Fulgor Libertas Forlì, dopo 3 anni la stessa storia. L’analisi.
Difficile momento per la Forlì del basket, questa volta senza scuse rispetto alle passate stagioni, si perchè dopo tre campionati di professionismo e una rivoluzione totale nell’assetto tecnico e societario sembra di rivedere sempre lo stesso film.
Si è passati da una squadra inesperta e costruita di corsa con due spicci, quella di Di Lorenzo, una correzione in corsa con gioco run & gun che ha dato i suoi frutti, Vucinic I, a una serie di sfortune e regali natalizi nella Vucinic II, (infortuni a Nardi e Freeman e cessione di Tony Easley che ora fa pentole e coperchi al piano superiore) alla già citata rivoluzione estiva della scorsa estate.
Anche se con un pò di ritardo sulla tabella di marcia, Forlì è ancora in Legadue e i professionisti Costa e Dell’Agnello in tarda estate hanno mischiato le carte e beccato dove si poteva, con la solita storia del budget più basso della categoria, ma sarà vera anche questa storia? Siamo ad oggi, dopo un terzo di campionato, la formazione del presidente Giorgio Grazioso naviga nelle ultime posizioni della classifica, come da tre anni a questa parte, ma la differenza sostanziale in questa stagione rispetto alle scorse è che questa formazione, così com’è non ha un minimo di gioco, viene da pensare come abbiano fatto a vincere tre trasferte non facili sulla carta, nell’ultimo match perso nei minuti finali si sono visti ancora meglio tutti i limiti di questa squadra e degli interpreti che la compongono.
L’asse basilare della pallacanestro è il binomio play/pivot, una volta coperti a dovere questi due spot con giocatori di peso e sostanza, si può cominciare a costruire tutto il contorno, infatti a Forlì il contorno alla fine dei conti non mancherebbe, Roderick se fosse affiancato da un “Pecile” sarebbe un’arma difficile da contenere in attacco con la sua forza fisica e velocità, Todic, che finalmente venerdì scorso ha dimostrato di non essere aria fritta ha fatto vedere giocate pregevoli e potenza prorompente a rimbalzo, Musso è partito fisicamente in ritardo rispetto ai compagni, ma nel suo ruolo di passaportato si deve pretendere di più, cosa che ancora non si è vista toltio il suo esordio in Sicilia. Il gruppo di italiani con il giovane Tessitori finalmente in campo a dimostrare che lui mangia pane e basket, non è da buttare, Natali è un egregio difensore e rimbalzista, chiaro che per i tifosi forlivesi avere un ragazzo di Montecatini all’ombra di San Mercuriale, fa venire in mente ricordi di quel giocatore che con la sua pazzia portò l’allora Libertas in A1 con una tripla allo scadere nel derby più sentito della storia del basket romagnolo, ma nessuno pretende che il bravo e volenteroso Nicola segni 20 punti a partita, però troppo spesso anche lui si blocca e difficilmente tenta il tiro. Capitan Borsato, che ormai da anni calca i campi di Legadue, gioca spesso fuori ruolo e non è nemmeno lontano parente del difensore visto nella sua prima stagione in maglia biancorossa. Meno dolenti le situazioni di Simeoli, che tolta la bizzarra tipologia di tiro che esegue, come uomo da rotazione può anche starci, stesso discorso per Mattia Soloperto, che arrivato con la fama di “uomo della riviera romagnola” dopo aver disputato, si fa per dire, l’ultima stagione ad Avellino in A, si è ritrovato a giocare più del dovuto ma alla fine tolte un paio di partite da non pervenuto non ha sfigurato, anche se non è il centro titolare tipo Maggioli che servirebbe a Forlì.
La Fulgor Libertas ha bisogno di un playmaker, ma è tre anni che va avanti questa tiritera, Spencer fino a quando è riuscito a fare canestro, ha mascherato i suoi limiti in cabina di regia, ma nelle ultime due uscite ha raccimolato la bellezza di 3 cesti su 25 tentati, oltre a errori e scelte di gioco terribili, mia opinione personale, lui e Roderick non possono giocare insieme.
Di scommesse ne abbiamo viste tante, forse troppe e alla fine lo erano quasi tutte tolti un paio di elementi transitati in queste stagioni, ma adesso arriva una partita delicatissima domenica contro i rivali di Imola, se Forlì dovesse uscirne ancora sconfitta, la spia rossa che lampeggia, diventerebbe fissa, soprattutto per i tifosi che di pazienza ne hanno avuta assai troppa in questo biennio.
Concludendo questa analisi, le opinioni dello scrivente sono queste: 1) operare un cambio immediato per dare un senso a questo campionato, prendere un playmaker esperto americano o comunitario, con il conseguente sacrificio del rookie Spencer e dare fiducia a Tessitori, anche perchè in Sardegna si aspettano che il nazionale under 20 faccia esperienza giocando, come nell’ultima partita e non guardando i compagni perdere senza dare il proprio contributo. 2) Cambiare l’allenatore in caso di sconfitta domenica e prendere comunque un giocatore che possa dare una mano a Spencer nel caso non si voglia tagliare nessuno, anche per cercare di dare una scossa ad un gruppo in crisi oltre che di gioco, forse più di personalità.
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