Come l’Araba fenice, la pallacanestro pistoiese è rinata dalle sue ceneri. Dopo un periodo di basket ai massimi livelli, culminato con l’approdo in Coppa Korac e con 2 eliminazioni ai quarti delle finali scudetto, l’allora Olimpia Basket Pistoia fu costretta a cedere il titolo sportivo, quando correva l’anno 1999. Nella stagione successiva, il Pistoia Basket 2000, si rimboccò le maniche e decise di ripartire dalla C2, con la prospettiva di riportare il grande basket a Pistoia.
Ci sono stati anni difficili perchè i tifosi pistoiesi dovettero resettare nomi di prestigio come Dule Vujosevic o Claudio Crippa, Ron Rowan o Joe Bryant, Vincenzo Esposito o il compianto davide Ancilotto e ripartire da giovanotti di belle speranze come Fiorello Toppo e Matteo Bertolazzi.
Il fato ha voluto che Ancilotto e Bertolazzi, due ragazzi amatissimi da queste parti, siano stati accomunati da un drammatico destino; questo non toglie però a Matteo di essere ricordato anche come il capitano della promozione in Legadue, avvenuta nel 2006/2007. Poi la storia recente, con l’avvento di Paolo Moretti che salva la squadra nel 2009 e la porta in serie A1 nel giro di 3 anni.
Arrivano 5 giovanottoni americani di belle speranze, con il solo Brad Wanamaker a vantare una piccola esperienza nel nostro campionato e rimangono 3 pilastri della promozione; il leggendario Giacomo Gek Galanda, divenuto capitano dopo il sofferto addio di Fiorello Toppo, il talentuoso Riccardo Cortese ed il “pesciatino” Guido Meini, che alla sua presentazione a Pistoia dovette passare da una “de-termalizzazione rapida” voluta dai tifosi pistoiesi, per cancellare in modo goliardico, la sua appartenenza ai cugini di Montecatini.
“I tifosi, per quello che mi riguarda -esordisce Meini- posso solamente ringraziarli, perchè sono arrivato da termale e sono andato avanti con loro, da pistoiese. Non hanno mai perso occasione per sostenermi e hanno dato una dimostrazione al mondo del basket, che il tifo per la propria squadra viene prima dei campanilismi e li ringrazio fortemente.”
Sei arrivato a Pistoia in una squadra che aveva fatto miracoli, perdendo la finale per l’A1. Quanto è stato difficile riuscire a migliorare quella che sembrava un’impresa?
“Lo scorso anno è stata una stagione memorabile. Come dicevi tu, sono arrivato in un ambiente che veniva da una stagione eccezionale, con un gruppo solidissimo e fare meglio della seconda posizione, si capisce bene cosa significhi, perchè alzare l’asticella, quando arrivi a quel livello, è difficilissimo. Una stagione che non dimenticherà nessuno, nè io nè la gente di Pistoia. Sull’onda dell’entusiasmo dell’anno precedente, anche quest’anno stiamo facendo buone cose, con tutti i problemi ed i difetti che abbiamo. Siamo riusciti a costruirci una stagione importante, riportando tantissima gente al palazzetto e se ad oggi, dovessimo fare un bilancio, sarebbe più che positivo.
Quale squadra ti ha più impressionato in questa stagione e qual’è la tua delusione?
“La squadra che mi ha più impressionato è Milano, perchè oltre alla qualità e al talento, unisce una fisicità importante in tutti i ruoli. Oltretutto ha una solidità mentale notevole, perchè fra tutte le squadre incontrate a Pistoia, è stata l’unica che è riuscita ad imporsi come intensità, inerzia e mentalità, riuscendo a reagire alle difficoltà, oltretutto in un momento difficile, dopo l’eliminazione di Coppa Italia. Forse Varese è quella, che dal punto di vista dei risultati, ha raccolto meno”.
Dopo un inizio difficile avete ingranato un’altra marcia. Chi ti ha stupito di più dei nuovi arrivi dagli States?
“Faccio fatica ad indicare un compagno che perchè tutti hanno avuto un’evoluzione importante. Probabilmente JaJuan Johnson, ci ha fatto vedere spesso e volentieri come mai ha giocato in NBA. Nel nostro campionato un lungo con quelle qualità, si fa fatica a trovarlo; non mi ha sorpreso, ma mi ha fatto una buonissima impressione. Comunque siamo cresciuti tutti assieme, soprattutto per quello che ci riguarda nelle gare interne. Purtroppo in trasferta non siamo riusciti a fare altrettanto, pur giocandocela alla pari come nella gara di andata con Brindisi, che stava vivendo il suo momento migliore. C’è mancata un pò di concretezza per ottenere qualche risultato lontano da Pistoia, che ci avrebbe permesso una posizione impensabile ad inizio stagione”.
Per il prossimo anno, hai parlato con la società e quali sono le tue prospettive?
“Vengo da 2 anni bellissimi a Pistoia e mi farebbe ovviamente piacere rimanere qua, anche perchè abito a 20 minuti dalla città. A fine campionato vedremo quali sono le prospettive e se la società avrà le mie intenzioni”.