A2 Playoff – Casale-Agrigento, sfida allo specchio verso il sogno proibito
Abbiamo scelto un titolo un poco enigmatico per presentar la prima, imprevista, semifinale tra la NoviPiù Casale e la Moncada Agrigento. Perché allo specchio? Perché le due squadre hanno molti punti in comune, e non è un caso se si sono issate in semifinale andando ben oltre i pronostici di inizio campionato. Quando la stagione è partita, infatti, sia i piemontesi che i siciliani avevano come traguardo massimo una tranquilla salvezza. I ragazzi di Ramondino, proseguendo col profilo basso avuto nella stagione post-salvataggio – ricordiamo che nell’estate del 2013 Casale era stata a un passo dal rinunciare all’A2 e ripartire dalla serie C – in linea teorica dovevano aspirare a un piccolo miglioramento rispetto alla comunque positiva annata 2013/14. Agrigento, vinta trionfalmente l’A2 Silver nel 2013/14, aveva come unica missione il garantirsi un proseguimento nella serie appena conquistata. Sono roster senza stelle polari, prive del risolutore a cui dare la palla e affidarsi ciecamente, quelli di Casale e Agrigento, squadre di ragazzi seri e coscienziosi ancora prima che di ottimi atleti. Mentre tante avversarie con un quoziente di talento sulla carta più elevato e con ambizioni superiori si perdevano e andavano avanti a sprazzi per tutta l’annata, le due compagini di fronte a partire da stasera perseguivano un progetto tecnico chiaro, limpido, forgiato nel sudore degli allenamenti e in uno spirito di corpo diventato sempre più granitico col passare delle giornate. Fino agli exploit nei quarti che permettono, ad oggi, di coltivare il sogno della Serie A.
SQUADRE OPERAIE E GEMELLARI – Vista l’evoluzione durante la stagione, definire “operaie” Casale ed Agrigento può sembrare un’offesa, ma la base di partenza, il metodo scelto da Ciani e Ramondino (per chi scrive, i migliori allenatori dell’A2 Gold di quest’anno assieme a Dalmasson di Trieste) è stato quello di creare un gioco redditizio, basato sul collettivo, che potesse essere il più possibile immune dalle giornate storte dei maggiori talenti a disposizione e permettesse di arrivare a un livello di efficacia, offensiva e difensiva, superiore alla semplice somma delle qualità dei singoli elementi in campo. Così, due rose all’apparenza senza grandi bombardieri – niente giocatori all Raymond, Brownlee, Thomas, Monroe tra le fila di biancazzurri e rossoblu – si sono rivelate molto più profonde del previsto, proprio perché anche chi era considerato meno determinante a ottobre ha poi finito per migliorare e diventare imprescindibile. E’ nato così il “miracolo” dell’eliminazione di Verona, che poi tanto miracolo non è se si guardano alle cifre dei singoli. Spicca Dave Dudzinski, arrivato ad Agrigento senza troppe fanfare direttamente dal mondo universitario americano (rookie in Europa) e rivelatosi una bella tipologia di lungo di movimento, un po’ come il suo dirimpettaio Martinoni; il ragazzo proveniente dalla Holy Cross University in questi playoff sta segnando 18.6 punti di media, col 56% da 3 e 7.9 rimbalzi di media. Con lui, altri quattro vanno regolarmente in doppia cifra; Penndarvis Williams, guardia, il secondo statunitense in quintetto, si è ben destreggiato anche nei panni di play in assenza del titolare Piazza per le prime due gare della serie con la Tezenis, arrivando a una media di 14.9 punti a match, 4.7 rimbalzi e 1.9 assist nella post-season. Importantissimo anche in questa serie sarà il metronomo Alessandro Piazza, ripresosi completamente dall’infortunio muscolare occorsogli durante la serie di ottavi con Treviso; con oltre 5 assist di media in stagione è stato uno dei migliori passatori di A2 Gold, nonostante fosse alla sua prima stagione nella categoria. Fondamentali anche i contributi di Chiarastella, il capitano spesso mortifero in stagione e nei playoff – è stato il giustiziere di Verona in gara-4 – e di Evangelisti, risorto a nuova vita dopo l’addio a Torino, di cui era il capitano (nei playoff sta tirando col 39% da 3). Molte frecce in faretra, pardon, in panchina: Saccaggi, ad esempio, è stato il match winner proprio del confronto del Pala Ferraris, quando Agrigento si impose con una stupefacente rimonta che la portò da -9 a +3 con un parziale nell’ultimo periodo di 26-14. Udom e Vai, pur con minutaggi normalmente limitati, sono in grado di entrare in fretta in temperatura e di supportare degnamente il collettivo quando vengono chiamati in causa: emblematici gli 8 punti di Vai in gara-3 dei quarti, quando nell’intera stagione regolare ne aveva segnati in tutto 17…
CASALE CI CREDE – Casale è all’erta, concentrata, sa che l’uscita di Verona ha aperto una possibilità inattesa, ma sa anche che Agrigento è avversario da non sottovalutare: le due sconfitte in stagione regolare dicono molto delle difficoltà incontrate contro una delle poche squadre che, rispetto alla NoviPiù, non presenta deficit né di compattezza del gruppo, né di organizzazione difensiva. Il vantaggio del fattore campo sarà importante, anche se la crescita di entrambe le contendenti in trasferta, come si è visto ai quarti, potrebbe rendere tale aspetto meno importante del previsto. Il morale in quest’angolo di Piemonte è alto: i rossoblu non hanno sbagliato una gara ai quarti, tutti sembrano in buone condizioni e si stanno rivedendo sprazzi del miglior Marshall. L’apporto dell’ala americana sarà a nostro avviso la chiave della serie: nelle tre partite di post-season disputate (era fuori per infortunio in gara-2) si è espresso con 11.3 punti di media, con un accettabile 55% da 2 e un miserrimo 11% da 3 a fronte delle 6.3 conclusioni tentate. Marshall è un tiratore, e nel girone d’andata veleggiava nelle prime posizioni di tutta l’A2 Gold nel tiro da fuori. Ritrovasse precisione, sposterebbe sensibilmente verso Casale la serie. Il migliore fin qui è stato Brett Blizzard: man of the match in gara-1 con 21 punti e in gara-4 con 19, il più vecchio del roster è risultato finora decisivo per la sua maggiore abitudine a questo tipo di partite e la calma che riesce a infondere nelle fasi più concitate. Martinoni (12.8 punti e 6.3 rimbalzi col 62% da 2) e Amato (10.3 punti in 23’31” di media di utilizzo) sono gli altri due uomini “caldi” della Junior: il primo ha raso al suolo i lunghi biellesi sia in attacco che in difesa, il secondo ha dettato cambi di ritmo letali e segnato canestri difficili con invidiabile faccia tosta.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una decina di giorni di fuoco ai due capi opposti d’Italia. Ci sarà spettacolo, ma sarà per intenditori: attacchi controllati, molto ragionamento, tatticismi, protagonisti inattesi. Il pronostico pende leggermente a favore di Casale, vediamo la Junior vincente per 3-2, ma ogni esito è possibile.
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