A2 Gold – Agrigento vuole uscire dal tunnel contro una Casale in cerca di rivincita
Cinque sconfitte nelle ultime sei giornate non sono un bilancio confortante, nemmeno se sei una neopromossa e hai fatto un girone d’andata dignitosissimo, con alcune prestazioni sopra le righe contro squadre più attrezzate tecnicamente della tua.
La Moncada Agrigento si è fermata al 7 dicembre, giorno del trionfo casalingo sulla Manital Torino, una vittoria che permetteva in quel momento ai siciliani di ambire a un posto ai playoff. Poi, complice un calendario tosto, la squadra di coach Ciani si è arenata, avendo ragione nell’ultimo mese e mezzo solo di Jesi. Se le sconfitte con Ferentino, Brescia e Verona possono essere considerate fisiologiche – a Brescia la battuta d’arresto è arrivata solo al supplementare – sono state ben più dolorose le soccombenze con Mantova e Casalpusterlengo. La trasferta in casa Assigeco è stato il punto più basso, un -15 al cospetto di avversari non irresistibili e con soli 63 punti segnati, al termine di una gara vissuta continuamente in rincorsa e senza dare mai la sensazione di poterla spuntare. In difficoltà sul piano fisico e nella gestione della partita, Agrigento sta pagando il calo degli americani Williams e Dudzinski, attorno ai quali vi è un drappello di italiani volonterosi ma privo di elementi di grande talento. Costoro hanno comunque offerto un rendimento all’altezza delle aspettative: Marco Evangelisti, in arrivo da Torino, ha confermato le cifre dell’annata 2013-14, assestandosi su 10.3 punti a gara, mentre Saccaggi ha metabolizzato il passaggio di categoria dalla Silver alla Gold, pur alternando prestazioni spumeggianti (su tutte, i 20 punti con Mantova e Napoli), ad altre impalpabili (3 e 6 segnature nelle trasferte di Casalpusterlengo e Verona). C’è poi la bella storia di Piazza: il play titolare nell’anno della promozione non è stato rimpiazzato da un elemento più esperto o in arrivo dall’estero, e a dispetto di una taglia da minors (175 cm di altezza) e trovandosi per la prima volta a questi livelli, ha traghettato benissimo i compagni, producendo a gara 9.9 punti, 3.1 recuperi e 5.7 assist. La freddezza ai liberi (88%) è il fiore all’occhiello per il cestista bolognese, costretto spesso e volentieri a restare in campo oltre 30’, mancando un cambio alla sua altezza. Insomma,
Agrigento ha la sua forza nel gioco corale e nell’attenzione difensiva, non certo in una potenza di fuoco straripante. E’ quindi una sfida allo specchio quella che l’attende, con una NoviPiù che sa trovare da un match all’altro protagonisti diversi e segna un po’ con il contagocce (66.8 punti a partita). Per una volta il reparto lunghi rossoblu non dovrebbe soffrire le pene dell’inferno, la Moncada non ha un arpiona-palloni di alto livello (il migliore è Dudzinski con 5.9 di media rimbalzi), fatto che dovrebbe agevolare il predominio nel pitturato di Martinoni e Fall. Sarà cruciale, per vendicare la dolorosa rimonta subita all’andata (66-69, decisivo il 2+1 di Saccaggi a 29” dalla sirena), che Marshall si riaccenda completamente: nelle ultime quattro gare l’ala statunitense è andato troppo a sprazzi, nei primi 20’ ha prodotto pochissimo ed è riuscita a dare il contributo atteso solo nei finali. Sul banco degli imputati per la sconfitta di Jesi, i play Tomassini e Amato dovranno dimostrare anche in trasferta di sapere illuminare il gioco come accade sovente tra le mura amiche. Fari puntati soprattutto sull’ex Veroli, che in Sicilia, nel corso del match con Trapani, ha sfornato la prova migliore dell’anno mettendo a referto 27 punti. Non sono più permesse distrazioni, l’aggancio di Biella a quota 20 in graduatoria deve servire ad alzare il livello d’attenzione e a non commettere nuovi scivoloni. Palla a due alle 18: di una cosa siamo certi, non sarà una sfida per esteti della palla a spicchi…