A2 Gold – Holloway imperatore degli anelli. Trieste continua a guardare in alto
Trieste suona l’ottava e vince all’over time per 79 a 78, dopo una partita avvincente ed intensa contro la Dinamica Mantova che a lungo ha sognato il colpaccio. Con una cornice di pubblico valutabile attorno alle 3500 unità, l’incontro vede gli ospiti spesso in vantaggio, a volte anche sfiorando la doppia cifra ma, forse, la sconfitta nasce proprio dal non aver saputo chiudere il match pur avendo avuto a disposizione un paio di occasioni propizie per farlo.
Il primo quarto è piacevole, Mantova gioca in velocità sorprendendo una Trieste forse arrugginita. Subito 7 a 0 per gli uomini di Morea. Poi i biancorossi giuliani si accorgono di avere sottocanestro un certo Holloway, che raddrizza praticamente da solo l’incontro agevolando il sorpasso degli uomini di casa che concludono la frazione in vantaggio di 5 punti.
Nei secondi 10 minuti, Trieste si blocca e non segna più, i primi due punti giungono dal solito Holloway dopo cinque e minuti e mezzo di digiuno completo. Ovviamente Mantova non si intenerisce e punisce l’apatia offensiva triestina volando anche sul più nove. Gli uomini di Dalmasson, ritrovando la via del canestro, riescono andare negli spogliatoi con il distacco accettabile di quattro lunghezze.
Anche nella frazione successiva l’inerzia sembra in mano alla squadra lombarda che nuovamente riesce ad accumulare nove punti a suo favore ma anche in questa circostanza Trieste ha la forza, grazie soprattutto a Tonut, di rientrare in gioco ed ad impattare sul 55 pari a fine quarto.
La musica non cambia nei teorici 10 minuti finali: Mantova sfrutta fisicità dei suoi esterni, tenta l’allungo decisivo, si costruisce un tesoretto, grazie soprattutto alla verve offensiva di Rullo, di sette punti ad una mezza dozzina di giri di lancetta dalla sirena. Ma spreca un banale contropiede che l’avrebbe lanciata sul più nove, mentre Trieste con il trio Tonut, Holloway e Prandin reagisce e sorpassa nel finale la Dinamica. Quando sembra aver portato la partita sui binari vittoriosi con 3 punti di vantaggio e palla in mano ad un possesso e mezzo dalla fine, Carra perde palla, nessuno dei Triestini pensa di far fallo e dopo un primo errore da tre punti in transizione di Rullo, Amoroso rimane abbastanza lucido da prendere il rimbalzo offensivo e passare la palla a Fultz che, fuori equilbrio, firma la bomba del pareggio.
Ai supplementari è la stanchezza a dominare. L’unico che ha ancora la forza di spostare gli equilibri è Holloway che con 8 punti nell’overtime regala la vittoria a Trieste di misura. Ininfluente sull’esito della sfida, il tap in di Jefferson a tempo scaduto dopo che Rullo sbaglia la tripla del nuovo pareggio a 2 secondi dalla fine.
In un PalaTrieste affollato, in un’atmosfera da partita di Play off, gli uomini di Dalmasson continuano a racimolare punti e assestandosi in una nobile, ed inattesa ad inizio torneo, quinta posizione in graduatoria, in compagnia di Casale.La squadra triestina ha due anime reali e distinte, la cui alchimia la rende terribilmente pericolosa anche quando i buoi sembrano scappare dalla stalla: una è l’anima dei trascinatori, quella di Holloway e Tonut, quella che capace di rovesciare l’inerzia di un incontro in un amen, l’altra è l’anima operaia, quella dei vari Prandin, Coronica, Mastrangelo, Marini, quella che permette alla squadra di non affondare anche quando le cose non girano per il meglio. Oggi non si può dire che i Triestini si siano resi protagonisti di un match tecnicamente indimenticabile ma la grinta, la voglia di portare a casa la vittoria ha ribaltato l’andamento di un incontro che sembrava aver preso la via di Mantova.In mezzo a tutto questo c’ è l’enigma Grayson.Oggi impalpabile, in certi frangenti addirittura dannoso, tanto che, come è accaduto in altre occasioni, la squadra ha rimontato con lui seduto desolatamente in panca.I suoi segnali positivi al match si contano sulle dita di una mano: un paio di liberi, un bel assist su penetrazione sul fondo. Poi la solita sofferenza in attacco ed in difesa per contrastare avversari fisicamente più forti, le solite incertezze al tiro, la solita regia acefala. Ci si sofferma sulle mancanze ormai croniche di Grayson non tanto per girare il dito nella piaga, ma per domandarsi: dove sarebbe Trieste con un play più consistente? Pur non volendo fare i conti della serva, appurato che l’entusiasmo sotto San Giusto sta tornando come ai bei tempi, sapendo che, per problemi di varia natura, qualche giocatore potrebbe da qui a poco tornare sul mercato (Becirovic, per fare un nome), un investimento, forse una pazzia, potrebbe valere la candela?
Capitolo Mantova. Che esce sconfitta ma non certo ridimensionata dal PalaTrieste. Squadra senza grandi stelle, abbastanza ostica da affrontare per i cm dei suoi esterni, per l’esperienza che può sfruttare con Fultz, Amoroso e Rullo, per la freschezza di Moraschini, soprattutto, e Landi. Alla fine della fiera a deludere di più è stato Jefferson, che non ha saputo ritagliarsi quel ruolo da trascinatore, che il suo dirimpettaio Holloway ha saputo interpretare al meglio, specie nelle fasi finali del match. Ottimo atletismo, come dimostrano i suoi 15 rimbalzi conquistati oggi, buona a tratti, specie nel terzo quarto, la sua difesa sul centro americano di Trieste; ma anche pressapochismo tecnico, movimenti offensivi rivedibili e forse non troppa personalità da offrire sul parquet. L’ ex Virtus Gaddefors, per contro, inizia bene la partita, mette in difficoltà Tonut, segna con discreta regolarità nei primi venti minuti di gioco ma poi si affievolisce, sino a scomparire nel match, tanto che Morea si vede costretto a sostituirlo a pochi minuti dalla fine dei regolamentari senza utilizzarlo nei supplementari. Il coach ospite, se da un lato può rammaricarsi di un risultato negativo nel contesto di una partita condotta per lunghi tratti, può di che essere contento per la reazione dei suoi dopo il quasi( e clamoroso) rovescio interno di domenica scorsa contro Veroli fortemente indebolita dalla partenza di Legion. Mantova è piaciuta soprattutto in difesa dove ha imbrigliato Trieste, causando spesso confusione ed improvvisazione negli attacchi triestini a difesa schierata. L’occasione per assaporare il gusto della vittoria già domenica prossima, nell’impegno interno contro l’altra matricola Agrigento.
Del match ci è piaciuto:
Il match, prima di tutto
La pioggia di orsetti al primo canestro dell’incontro.
Il dominio nel pitturato di Holloway.
La rinascita nel terzo quarto di Tonut.
La tecnica e la personalità di Moraschini.
Il cuore di Coronica
L’utile puntualità di Amoroso
Del match non ci è piaciuto:
L’inconsistenza di Grayson
Il limitato bagaglio tecnico di Jefferson
Un po’ di numeri:
26 per Tonut, con il 50% nelle bombe, il 27(punti realizzati) più 23 (rimbalzi conquistati) di Holloway, il 60% dal campo di Moraschini con i suoi 14 punti, le 15 carambole e le due stoppate di Jefferson. Le 6 palle perse di Fultz.
Mvp: Holloway. I numeri parlano da soli.
Tabellino dell’incontro.
Pallacanestro Trieste 2004-Dinamica Mantova 79-78 dts (25-20,37-41,55-55, 69-69)
Pall. Trieste 2004: Coronica 4 (2/3), Fossati, Tonut 26 (6/14, 4/8), Mastrangelo 5 (1/4, 1/1), Grayson 2 (0/5), Candussi 0 (0/1, 0/1), Carra 6 (3/6, 0/4), Marini 0 (0/1, 0/1), Holloway 27 (12/21, 0/2), Prandin 9 (4/7) N.E.: Norbedo, Venturini. All.Dalmasson
Tiri Liberi: 8/13 – Rimbalzi: 44 30+14 (Holloway 23) – Assist: 11 (Grayson 3)
Dinamica Mantova: Jefferson 8 (3/9), Moraschini 14 (6/8, 0/2), Gaddefors 12 (3/7, 1/3), Rullo 13 (4/6, 1/6), Fultz 8 (0/3, 2/5), Landi 8 (1/4, 2/4), Amoroso 12 (6/8, 0/1), Maccaferri 3 (0/1, 1/2) N.E.: Mazic, Stanzani. All.Morea
Tiri Liberi: 11/16 – Rimbalzi: 39 31+8 (Jefferson 15) – Assist: 16 (Jefferson, Moraschini, Fultz, Landi 3)