Mens Sana, torna la paura revoca Scudetti. Oltre al danno, la beffa
Di nuovo forte l’ipotesi di revoca degli scudetti per la Mens Sana. Conclusasi da alcune settimane l’indagine del filone “Time Out”, che ha portato all’accusa di ben 14 elementi per bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere, frode fiscale e falsa fatturazione, torna nuovamente a fare capolino la possibilità del clamoroso scenario della cancellazione dei titoli dell’epoca aurea della MPS Siena . Oltre all’enorme danno del drammatico fallimento di due anni fa quindi, si farebbe strada la beffa di una possibile revoca dei trofei conquistati dal 2007 in poi, periodo dal quale iniziano le contestazioni tributarie: le carte sono finite da tempo in mano alla procura federale della Fip che sta valutando se ci sono o no gli estremi per intervenire con qualche colpo di mano in ambito sportivo. Non esistono nel passato casi similari in cui una squadra ha dovuto subire revoche di titoli per irregolarità economiche: il rischio arriverebbe dal fatto che secondo alcuni la falsificazione dei bilanci non poteva permettere l’iscrizione al campionato, come anche il pagamento in nero dei giocatori secondo altri alterava la regolarità della competizione sul mercato, attraendo più facilmente i migliori giocatori su piazza. Ma se nel primo caso ci sono le regolari approvazioni della Comtec, che dovrebbe nel caso rispondere delle sue scelte, nel secondo sarebbe giuridicamente molto complesso arrivare a dimostrare che da questa condotta si è giunti a un chiaro ed effettivo illecito sportivo, considerando poi che il sistema del nero è capillarmente diffuso e conosciuto da anni nel basket italiano.
Si tratterebbe in questo caso di punire – retroattivamente – un capro espiatorio ormai dissanguato, con una forzatura forse inutile a questo punto. In ogni caso Siena al momento è inerme e debole, e avrebbe grosse difficoltà a difendersi decentemente nel caso dalla procura federale si volesse andare realmente fino in fondo. Tanto più che il curatore fallimentare della Montepaschi Siena, che giustamente è giudicata parte offesa, ha disposto una richiesta danni di circa 33 milioni agli indagati; senza dimenticare infine che la società attuale è un soggetto giuridico nuovo (ben presto finito nella spirale della crisi, ma questo è un altro discorso) e non si sa a che titolo potrebbe intervenire a difesa degli scudetti, recuperati materialmente all’incanto con gran fatica dai tifosi. L’unica preposta sarebbe forse la Polisportiva Mens Sana, che è recentemente uscita dalla cabina di comando e non ha mai mostrato troppa vis pugnandi nel difendere i colori biancoverdi, palesando anzi notevole insofferenza per l’ingombrante presenza di un basket a così alti livelli. Il rischio concreto di una decisione alquanto apocalittica insomma esiste, e si addensa come la nuvola di Fantozzi in un giorno di pioggia, anche se la sensazione è che tifosi e città abbiano già pagato abbastanza per colpe di certo non a loro attribuibili
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