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Fortitudo Bologna, il comunicato de La Fossa dei Leoni sulla questione Federico Lestini.

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Fortitudo Bologna, la Fossa

Il caso Federico Lestini-Fortitudo Bologna continua. Non si stempera affatto la tensione in casa Effe dopo l’aggressione e la contestazione di alcuni tifosi al giocatore durante la conferenza stampa di presentazione ai Giardini Margherita. Ma quale il motivo di tutto ciò?
Federico Lestini, cresciuto nelle giovanili della Viola Reggio Calabria con la quale ha anche esordito in Serie A e in Coppa Korac, non gode di un’ottima reputazione tra i supporters della Fortitudo. Quando il giocatore vestì la maglia dei “nemici” di Forlì, stagione 2009-2010, battibeccò ripetutamente con dei tifosi al palazzetto e li insultò pesantemente. Non si perdona tanto meno al giocatore di avere indossato anche la maglia dei nemici cittadini, la Virtus Bologna, tanto odiata dai tifosi fortitudini che hanno scritto sui muri del PalaDozza una frase senza bisogno d’appello: “Chi la F ha infamato, non va tesserato! No a Lestini!”.
La società entro lunedì dirà quali sono le scelte. Fatto sta che di fronte a questo esplodere, seppur contenuto ad alcuni elementi della tifoseria, non c’è stata nessuna dichiarazione ufficiale di condanna.
 
Questo il comunicato della Fossa dei Leoni sulla vicenda.
 
COMUNICATO FOSSA DEI LEONI 1970
Il fatto di scrivere un comunicato che non riguardi la promozione ottenuta a Forlì dalla Fortitudo è una occasione persa per continuare a godere insieme del grande risultato ottenuto dopo anni di sofferenze. Ma questa è solo l’ennesima dimostrazione che la tranquillità da queste parti non è di casa.
Scrivere queste righe per parlare addirittura di Federico Lestini ci pare invece grottesco! 
Tutta la tifoseria fortitudina ha già espresso il proprio parere sull’eventuale suo tesseramento: chi sul web, chi direttamente all’interessato e chi alle persone che dovranno decidere in merito.
Il parere è unanime e FOSSA lo ribadisce solamente: Lestini non deve indossare la divisa della Fortitudo!
Teniamo a chiarire che i diversi modi di esprimere il dissenso fanno parte dell’essere tifoso e in quanto tali vanno accettati. Noi come FOSSA dei LEONI 1970 abbiamo i nostri e, come noi rispettiamo gli altri, esigiamo che lo stesso trattamento venga riservato a noi. 
Non dobbiamo spiegazioni sulle nostre modalità di agire, anche, e soprattutto dopo il lavoro e i risultati ottenuti negli ultimi 5 anni!
Detto questo, precisiamo che non c’è mai stato e mai ci sarà un incontro chiarificatore o di riappacificazione tra membri della FdL1970 e Federico Lestini. 
Questo signore con i suoi atteggiamenti ha offeso tutta la tifoseria e a tutta la tifoseria deve delle scuse, non delle spiegazioni come ha tentato di fare. Prendiamo atto dello sforzo di provare a imbastire una conferenza stampa e metterci la faccia ma per noi le cose non cambiano. La, pessima, valutazione della persona quella era e quella rimane.
Chiariamo subito un’altra cosa: noi non faremo le barricate contro Federico Lestini. Abbiamo superato avversità e personaggi peggiori ultimamente! Si è già sprecato troppo tempo e troppe energie che questo mezzo uomo non merita. Spegniamo i riflettori attorno a questa persona. Chi deve decidere delle sue sorti non siamo noi. Noi dobbiamo fare i tifosi. Ve lo ricordate? Ci è stato detto tante volte di tornare al nostro ruolo. Bene. Facciamo i tifosi allora. Sono altri che dovranno decidere e ora (solo ora?) sanno che portare in P.zza Azzarita questo signore sarebbe una scelta impopolare a 360°.
Sarà una scommessa? Le scommesse si vincono e si perdono. Prego fate il vostro gioco a questo punto.
Fosse per noi, il suo nome non sarebbe nemmeno dovuto essere accostato a quello della Fortitudo. Per vestire questa maglia ci vogliono cuore, palle e cervello tutti insieme. Bisogna dimostrare di essere uomini perché la Fortitudo non è un posto per tutti.
Questo comunicato Federico Lestini se lo può appendere sopra il letto e usarlo come fattore motivazionale per migliorare sotto questo punto di vista. Non scherziamo.
 
Il direttivo della Fossa dei Leoni 1970