fbpx
Home NBA Le stelle NBA e il Team USA

Le stelle NBA e il Team USA

0

NBA - Slide

Ci sono voluti ben 22 anni prima che la grande fortuna della nazionale americana finisse. Dalla grande impresa del Dream Team nel 1992 che ha cambiato questo sport per sempre al primo agosto quando Paul George si è infortunato. Tanti sono stati i giocatori NBA che hanno indossato la maglietta bianca, rossa e blu ma nessuno si era fatto male come la stella degli Indiana Pacers.

Questa striscia di “salute”  è però terminata in una scena terrificante che ha lasciato spaventati e terrorizzati milioni di fan. John Stockton e Blake Griffin si erano fatti male nel raduno nazionale ma avevano saltato soltanto due gare della stagione conseguente con le maglie degli Utah Jazz e dei Los Angeles Clippers. Mai prima d’ora l’amministrazione degli USA aveva fronteggiato una cosa del genere e adesso la crociata portata avanti dal proprietario dei Dallas Mavericks Mark Cuban crescerà sempre di più. Cuban protesta da tempo pubblicamente per i rischi che le squadre NBA affrontano nel dare alle loro stelle più pagate la disponibilità per la nazionale (che non dà nessun profitto alla NBA) ma i suoi colleghi sono sempre stati esitanti sull’appoggiare in pieno questa lotta proprio per l’assenza di uno scenario così doloroso. Dallas non è certo l’unico team a pensare in questo modo ma nessuno vuole essere non solidale nei confronti dei giocatori né addirittura antipatriottico. Ma adesso la situazione potrebbe cambiare. L’accordo della lega con la FIBA prevede che una squadra della NBA possa togliere il proprio giocatore dalle competizioni solo nel caso sia riscontrabile un vero e proprio infortunio come è capitato a Manu Ginobili dei San Antonio Spurs. David Stern, prima delle olimpiadi di Londra (2012), suggerì di far giocare giocatori giovani dai 23 anni in giù come fa la squadra olimpionica di calcio. I giocatori NBA tengono però tanto alla nazionale e questo dato si può vedere da una testimonianza che ha visto un Kevin Love in lacrime per l’abbandono del gruppo perché coinvolto in una possibile trade. Ora, però, siamo di fronte a un grande problema che bisognerà risolvere al più presto. É giusto portare avanti la crociata di Mark Cuban e negare la partecipazione con la nazionale alle stelle NBA schierando giovani promesse o è corretto cercare di accontentare i propri giocatori dando loro la massima disponibilità per le competizioni con la nazionale?