NCAA: Aaron Harrison giustizia Wisconsin, UConn sorprende Florida. Lunedì la sfida per il titolo
Ancora lui, ancora Aaron Harrison! La sua tripla a 5” dal termine, la prima e unica della sua partita e la seconda in assoluto per tutta Kentucky, manda gli Wildcats in finale nazionale dove affronteranno la sorpresa Connecticut, che ha eliminato Florida in una notte di grandissima pallacanestro che non ha deluso le attese.
Come contro Michigan una settimana fa, la guardia di Calipari prende e mette il tiro decisivo da sette metri, per il 74-73 che spezza il sogno dei Badgers, con la preghiera di Traevon Jackson sulla sirena respinta sul ferro. Difficile trovare la chiave di una partita che ha visto affrontarsi due filosofie di pallacanestro sostanzialmente opposte, che gli eventi hanno portato a giocarsi la vittoria agli ultimi possessi. Ne escono a testa altissima i ragazzi di coach Ryan, capaci di tenere in scacco il talento puro degli avversari per buona parte del match, con gli Wildcats ad inseguire per tutti i primi 20′. Con il loro basket fatto di movimento senza palla, tagli back door ed extra-pass i Badgers, grazie alla precisione chirurgica dalla lunetta (14/14 nel primo tempo, chiuderanno 19/20), sfiorano più volte la doppia cifra di vantaggio contro una Kentucky che vive essenzialmente di 1vs1. Con Kaminski (8, 4/7, ma zero triple tentate), protagonista atteso, intrappolato dai raddoppi sistematici in post basso della difesa blue, lo step up degli operai del parquet, i Koenig (11pti tutti nel primo tempo), uscito dalla panchina ai due falli di Jackson, i Dekker (15 e 4 reb) e i Brust (15, 3/7 da tre) assieme al tiro dalla distanza (alla fine 8/20 Badgers contro il 2/5 UK) fa la partita, con gli Wildcats tenuti lì dalle stelle Julius Randle (16 più 5 reb) e James Young (17 più 5) e dalle giocate sopra il ferro degli atleti in maglia blu che chiudono sotto di 4, ed è un saldo, la prima metà gara. Ma saranno i punti nel pitturato (46-26 pro Kentucky), frutto anche della chiara superiorità fisica, a scrivere la storia del match, che Kentucky vince, pur senza dominare, anche a rimbalzo (32-27 con 11 offensivi per i Blues) con diversi secondi possessi nei momenti chiave del finale. Quella fisicità che sembra chiudere le porte della vittoria ai Badgers in uscita dagli spogliatoi, quando i Cats esplodono offensivamente, piazzando il 15-0 in 5′ che stordisce Wisconsin e mette avanti UK 51-43. Wisconsin non perde la testa e ricomincia a macinare pallacanestro di squadra, guidata da un Jackson (12 e 3 ass) libero dai problemi di falli e pescando il jolly Dukan (8 pti in una manciata di minuti) dalla panchina, per rispondere col 15-4 che gira nuovamente l’inerzia. Ci vogliono i pochi lampi dell’altro gemello, Andrew Harrison (9 con 4 assist) che mette punti importanti per non far scappare Wisconsin, ma soprattutto la scelta di Calipari di andare “small” per gli ultimi 8′ di partita, togliendo un pur discreto Dakari Johnson (10 più 7 reb) per mandare Randle sulle piste di Kaminski con Poythress (8 è 7 reb) da 4 che firmerà il solito paio di giocate chiave tra attacco e difesa. Proprio il tap in del 22 mette avanti i Cats 71-69, prima del pareggio di Kaminski e dell’ingenuità di Andrew Harrison, ce salta sulla tripla fintata da Jackson a 15” dal traguardo concedendo tre liberi. Arriva qui l’unico errore dei Badgers dalla linea della carità ed il vantaggio 71-73 non basta a salvare coach Ryan, con Kentucky che non chiama timeout sull’ultimo possesso, disorientando la difesa e costruendo sull’asse Andrew-Aaron Harrison la tripla che manda in paradiso la Big Blue Nation.
Fuochi d’artificio che non erano mancati nella prima semifinale, meno tirata nel punteggio ma più sorprendente per l’esito, con l’underdog Uconn che elimina 63-53 una delle più brutte versioni dell’anno dei Florida Gators, l’ultima n°1 rimasta in corsa che affoga nelle sabbie mobili della difesa Huskies, in un ideale contrappasso visto che proprio la difesa di Donovan doveva invece fare la differenza. Ed il copione sembrava rispettato in pieno in avvio di partita con Florida avanti 16-4, concedendo solo 4 punti in 12′ grazie ad una zona soffocante. In un match incanalato sul ritmo congeniale ai bluarancio è la pazienza di un Napier (12 e 6 assist) bravo a non forzare e ad affidarsi ai compagni a riaprire la partita, sulla scorta di un DeAndre Daniels (20 e 10 reb) che si fa punto di riferimento in attacco, spezzando con due triple la siccità Huskies, antipasto del sorpasso che arriva quando anche Shabazz sporca il referto con 5 punti consecutivi. Connecticut chiude avanti 25-22 i primi 20′ e non si volterà più indietro impossessandosi del controllo del ritmo e stravincendo la battagli degli esterni, nella serata che volge presto al brutto di un Wilbekin (4, 2/9 dal campo) non al meglio fisicamente e di un Frazier mai pervenuto(3 punti con 3 soli tiri presi). Solo l’atletismo di Prather (15 e 6 reb) paga dividendi fronte a canestro, mentre in vernice Patrick Young (19 più 5 reb) ci prova in tutti i modi a riportare sotto i Gators, ma le fiammate in transizione di Boatright (13 e 6 reb) e Shabazz ed un Giffey (11 più 4 reb) silenzioso ma efficace consegnano il match a una UConn che vince inaspettatamente la battaglia in vernice (34 punti in area per gli Huskies, 28 Gators) e distribuisce 12 assist contro i soli 3 di una Florida (19/49 dal campo, 1/10 da tre) che non trova mai le chiavi giuste in attacco.
Nello showdown di Lunedì notte per il titolo nazionale (ore 3 in Italia, diretta SkySport) sarà ancora Uconn–Kentucky, rivincita della semifinale nazionale di tre stagioni fa – correva l’anno 2011 alle Final Four in quel di Houston – che vide gli Huskies di un Napier allora freshman (che segnò due liberi cruciali nel finale) prevalere all’ultimo respiro 56-55 per volare poi al Titolo 53-41 contro Butler. Pronostico improponibile come sempre, con mezza America pronta scommettere su Kentucky, ora nello scomodo ruolo di favorita contro una Uconn che non vuole smettere di stupire.
Stefano Mocerino
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