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Pesaro concede il bis: travolge Cantù e forza la serie a gara 5

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La vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo e la Scavolini rispetta la tradizione, travolgendo la Bennet 80-68 nel quarto capitolo della serie dei quarti di finale, punteggio persino bugiardo, in una partita che ha ricordato gara 2 a maglie invertite. La squadra di Dalmonte è stata superiore innanzi tutto sul piano dell’energia messa in campo, in un match dal ritmo meno forsennato rispetto a gara 3, ma sempre tenuto in mano dai padroni di casa.

Pesaro ha attaccato la difesa Cantù con le penetrazioni degli esterni, bravi a sfruttare il vantaggio sul piano fisico per concludere o scaricare per cercare buoni tiri. Alla fine la Scavolini scrive il 68% (23/34) da due, il 35% da tre (8/23, ma 4/7 nel terzo periodo, dove chiude la partita) e manda 4 uomini in doppia cifra con un Jumaine Jones da 8 punti con 6 rimbalzi, stesse cifre di gara 2, ma sostanza ben diversa. A condurre lo show ci hanno pensato Hickman (20pt., 4/6 da tre, 6 rimbalzi e 5 assist) e White (15pt. con 6/9 da due), come buone cose si sono viste da Hackett (11pt. alla fine con 5 rimbalzi e 6 recuperi) e Cusin (12 punti con 6 rimbalzi) uscito vincitore dal duello con i lunghi canturini.

In cronaca. Inizio a ritmo lento per entrambe le formazioni, dopo 3 minuti c’è un solo canestro per parte a referto. La prima a svegliarsi dal torpore è Pesaro, scossa dalla tripla di Hickman e condotta dalle movenze feline di James White nei pressi del ferro e sulla linea di fondo. Due ‘and 1’ consecutivi di White e Hackett danno alla Scavolini il primo vantaggio significativo sul 20-8 alla fine del primo quarto. Per Cantù si vede solo Leunen, in campo con la caviglia malmessa, autore di 6 degli 8 punti della Bennet , così come 8 sono le palle perse, saranno 18 alla fine, dall’attacco biancoblu.

L’inizio di secondo quarto vede Cantù fare ancora fatica a leggere la zona match-up già schierata da Dalmonte, efficace anche in gara 3. Prova a scuotere i suoi Mazzarino, con 5 punti consecutivi, che riportano la Bennet a –9, sul 26-17 a metà frazione, ma da lì in poi si vede solo Pesaro, ancora con White e Hickman sugli scudi. Cavaliero da tre e Jones, con i primi due della sua serata, fissano il punteggio su un eloquente 40-21 all’intervallo lungo.

Basile (11pt. con 3/7 dall’arco) apre le ostilità nel terzo periodo con la prima tripla di serata, ma Hackett restituisce 5 punti in due possessi, attaccando Mazzarino. Il cardinale risponde con la tripla, ma è una goccia nel mare, Pesaro si scatena: apre Jones dal perimetro, Hackett manda Lydeka al ferro con la quinta moneta, prima di infilare 10 punti consecutivi, suggellati dalla schiacciata in campo aperto del +27, sul 60-33 al 27’.

Si può dire che la partita finisca qui. Cantù prova lo stesso a metterci la faccia, difende a zona, “risale” a  –20 a fine periodo (65-45) e gioca un ultimo quarto di volontà, con Trinchieri che risparmia Leunen e dà minuti a Micov in previsione futura, mettendo qualche pensiero a Dalmonte. Markoishvili e Perkins (21 punti in due, 16 dei quali nel quarto di coda), fin lì opachi su entrambi i lati del campo, attaccano il ferro biancorosso, ricavandone un –11 sul 67-56 con 6’ da giocare, ma la Bennet non trova dal perimetro quei punti che potrebbero riaprire il match. Ancora gli USA della Scavolini richiudono la porta fino all’80-68 che manda tutti a gara 5.

Nostro MVP della partita a Richard Hickman, che, aldilà delle cifre, ha dimostrato di avere in mano le chiavi di questa squadra, segnando e coinvolgendo i compagni.

Cantù esce dalle due gare all’Adriatic Arena con più di un dubbio nella mente. Quello che sembra diventato un rebus difensivo intricato da risolvere è chiaramente la chiave della serie. In più La Bennet si ritrova ora con tutta la pressione addosso ed una situazione infortunati estremamente preoccupante, con l’incognita delle condizioni di Leunen, stasera in campo grazie alla pura volontà. Sabato al Pianella, per la resa dei conti, farà molto, molto caldo.

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