A2 Final Six – Brescia, la Leonessa vuole ruggire di gioia
Prima partecipazione alle Finali di Coppa Italia di A2 per la Leonessa Brescia, e grande occasione per riempire la bacheca dei trofei, per ora spoglia di allori. Il discorso fatto per Verona vale in buona parte anche per la Centrale Del Latte: la società attuale non ha nulla a che vedere con l’epopea del Basket Brescia, definitivamente scomparso con il fallimento del 1996, ma è evidente che la Leonessa ne sia l’erede e stia facendo rivivere sopite emozioni a chi mastica pallacanestro nella città lombarda. Dopo la burrascosa annata 2013/14, l’allenatore Andrea Diana, al primo anno da head coach, ha dato un’identità d’acciaio alla squadra, che si è stabilita senza tanti problemi al secondo posto in classifica fin dalle prime giornate, ed ha acquisito coi mesi sicurezza e mentalità vincente. I biancoblu giocano il basket più bello del campionato, basato su ritmi forsennati, tiri rapidi e attacco del canestro con la spropositata forza fisica di Brownlee, la stella del roster.
FUOCO ALLE POLVERI – L’ala grande statunitense sta squadernando grande basket, senza fare distinzioni tra casa e trasferta. Quasi inarrestabile quando prende velocità e punta il canestro – la sua mole intimidisce assai – sa far male anche dalla lunga distanza e, nelle giornate di grazia, può raggiungere punteggi personali esagerati. I season high contro Trapani, Casalpusterlengo e Torino (rispettivamente, 36, 33 e 32 segnature) sono i punti esclamativi in un rosario di partite dove non si è mai sottratto alle proprie responsabilità, e ha fatto spesso girare a favore dei suoi compagni anche le gare incanalatesi su binari negativi. Il ribaltone contro Casale (38-55 all’intervallo, 85-77 all’ultima sirena) porta la sua firma, e dopo i lassismi difensivi che Brescia è usa concedere nei primi 20’, c’è sempre lui dietro alle rimonte. Chi lo arma è l’altro pezzo pregiato è il play Juan Fernandez, cavallo di ritorno dopo la promozione sfiorata nel campionato di Legadue 2012/13. Il cestista italo-argentino viaggia a 13.2 punti e 5.3 assist di media ed è quel tipo di giocatore che mette tranquillo chi gli sta attorno e sa inventarsi il colpo ad effetto quando le difese si chiudono. Il ragazzo classe ’90 è reduce dai 30 punti con 36 di valutazione della sfida interna, vinta, contro Ferentino, la probabile avversaria della semifinale. Se Nelson, l’altro americano, appare in leggero appannamento (5 punti contro Verona, addirittura 0 al cospetto di Ferentino), tutti gli altri sembrano in ottime condizioni. Cittadini, Loschi e Alibegovic sono ottime spalle delle due punte di diamante in posto 1 e 4, e hanno tutti quanti sufficiente freddezza per mettere canestri pesanti nei momenti caldi della gara.
CONVINZIONE A MILLE – Dopo un lungo inseguimento, l’aver solo assaporato il definitivo sorpasso ai danni di Verona non solo non ha mortificato le ambizioni bresciane, ma le ha rafforzate. Pur sconfitta nel punteggio, la Leonessa è uscita dal caliente match del PalaOlimpia con la consapevolezza di potersela giocare fino in fondo contro i primi della classe. Come accaduto anche all’andata (sconfitta di misura 76-78) gli uomini di Diana hanno dato la sensazione di poterla spuntare. Verona ha forse la capacità di controllare meglio ogni singola fase del match, mentre Brescia tende a lasciare troppo l’iniziativa agli avversari nelle fasi iniziali, trovandosi spesso a dover sudare sette camice per coprire le maglie larghe in difesa. Però ormai siamo a livello di dettagli, le distanze rispetto alle prime giornate sembrano essersi assottigliate. Dalle dichiarazioni della vigilia emerge comunque una forte sicurezza: da queste parti ci credono, a Rimini potrebbe arrivare un successo di buon auspicio per la lotta promozione e nessuno ha voglia di tirarsi indietro per tentare l’impresa.