Nella Domenica appena trascorsa, è andato in scena al PalaRossini di Ancona, il Beko All Star Game 2014, evento voluto e organizzato fortemente in questi anni dalla LegaBasket. A fine manifestazione, è opportuno fare un sunto ed un quadro complessivo dello spettacolo messo in onda a 360°, risultato ai più, poco consono e decisamente ortodosso sia nei modi che nei tempi stabiliti.
PROMOSSI
–Da premiare sicuramente la voglia e la “garra” degli azzurrini, guidati e scrutati sotto l’occhio attento di coach Pianigiani e del suo staff, alla ricerca dei giovani talenti italiani da inserire nel giro della Nazionale. Ghiotta occasione dunque per mettersi in mostra e strappare magari un opzione per le gare di qualificazione all’Europeo, in programma quest’estate. Su tutti è opportuno citare gli esterni Della Valle e Stefano Gentile (i migliori ieri) ed i promettenti lunghi Cervi, Mazzola e Zerini. Bravi ragazzi!
–Tra le sfide organizzate durante gli intervalli di ogni fine quarto, la più “divertente” è stata sicuramente quella tra le celebri famiglie del basket italiano, vinta da papà Nando Gentile e dal figlio Stefano. Proprio la verve e lo spirito goliardico del grande Nando, hanno scosso per un attimo il pubblico presente sugli spalti e strappato un sorriso ai telespettatori.
–Ultima nota positiva della giornata, è il numeroso pubblico che ha riempito il PalaRossini di Ancona, desideroso di seguire da vicino i giocatori più forti e decisivi del campionato di Lega A, per un evento pubblicizzato come “il più spettacolare dell’anno”. Secondo voi, sono stati accontentati?
BOCCIATI
–Cominciamo con le noti dolenti. La più grande nota di demerito non può che essere assegnata di diritto a tutto l‘All Star Team, indolente ed irritante per l’atteggiamento messo in campo durante tutto l’arco della manifestazione. Le stelle straniere infatti hanno realizzato in partita soli 59 punti, si avete letto bene… 59! Uno contro tutti continuo, non più di due-tre passaggi consecutivi, tentativi di grandi schiacciate rintuzzate inesorabilmente dal ferro. Coach Crespi in panchina non sa che pesci prendere, visibilmente in difficoltà nel chiedere un innalzamento di ritmo, e finendo così anch’egli impantanato nel grigiore totale. La domanda è: Perchè tutto ciò?
–Lo spettacolo non si accende come si sarebbe auspicato, ma le colpe sono solo dei giocatori stranieri in campo? Noi non crediamo a questa univoca risposta, per cui è opportuno focalizzare l’attenzione anche su altri aspetti. Organizzare un evento di questo genere a metà Aprile, a 4 fondamentali turni dalla fine del campionato, e poco prima dall’inizio del Playoff di Euroleague, motivo per cui gli atleti di Milano sono stati esentati dalla chiamata; è stata una scelta consona e ponderata?
–L’ultima bocciatura è per la Rai ,frutto del servizio offerto al pubblico seduto davanti ai teleschermi di casa. La presentazione delle squadre è costellata da immagini a scatti di difficile interpretazione e collegamento interrotto per diversi minuti. A servizio ripristinato, lo scenario, seppur in diretta e senza interruzioni, non si discosta di molto. Il clou si raggiunge con l’evento del “Three Point Shootout” ovvero la gara del tiro da 3 punti, anche se a dir la verità qui la responsabilità va condivisa con gli organizzatori. Sui due lati opposti dei canestri infatti, vengono fatte disputare le due semifinali, con due atleti a sfidarsi a colpi di tiro da oltre l’arco, rigorosamente in contemporanea. Risultato? Un gran mal di testa! La telecamera viene sballottolata da una parte all’altra, causando una confusione imbarazzante. Il punteggio delle mini sfide è ignoto, sia per chi si trova a casa, sia per chi commenta live l’evento.
CONCLUSIONI FINALI
Come si è ben capito dalla lista dei Top & Flop, il Beko All Star Game 2014, entra prepotentemente tra le delusioni più grandi di questa annata cestistica del basket nostrano. La formula a questo punto è da rivedere completamente, poichè difficilmente il prossimo anno basandosi sugli stessi presupposti, il pubblico risponderà presente. Se non si vuole finire alla deriva dunque, bisogna cominciare a valutare diverse soluzioni, e noi proviamo a buttar giù qualche idea, seppur la questione non sia di nostra diretta competenza:
a) E’ per la sesta edizione consecutiva che la Nazionale Italiana vince la gara contro le stelle straniere che militano nel nostro campionato, ritenute da tutti fondamentali e decisive nell’allestimento del roster. Il problema dunque non può esser più rimandato. Non sono abbastanza invogliati dal clima della competizione? Bene, comportiamoci di conseguenza. Dato che la ragione di fondo per il turno di stop del campionato, è la possibilità per lo staff della nostra Nazionale di valutare a stretto contatto i nuovi prospetti italici, perchè non organizzare una partita tra Nazionale A vs Nazionale B?
b) Dalla soluzione più drastica e maggiormente nazionalista, passiamo ad un cambio di programma focalizzato sui tempi della manifestazione. E’ palese e per certi versi comprensibile, che i giocatori più importanti dei club, tra l’altro non stimolati dalla possibiltà di entrare nel giro della Nazionale come avviene per gli atleti nostrani, non forzino più di tanto il ritmo e le giocate, evitando movimenti pericolosi che potrebbero provocargli un infortunio. E’ altrettanto umanamente giustificabile, l’apprensione con la quale le società si privino ,in prossimità del rush finale, dei loro atleti migliori, “intimandoli” a tornare sani e salvi. Dunque cosa fare per rimediare? Lo spostamento dell’ASG a fine stagione potrebbe avere i suoi risvolti positivi, trasformandolo in una festa complessiva del campionato italiano. Si potrebbero premiare in questo modo i giocatori migliori, coronando l’MVP della Lega, il coach dell’anno, il miglior giovane italiano e rookie della stagione, e così via.
c) Per ultima analisi, avendo dapprima inserito tra i promossi Nando Gentile, protagonista di un divertente siparietto mentre tentava di ripercorrere i suoi grandi fasti in campo assieme al figlio, la riflessione nasce spontanea. E’ soprattutto dalle sconfitte che si può e si deve imparare, per cui l’idea di richiamare gli illustri giocatori del passato, dotati di grande personalità e un sense of humor non di meno, può risultare divertente e gradevole. D’altronde Shaq insegna!
Con questa carrellata di opinioni e disquisizioni, chiudiamo qui il capitolo All Star Game 2014, con la speranza di aver inviato qualche input a chi di dovere, permettendo così di risollevare un evento che in molti reputano ormai inutile. Noi riteniamo tuttavia, che qualsiasi manifestazione di pallacanestro, se organizzata con la giusta meticolosità, può rappresentare un grande viatico televisivo e non solo, per riunire quanta più gente possibile nel vedere lo sport più spettacolare ed emozionante del mondo.
We love this game!
Stefano Rossi Rinaldi – Riproduzione Riservata – Basketitaly.it