Milano e Siena, le due prime della classe, chiudono il loro campionato con uno spettacolare big match, ininfluente per la classifica ma dal sapore pieno di playoff. Milano si impone per 85-74, dimostrando appieno la sua maggiore forza contro una Montepaschi orgogliosa e volitiva, che non è riuscita a dare continuità al suo attacco soffrendo la fisicità difensiva di una EA7 profonda e piena di risorse. Pubblico delle grandi occasioni al Palaestra e grande vicinanza ai colori senesi nel momento più difficile della storia del club: un grande segnale in vista della post-season, dove Siena lotterà fino all’ultimo per difendere lo scudetto cucito sul petto. Primo ostacolo: Reggio Emilia. Grande sicurezza e forza per Milano, che può contare su tanti eccellenti interpreti e sul talento di un Gentile che se tiene a bada il carattere può dominare la scena ai playoff. Pistoia è avvertita
10 : il voto che merita il pubblico senese. Nonostante l’amarezza e la rabbia per una situazione societaria drammatica e umiliante, il palazzo si riempie in ogni ordine di posto e sostiene la squadra dall’inizio alla fine, esplodendo in un commovente applauso a fine gara. A significare che fino all’ultimo non mancherà mai l’appoggio e il calore incondizionato dei tifosi, qualunque cosa accada.
9: i punti di Tomas Ress. Il capitano mensanino rimane in ombra per gran parte della partita, ma quando Crespi nel finale gli chiede di apostrofare Samuels e aprire il campo col tiro da 3 è uno spettacolo di applicazione e cuore. Con le sue triple per poco non riapre la partita e fa prendere uno spavento al suo ex mentore Banchi.
8: i tiri tentati (e realizzati) da due da Samardo Samuels. Cifre da capogiro per il centrone jamaicano, infermabile sotto il ferro grazie alla stazza e alle mani morbide di cui dispone. Insieme a Gentile il faro offensivo dei milanesi e un vero e proprio rebus per la difesa toscana. Solo Ress riesce con la sua esperienza a tenergli testa.
7: i falli subiti da Keith Langford. La guardia-ala Usa non ha giocato la sua partita più esaltante in attacco a livello statistico ma ha dato un importante apporto nel secondo quarto con le sue bombe, svegliando una Milano un po’ intorpidita nei primi 10’. Chirurgico e spettacolare alla vista come sempre.
6: gli assist di Marquez Haynes. Il play mensanino, in prestito proprio da Milano, si prende una bella rivincita dimostrando a chi ha fatto a meno di lui di che pasta è fatto. Sostanza, ritmo e una schiacciata in transizione da highlights. Alla lunga perde continuità e tenuta in attacco, ma rimane estremamente lucido anche in cabina di regia.
5: la valutazione di Spencer Nelson. L’esperto lungo mormone parte benino ma poi fatica a prendere fiducia e sfruttare le sue armi migliori. L’atletismo dei suo pariruoli lo manda fuori giri, e Crespi non esita a fare meno di lui per lunghi tratti di gara
4: i rimbalzi di Othello Hunter. Anche lui come Nelson viene tagliato fuori alla distanza contro lo strapotere di Samuels, sia in attacco che a rimbalzo. Crespi si aspettava molto di più da lui visto lo stato di forma recente e la possanza fisica.
3: i tiri tentati (e realizzati) da 3 da Alessandro Gentile. Il giovane campioncino dimostra che se la testa funziona e si concentra solo sul talento può fare la differenza. Tanti canestri (19 punti) di pregevole fattura e i soliti battibecchi col pubblico a bordo campo.
2: i punti del grande ex Daniel Hackett. L’emozione gioca forse brutti scherzi all’amatissimo ex play dello scudetto senese 2013, che rimane ai margini della competizione lasciando tracce veramente flebili, 12 minuti e -4 di valutazione.
1: il voto agli insulti dei tifosi di Milano a Proli e Portaluppi. Ingiusti e fuori luogo alcuni epiteti volati dal settore dei tifosi della EA7 verso la dirigenza milanese, rea di aver appoggiato l’elezione di Minucci al soglio della Lega Basket, ma anche capace di attrezzare finalmente una squadra degna di questo nome dopo annate deludenti.
0: le stoppate date dalla Montepaschi Siena, a fronte delle 6 subite. Segno della grande sofferenza atletica del pacchetto lunghi della Montepaschi contro la fisicità milanese.
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