Una Trieste orfana di Hoover cerca il colpaccio contro la corazzata Trento
Domani sera al Palatrento e’ in programma, per la prima giornata di ritorno dell’Adecco Gold, la sfida tra Trento e Trieste.
Al giro di boa del torneo la situazione delle due squadre è chiara: Trento capeggia la classifica dalla campionato e presuminbilmente si giocherà sino in fondo le sue fiches sul tavolo della promozione, Trieste si trova solitaria al terz’ultimo posto della graduatoria e plausibilmente sarà costretta a lottare per la sopravvivenza nella seconda serie nazionale cestitica sino alla sirena dell’ultima giornata del campionato.
E la settimana in casa triestina è stata tutt’altro che tranquilla: l’infortunio ad Hoover, che contro Casale ha rimediato un taglio che ha costretto i sanitari ad applicargli 20 punti di sutura al volto, ha causato la reazione della società che ha cercato subito di correre in soccorso al povero Dalmasson, già alle prese con la defezione di Mastrangelo.Il risultato si è materializzato con l’ingaggio a gettone dell’ex Firenze Brandon Wood ma il lieto fine per questa vicenda non si è scritto lo stesso, considerato che, visti i tempi strettissimi ed i cavilli per l’ingaggio, la stanza dei bottoni triestina non è riuscita a completare il tesseramento in tempo utile.
E così Dalmasson a Trento presenterà la sua squadra rimaneggiata e dimezzata nel reparto piccoli.
Con questi presupposti la squadra di casa sulla carta potrebbe dormire sonni tranquilli: prima in classifica, con tre elementi devastanti nel suo roster, parliamo di Elder, Pascolo e Triche, con un’identità di squadra molto ben definita, con una mentalità vincente più che collaudata sembra difficile che gli uomini di coach Buscaglia possano trovare difficoltà contro una squadra incompleta, di bassa classifica che arriva da quattro stop consecutivi.
Eppure i Giuliani hanno sempre fallito contro squadre di medio basso livello ma hanno sempre giocato all’altezza delle cosiddette grandi del torneo, riuscendo, non di rado, anche nell’impresa di batterle.
Lo sosteniamo da tempo : il vero problema di Trieste, la sua debolezza risiede nell’approccio delle partite alla sua portata, una specie di blocco psicologico che accorcia le braccia, annebbia la mente, blocca i muscoli dei giocatori biancorossi. Diverso il caso in cui la squadra triestina incontra squadre contro le quali ha ben poco da perdere: sbarazzina, spensierata, quasi inpertinente, la banda di Dalmasson diventa capace di far male sul serio.
E su questo aspetto che si gioca l’esito della contesa di domani, perché se dovessimo cercare dei risvolti tecnico tattici tali da confortare le speranze triestine, le cifre e la forza dei Trentini darebbero risposte ben poco consolanti a Dalmasson.
In ogni caso, la partita si deciderà sottocanestro: se Diliegro ed Harris riusciranno a limitare Pascolo e Baldi Rossi, se i piccoli biancorossi riusciranno a limitarne i rifornimenti, è possibile che Trento trovi qualche piccola difficoltà nell’espugnare il fortino difensivo di Dalmasson e trovare tiri agevoli anche dal perimetro. Facile a dirsi, tanto piu’ che, oltre a ciò , Trieste dovrà limitare le palle perse spegnendo sul nascere il contropiede avversario, attaccare con sufficiente efficacia e continuità il canestro avversario.
Trento, dal canto suo, dovrà metter subito in chiaro le cose: altre squadre lo hanno pagato sulla propria pelle, tenere in partita la truppa triestina può risultare pericoloso, se non letale. Un parziale importante già all’inizio spegnerebbe sul nascere le velleità bellicose di Carra e compagni, incanalando la partita sui binari di una tranquilla vittoria tridentina. Bloccare le incursioni di Ruzzier, sporcare i passaggi per Diliegro, abbassare le percentuali nelle triple dei frombolieri biancorossi, che fin qua ben si stanno comportando quanto a precisione nel tiro pesante, sarebbe fondamentale per artigliare senza patemi i due punti.
Inutile aggiungere che il compito di Trento appare molto più agevole rispetto a quello che aspetta Trieste ed è per questo che il pronostico sembra abbastanza chiuso a favore della squadre di casa. Per Trieste la mission impossible inizia con un cast incompleto. Renderlo vincente è compito da grande regista. Se Dalmasson ci riuscirà una nostra nomination agli oscar non gliela leverebbe nessuno.