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A2 girone Ovest: Agrigento-Biella: lo sfogo di coach Ciani in sala stampa

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 kelvin martin, agrigento

Queste le parole di coach Ciani che, durante la conferenza stampa, mette a nudo tutte le sue amarezze, riguardo alla pesante sconfitta con Biella, e tutti i suoi obbiettivi in vista di un futuro nuovamente da capolista.

“Non ci sono partite facili. E’ evidente che la difficoltà in questo campionato è giocare sempre ogni partita al massimo, non ci sono partite facili. Adesso, dopo aver finito la prima parte del campionato al primo posto, siamo diventati per tutti la squadra da battere insieme a Scafati, quindi è evidente gli avversari arrivino qui senza niente da perdere perché tanto un risultato negativo con noi può essere messo in preventivo, mentre uno positivo è ovviamente per loro un risultato che da un valore notevole alla partita. Siamo noi quelli davanti, che tutti inseguono e che tutti vogliono battere. Oggi siamo stati meno precisi del solito, anche per la stanchezza relativa al fatto che stiamo giocando sempre con un giocatore in meno. Anche Marco Evangelisti ha giocato poco, perché ha un problema ad un piede e da domani lo farà stare fermo per qualche giorno per consentirgli di fare la giusta terapia. Potevamo vincere ugualmente se fossimo stati più lucidi, nonostante questo siamo arrivati a giocarci i supplementari sull’ultimo tiro da tre. La squadra ha lottato fino alla fine, è chiaro poi che la prestazione nei secondi due quarti di Ferguson è stata notevole. Accettiamo questa sconfitta, Biella ha avuto più lucidità di noi nei momenti decisivi, mentre noi, un po’ per i vari acciacchi, un po’ per la stanchezza di questo periodo di rincorsa continua, sicuramente oggi un po’ abbiamo pagato. Questa sconfitta non sposta chiaramente né il giudizio positivo sulla stagione né le prospettive, certo è che useremo questa sosta che arriva per essere pronti fisicamente e mentalmente per la partita contro Agropoli. Come la saggezza popolare ci insegna “L’Epifania tutte le feste si porta via”, la partita del 6 gennaio ha chiuso purtroppo quel ciclo di sei vittorie consecutive che nel finale dell’andata ci avevano consentito gioiosamente di sederci al primo posto della classifica e di qualificarci con questo piazzamento alle finali di Coppa Italia.
Sarebbe facile, permettetemi anche scontato, entrare oggi nello specifico di questa gara, parlare dell’infortunio di Scott, dei problemi fisici di Kelvin e soprattutto di Marco, costretti a convivere con acciacchi anche seri e dolori conseguenti, ma assolutamente determinati a stringere i denti e a lottare come sempre su ogni pallone, cercando in questo modo di dare ulteriore lucentezza alle imprese di un gruppo che pur giocando finora solo 4 partite su 16 al completo (tutte vinte, aggiungerei) si trova solitario al secondo posto in classifica.
Proprio perché facile e banale non sarà questo lo spunto per le odierne riflessioni, oltretutto l’affetto e la fiducia con la quale il sempre più numeroso popolo Fortitudo ci segue non necessita certo di questo perché ci giungano sostegno e apprezzamento che in ogni istante sono invece tangibili, né tantomeno la squadra ha bisogno di proporre giustificazioni per una partita persa, pur essendo tutti noi consapevoli che errori ne abbiamo commessi e che in qualche momento della gara non siamo stati lucidi e determinati come sempre, pur non facendo mai un passo indietro.
Il mio pensiero oggi va ad una parola intorno alla quale il mondo sportivo ruota febbrilmente riconoscendo nel suo significato e nell’interpretazione che di questo si può dare il motivo scatenante per qualsivoglia tipologia di valutazione e considerazione: OBIETTIVO!
I nostri sono stati dichiarati fin dal primo giorno, ovvero quelli di disputare una fase regolare migliore di quella dello scorso anno, di consolidarci nella fascia delle squadre migliori della Lega e di raggiungere i play-off con meno patemi ed in una posizione migliore nella griglia, a seguire la seconda meta e cioè il disputare la post-season con il giusto atteggiamento per lottare fino in fondo ed arrivare al massimo risultato possibile, qualunque esso sia.
Fissare i traguardi stagionali è operazione delicata per la quale necessitano obiettività di giudizio, valutazione, lavoro di analisi del livello tecnico non solo proprio ma di avversari e campionato ed infine razionalità; raggiungerli è operazione ancor più difficile per la quale a corroborare lavoro e fatiche quotidiane ci vogliono doti morali tra le quali un posto di riguardo merita anche la coerenza, ovvero la capacità di camminare passo dopo passo su una sottile linea retta, consapevoli che per compiere un passo bisogna per un attimo perdere l’equilibrio statico raggiunto e che molti ostacoli si frapporranno tra un passo e l’altro per distoglierci da quella linea retta.
Consistenza e qualità tecnica del gruppo, solidità morale, fiducia in tutti coloro che lo compongono, capacità di farsi trovare pronti ad ogni chiamata per coloro che sembrano avere un ruolo marginale e che invece sono protagonisti a tutti gli effetti come gli altri, coerenza sulle scelte fatte, credo che in questi cinque anni di lavoro siano sempre state queste le qualità e le caratteristiche di Società e squadra grazie alle quali, se non quando assolutamente necessario (in passato), siamo sempre riusciti ad evitare, si badi bene per scelta, di affacciarci ad ogni spiffero di vento ai balconi del mercato, fossero vetrate intere o piccole finestre come quest’anno.
Dopo la sosta per l’All-Star Game ci ritufferemo nel vortice del campionato con tre mesi di fuoco da vivere prima di tirare la prima linea e di fare il primo consuntivo; tre mesi caratterizzati da gare difficilissime, scontri diretti, turni infrasettimanali, Final Eight di Coppa Italia, una sorta di volata da vivere tutta d’un fiato consapevoli che ogni vittoria non potrà che essere sudata e sofferta e che ogni sconfitta darà amarezza ma non potrà mai essere spallata sufficiente a muovere i nostri piedi da quella linea retta che è dentro di noi”
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