Reyer Venezia, parlano Markovski e Vujacic “Battere Pistoia per sperare ancora nei play-off”
Consueta conferenza stampa pre-partita per coach Zare Markovski. L’Umana Reyer Venezia si prepara ad affrontare il match casalingo (domenica 6 Aprile ore 18:15) al PalaTaliercio di Mestre contro la Giorgio Tesi Group Pistoia.
“ Pistoia è una squadra giovane, atletica e con buone individualità soprattutto nel quintetto aiutato dalla panchina con mix di gioventù (Cortese), esperienza e qualità (Galanda e Meini). Va affrontata al massimo dell’apprezzamento, i giocatori sono di alto valore e pericolosi come Wannamaker, buone letture e pericoloso nelle penetrazioni sotto-canestro, Daniels, ottimo rimbalzista che all’andata ha fatto la differenza (16 +20 rimbalzi) come può farla Johnson in post basso, infine gli esterni Washington e Gibson, sempre pronti a punire ogni aiuto difensivo. Da neo-promossi hanno fatto il loro buon campionato.”
A disposizione del coach oro-granata rischia di non esserci Hrvoje Peric“ Oggi ha avuto 40° di febbre, è inutile prevedere chi sarà lo straniero ad accomodarsi in tribuna. Questo è il terzo giorno in cui mancherà Pero; 37° l’altro ieri, più di 38° ieri e stamattina 40°. A 48 ore dalla partita, mi interessa sapere più la situazione sanitaria che l’umore della squadra. La schiena di Luca Vitali? Ieri ha accusato un po’ di dolore ma ha svolto l’allenamento, questa settimana non ne ha saltato uno. ”
Rispetto a quello disputato eccellentemente da Pistoia, quello di Venezia finora un campionato non in linea con le aspettative della vigilia “ Per quel che mi riguarda, fino alla partita con Montegranaro era idilliaco quando abbiamo perso i nostri playmaker e contro Varese ci siamo presentati senza, a seguire questo ci ha penalizzato. Tra il calendario e varie vicissitudini negative, comunque siamo pronti per il finale della stagione e siamo in tempo per confermare quello di buono che abbiamo fatto. ”
Nella partita d’andata Pistoia vinse 81-62, una delle partite più deludenti sotto la gestione Markovski “ Analizzando a bocce ferme era un calendario non facile con tre partite in 8 giorni, in quelle condizioni quali eravamo era proibitivo giocare tre match così. Abbiamo avuto un diverso approccio nella settimana precedente scommettendo più sulla partita casalinga con Cantù che su quelle in trasferta a Pistoia e Reggio, su quella di Pistoia speravo che caricando tanto di lavoro saremmo stati più a lungo nel match, ma c’era più da scommettere sulla gara in casa con Cantù che con Pistoia per motivi di freschezza atletica.”
Il finale di stagione e la corsa contro Reggio Emilia e Caserta per gli ultimi due posti alla post-season “ 30 punti dovrebbero bastare e magari vincendo domenica con una delle due saremmo pari, meglio tutte e due. Ma bisogna tornare al solito discorso, guardiamo prima noi di vincere, poi quando vinci tutti i risultati sono buoni e metà di quelli sono addirittura migliori. ”
Debutto al PalaTaliercio per Sasha Vujacic dopo il suo ritorno nel campionato italiano nella trasferta di Avellino. “ A dir la verità, sapevo che ritornare qua per me era come tornare a casa nonostante non siamo in Slovenia, l’Italia è la mia seconda casa ed è incredibile, dalla società alla gente che incontro ovunque vada, capire che mi hanno accettato in un modo particolare, è molto bello. Sul campionato siamo in una posizione dove conta solo lasciare il cuore e tutto quello che abbiamo sul campo domenica per poter vincere, non c’è più posto per gli errori. Sappiamo tutti che non è la cosa più facile da fare, tutte le squadre stanno giocando in un momento positivo. Bisogna sapere attaccare e difendere in un certo modo. Da solo spero di fare lo stesso cercando di dare il meglio nella mia vita con l’aiuto del pubblico e dei tifosi che sono arrivati sino ad Avellino a darci sostegno e a stare con noi, cosa molto importante dal punto di vista di un giocatore e di tutta la squadra. ”
Debutto al PalaTaliercio, ma nonostante la sua carriera, emozioni come fosse la prima volta “ A 15 anni sono arrivato in Italia e ho mosso i primi passi di pallacanestro e di vita, so dove sono nato e so dove ho la casa, ma sono ancora emozionato solo per essere qua con tutti voi e con questa squadra, spero di dare una mano. Non vedo l’ora che domenica il nostro palazzetto esploda, forse non sarà perfetto dall’inizio alla fine, avremo alti e bassi, ma bisogna capire che giocheremo per 40 minuti e che daremo tutto quello che possiamo in questo momento. Tante volte quando ho incontrato la gente per strada, – continua Sasha – ovunque vada vedo che c’è una grande voglia di basket incredibile, di alto livello nel Veneto, in una delle città più belle di tutte il mondo come Venezia. Sarebbe una cosa straordinaria se già adesso cominciamo a fare un po’ di passi. ”
Un debutto ad Avellino con 7 punti, secondo Zare l’esordio è stato positivo, ha giocato per la squadra ma poco egoista “ Sono d’accordo con il coach, nella prima partita non ci sono scuse quando si scende in campo, ho giocato di squadra per capirla nei momenti sia facili che difficili. Io son il primo a scusarsi per un errore, mi son arrabbiato per certe scelte. E’ facile fare 30 o 40 punti e non pensare al successo della squadra, ma andare in campo a fare il fenomeno non è per questo che sono arrivato qui, io voglio vincere di squadra e l’unico modo è andare ai play-off, se tutti possiamo essere sulla stessa pagina. Domenica dobbiamo proteggere il nostro campo così dopo ti porti avanti. Avellino è il passato, tutti abbiamo imparato qualcosa, la voglia di vincere non manca.”
Per Sasha anche una spiegazione sul simbolo di Venezia, il Leone di San Marco“ Qualcuno della società mi ha spiegato cosa significhi avere il leone con la zampa alzata sul petto, per quello spero che non saremo solo 5 in campo, ma 10\12 leoni pronti a combattere e a dare tutto quello che possiamo per difendere il nostro campo. ”
Dopo 10 giorni di lavoro, il rapporto con i compagni. “ Deve andare in fretta… Per fortuna che ho fatto quello che ho fatto fino ad adesso, amo il basket, lo studio anche, però tutto quello che si deve fare adesso lo si deve fare veloce di squadra, è come una catena: quando una cosa si rompe, si sbilancia o non va nel modo giusto, tutto pian piano comincia ad andare fuori. Io mi auguro che tutti l’abbiano capito che ci serve ogni singolo giocatore e il cuore. Quando dai il cuore, capisci di aver dato tutto e se qualcuno ti batte, capisci che non era giornata. Ma se diamo tutto possiamo fare grandi cose. ”
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