Se bene si doveva partire, Milano ha certamente dimostrato di sapere ciò che vuole, e se pur nel primo quarto ha peccato di sovra-eccitazione e extra-volontà, già nel secondo ha messo in chiaro chi doveva comandare. Con la ripresa ha preso in mano la partita fino a dilagare, facendo vedere un buon gioco ed una volta di più dimostrando che tutti i suoi giocatori sono pronti a queste sfide.
I Veneziani, se pur volenterosi, si sono sciolti come neve sotto un Sole milanese che, di questi tempi, scalda molto di più di quello che dovrebbe splendere sopra le nostre teste. L’EA7 se pur senza Bourousis, fermato da un attacco febbrile, mostra una padronanza del proprio gioco degna di una cinica pretendente al titolo, riesce ad offrire anche parecchi minuti al nuovo arrivato Justin Dentmon, dandogli modo di assaggiare il clima dei campi italiani e lui risponde subito con una doppia cifra che ne dimostra la determinazione a voler essere protagonista. Se pur in rincorsa per l’inserimento nel sistema Scariolo il new-american-boy fa vedere che conosce come far canestro e regalare assist, d’altronde basket è basket e col talento e la buona volontà mostrata il Just-in può dare quell’imprevedibile follia ed un ottimo contributo ad un gruppo ormai pienamente collaudato.
La gara si può riassumere in due quarti, con Milano che nel primo fatica a trovare la tranquillità, vuoi un po’ di tensione e di voglia di strafare e lascia ai veneziani modo di rimanere attaccati. Nel secondo però i padroni di casa ritrovano la serenità e affidandosi agli automatismi ormai acquisiti del gioco Scariolano trovano punti facili allungando sugli avversari costretti anche a tenere in panca Szewczyk già gravato di 3 falli. L’unica comparsata del febbricitante Bourousis regala sul finale della prima metà un vantaggio di nove punti ai suoi, ma che a livello psicologico sembra essere molto più pesante dei punti che porta. 42-33
Con la ripresa dei giochi l’EA7 dimostra subito di esser rimasta focalizzata sull’obbiettivo e con il quintetto “teoricamente” titolare allunga ulteriormente. Ma a Milano non esistono titolari e riserve, e quelli che entrano dalla panchina fanno anche meglio dei primi e già a metà del terzo quarto si capisce chiaramente che per Venezia non c’è scampo. Un garbage-time di 15 minuti regala minuti a tutti i dodici biancorossi e fa sì che ben 5 dei suoi possano concludere in doppia cifra. Il match si chiude con l’Olimpia che dilaga sui Veneziani con un più 29. (92 – 63)
Il Leon(e) che ammazza i Leoni lagunari è paradossalmente proprio Radosevic che recuperato il testimone dal pallidissimo e debilitato Bourorusi mette sul parquet la sua miglior gara in maglia biancorossa concludendo con 18 punti e fiumi di energia, regalando schiacciate e giocate sopra il ferro da show-time. Non è però l’unico a brillare in questa Milano, Gentile silent-killer della serata quando entra da subito mostra del suo talento e a partita ormai in cassaforte si permette anche di metter e due triple spacca morale chiudendo con 15 punti. Ma anche chi alla fine non risulterà a referto con grandi cifre in campo porta grande solidità e concretezza con difesa e tutte quelle piccole cose intraducibili con i numeri.
Qualcuno dice che una vittoria così ampia può risultare deleteria in vista di una serie ancora lunga, ma di certo sta a dimostrare, a nostro parere, che Milano sa benissimo ciò che vuole e gli occhi determinati dei suoi sembrano, ancor di più a noi abituati a vedere delle Olimpie mai abbastanza convinte degli scorsi anni, proprio quelli giusti per puntare in alto. La serie e i play-off saranno ancora lunghi, come profetizzano quelli bravi, ma una Milano così non si vedeva da tempo e con dodici uomini così e un sistema di questo tipo gli occhi lucidi dei tifosi milanesi sono pienamente giustificati a guardare verso l’alto.
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