sul campo, mi piace ancora migliorarmi e sbagliare. Quel che è pallacanestro mi piace. Non mi sento ancora pronto, a 37 anni, a dire basta. Lo farò solo quando finirò un allenamento facendo fatica a stare in piedi e mi sentirò distrutto. La mia partita col Dream Team al Mondiale del 2006? Ricordo una palla vagante che contesi a Lebron James, l’adrenalina che ti trasmetteva il fatto di poterti misurare con grandi campioni e la voglia di giocartela sempre a testa alta. Anche se loro erano gli USA. Il miglior giocatore italiano oggi? Gallinari, anche se non ha ancora espresso tutto quello che ha dentro. Belinelli invece, con la sua costanza, ha dimostrato quasi tutto e si è ritagliato soprattutto a San Antonio il suo ruolo ben preciso. I miei duelli? Ricordo quelli in Eurolega, manifestazione stupenda. Lo è anche il Mondiale, ma lì trovi anche squadre materasso. In Eurolega no, le squadre sono tutte forti ed i giocatori fisici e ricchi di talento. In più gli arbitri fanno giocare. Guardo molto più l’Eurolega che l’Nba. A Belgrado, dopo che con Siena avevamo perso le prime due partite e tutti pensavamo che fossimo già fuori, mi inventai una bellissima partita in quello che è ancora oggi uno dei miei ricordi più belli. Il mio sport è sempre stato il basket. Ho fatto anche sci, ma fin da piccolo ho abbracciato la pallacanestro seguendo un mio amico. Il basket lo devi conoscere, altrimenti rischia di non piacerti. Ma quando lo conosci te ne innamori profondamente. E così è stato per me. Anche per questo dopo 19 anni di Serie A sono ancora qui».