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Western Conference preview: un Ovest mai cosi selvaggio

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Dopo una off season atipica la NBA si appresta ad aprire il sipario alla nuova stagione 2020/2021. Si è già ripreso a giocare da qualche giorno con le prime partite di preseason, ma dal 22 dicembre si inizierà a fare sul serio.

Tutti a caccia dei Los Angeles Lakers. Sarà questo il leit motiv dell’annata. I giallo-viola si presentano infatti ai nastri di partenza come campioni in carica e andranno alla ricerca del “repeat”. Non sarà però una passeggiata di salute quella dei californiani, che si troveranno a dover battere avversari agguerriti in una Western Conference mai così competitiva. In attesa che passino questi pochi giorni che ci separano dalla prima palla a due della stagione, analizziamo la situazione nel selvaggio Ovest, squadra per squadra.

NORTHWEST DIVISION

Utah Jazz
Si è scelta la strada della continuità a Salt Lake City nel corso dell’ultima off season. I Jazz hanno infatti optato per confermare il roster della scorsa stagione, puntellandolo con obiettivi ben mirati, come ad esempio il ritorno di Derrick Favors in free agency dopo una stagione a New Orleans e la conferma di Jordan Clarkson. L’operazione più importante è però stata il rinnovo di Donovan Mitchell, star della franchigia, che ha firmato un’estensione contrattuale di 5 anni per 163 milioni di dollari.
Obiettivo playoff anche quest’anno per la squadra dello Utah guidata da Quin Snyder, che potrà contare anche sul rientro dall’infortunio di Bojan Bogdanovic, il quale andrà a ricomporre il quintetto titolare con Conley, Mitchell, Gobert e O’Nel.

Denver Nuggets
Offseason movimentata tra le montagne rocciose del Colorado. I Nuggets, finalisti ad Ovest la scorsa annata, si sono resi protagonisti in questa sessione di mercato.
Al draft è stato selezionato RJ Hampton con la pick #24. In free agency han dovuto dire addio a Jerami Grant accasatosi a Detroit. Lascia Denver anche Torrey Craig al quale la società non ha esteso la quilifying offer, lasciandolo così libero di accordarsi con i Milwuakee Bucks.
A bilanciare queste partenze sono atterrati in Colorado JaMychal Green, Isaiah Hartenstein e soprattutto Facundo Campazzo, che ha deciso di provare il salto in NBA salutando il Real Madrid. Importante per i Nuggets anche il ritorno di Paul Milsapp che ha deciso di continuare l’avventura con la squadra di coach Michael Malone.
Le aspettative sono alte a Denver dopo l’ultima clamorosa stagione. Riusciranno Jokic e Murray a guidare nuovamente i compagni ad un’altra emozionante cavalcata?

Portland Trail Blazers
Dopo l’annata 2019/20 di sofferenza, con i playoff agguantati in gran rimonta e solo all’ultimo respiro nella bolla di Orlando, a Portland si punta a fare sul serio quest’anno. I Blazers sono stati infatti una delle franchigie che si è mossa meglio sul mercato. La squadra, che gode già di un’ottima base di partenza composta dal trio Lillard-McCollum-Nurkic, si è notevolmente rinforzata con gli arrivi in off season di Robert Covington, Enes Kanter, Harry Giles, Derrick Jones Jr e le riconferme di Carmelo Anthony e Rodney Hood.
La franchigia dell’Oregon con queste operazioni esce allo scoperto, dichiarando all’intera lega le proprie intenzioni bellicose. Allenata da Terry Stotts, guidata in campo da Lillard e con un Melo in versione sesto uomo, Portland sarà una mina vagante, pronta ad approfittare degli eventuali passi falsi delle favorite.

Minnesota Timberwolves
Rimane un grande punto interrogativo su Minnesota. Come ogni precampionato i T’Wolves sembrano pronti a fare il grande passo, salvo poi perdersi nel corso della stagione, finendo così col deludere le aspettative di tifosi e addetti ai lavori.
A Minneapolis sono tutti pronti a godersi la coppia Russell-Towns, che causa Covid-19 ha potuto giocare poco assieme. Duo al quale va aggiunto Anthony Edwards, prima scelta assoluta al draft di novembre.
Il ritorno a casa di Ricky Rubio porterà maggior esperienza ad una squadra fresca, allenata dal 34enne Ryan Saunders, coach più giovane dell’intera lega.
Il potenziale sulla carta c’è, al campo il verdetto finale.

Oklahoma City Thunder
Dopo anni in cui eravamo abituati ad indicare i Thunder come contender, la franchigia guidata dal GM Sam Presti è entrata ufficialmente in rebuilding. In questa breve off season un’intera squadra è stata ceduta in nome delle “first round picks”: dal nostro azzurro Danilo Gallinari, passando per Chris Paul e Dennis Schröder, fino ad arrivare a Steven Adams, ultimo baluardo della vecchia guardia. La squadra, affidata al giovanissimo coach Mark Daigneault alla prima esperienza da capo allenatore in NBA, baserà la rinascita sul trio Gilgeous-Alexander, Bazley e Dort, oltre che sulle oltre 30 scelte accumulate fino al 2027.
Si prospetta una stagione buia ad OKC, nella quale l’intera attenzione sarà rivolta alla crescita dei giovani in squadra e ai prospetti per il draft.

SOUTHWEST DIVISION

Memphis Grizzlies 
Stagione importante per i giovani Grizzlies che avranno l’arduo compito di riconfermare quanto fatto l’ultima annata. Guidati da Ja Morant, vincitore del premio rookie dell’anno, Memphis proverà dunque a ripetere quanto fatto l’anno scorso, quando sfiorò un inaspettato ingresso ai playoff. La squadra è grosso modo la stessa, con l’aggiunta di Tillman al draft e la riconferma di Tolliver come operazioni principali effettuate nella finestra di mercato.
Il compito è arduo e la concorrenza agguerrita. Vedremo come questo gruppo, capitanato dalla freschezza di Morant, Jackson e Clark oltre che dall’esperienza di Valanciunas, se la caverà nel selvaggio West.

Dallas Mavericks
Grandi protagonisti in questa off season i Mavs di Mark Cuban. Il front office di Dallas ha cercato di allestire la miglior squadra possibile da cucire su Luka Doncic. Il fenomeno sloveno, insieme a Porzingis, rappresenta il presente ed il futuro della franchigia, che dopo aver riassaporato il sapore della post season la scorsa stagione, punta a fare uno step ulteriore e infastidire maggiormente le due losangeline.
I Mavs si sono mossi benissimo fin dalla notte del draft quando hanno selezionato Josh Green, Tyrell Terry e Tyler Bey. La stessa notte hanno acquistato da Philadelphia Josh Richardson, giocatore perimetrale perfetto da affiancare a Doncic. A fare il percorso inverso è stato invece Seth Curry, che saluta il Texas dopo aver portato il suo prezioso contributo la scorsa annata.
Da segnalare anche le importanti riconferme di Trey Burke e Willie Cauley-Stein che hanno deciso di prolungare la propria permanenza in quel di Dallas alla corte di Rick Carlisle.
Le aspettative quest’anno sono quindi alte per Dallas, che con un roster profondo e talentuoso dovrà dimostrare di potersi ritagliare uno spazio da primi della classe.

New Orleans Pelicans
Aria di cambiamento a Nola. Dopo una stagione deludente, che ha visto i Pels eliminati nella bolla dalla corsa playoff, la dirigenza ha deciso di sollevare dall’incarico di allenatore Alvin Gentry, per affidare la panchina a coach Stan Van Gundy. Durante la finestra di mercato è stato ceduto Jrue Holiday a Milwuakee, mentre sono atterrati in Lousiana Eric Bledsoe (proprio dalla trade per Holiday) e Steven Adams. Il centro neozelandese, ex Oklahoma City, formerà una coppia rocciosa sotto canestro con Zion Williamson, che renderà difficile agli avversari segnare nel pitturato.
Il rinnovo di Ingram in free agency conferma la volontà di puntare sui giovani e di aprire un nuovo ciclo in quel di New Orleans.
L’ago della bilancia sarà Williamson: se l’ex Duke riuscirà a restare sano i Pelicans potranno togliersi molte soddisfazioni già quest’anno, altrimenti in una Western Conference che non regala niente a nessuno, la vita per Melli e compagni sarà dura.

San Antonio Spurs 
Situazione particolare a San Antonio. Gli Spurs sembrano entrati in un limbo dal quale non sarà facile uscire. Dopo il record infranto di 22 stagioni consecutive ai playoff, la squadra di Gregg Popovich si trova a dover pianificare una ricostruzione. Percorso però difficile da intraprendere avendo ancora in squadra LaMarcus Aldridge e Demar DeRozan. Gli Spurs speravano di riuscire a cedere entrambi i giocatori durante questa off season, ma ogni speranza è risultata vana. Ad oggi San Antonio si ritrova con un roster troppo debole per puntare ad un posto playoff, ma troppo forte per tankare. In questa situazione si dovrà districare Popovich, rimasto alla guida della squadra, per trovare una soluzione che possa dare nuova linfa ad una franchigia in cerca di nuovi talenti dopo l’era dei “big three”. Si prospetta dunque una stagione anonima per la franchigia texana.

Houston Rockets 
Situazione calda ed in costante evoluzione in casa Rockets. L’eliminazione cocente al secondo turno playoff per mano dei Lakers ha lasciato strascichi nello spogliatoio di Houston. Mike D’Antoni ha rinunciato all’incarico di head coach, affidato poi a Stephen Silas. Il GM Daryl Morey si è dimesso per accasarsi a Philadelphia e ad inizio dicembre è stato scambiato Russell Westbrook, arrivato solo un anno prima da OKC in cambio di Chris Paul. Nella trade che ha portato Westbrook a Washington, a Houston è approdato John Wall, il quale, nei piani della dirigenza Rockets, dovrebbe affiancare James Harden. Condizionale d’obbligo poiché sul “Barba” ci sono ancora molti interrogativi. Voci insistenti parlano infatti di un Harden non più contento a Houston e desideroso di una nuova avventura altrove.
In questo clima di incertezza che ruota intorno al numero 13, il nuovo front office dei texani ha cercato di costruire il nuovo roster. All’addio di Westbrook si aggiunge quello di Covington, mentre in entrata oltre a Wall sono da sottolineare le firme di DeMarcus Cousins e Christian Wood in free agency, che sulla carta renderebbero il roster competitivo. In attesa di scoprire il futuro di Harden, i Rockets si candidano come possibile outsider ad Ovest, pur sapendo che l’eventuale trade del “Barba” – anche a stagione in corso – cambierebbe il corso dell’intera annata.

PACIFIC DIVISION

Sacramento Kings
Si appresta ad iniziare una nuova stagione di sofferenza a Sacramento. Anche in questa off season la dirigenza dei Kings si è fatta riconoscere con una serie di operazioni senza senso. Su tutte l’aver perso a zero Bogdan Bogdanovic, accasatosi ad Atlanta, non avendo pareggiato l’offerta contrattuale degli Hawks. Una scelta quantomeno discutibile, che ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi di Sacramento e che ha rovinato quanto fatto di buono la notte del draft, con la scelta di selezionare Tyese Haliburton.
Perso anche Harry Giles, i Kings si sono coperti con il ritorno dopo 8 stagioni di Hassan Whiteside. Il centro ex Miami e Portland, che ha firmato un annuale al minimo salariale, ha deciso di rimettersi in gioco nella franchigia che lo scelse al Draft nel 2010, sperando di ritrovare la miglior versione di sé.
Il rinnovo al massimo salariale da 163 milioni di dollari firmato da De’Aaron Fox pone le basi per il futuro di una franchigia che da troppo tempo vaga senza una meta precisa e che sembra destinata ad un’altra annata priva di soddisfazioni e sul fondo della classifica.

Phoenix Suns 
È arrivato il momento di fare sul serio in Arizona. Dopo diverse stagioni complicate e senza l’accesso ai playoff, si preannuncia un anno ricco di divertimento a Phoenix.
I Suns sono stati tra i team più attivi in off season, con il grande colpo Chris Paul come ciliegina sulla torta. L’acquisto di CP3 è un segnale che la dirigenza di Phoenix ha voluto mandare a tutta la lega e ai suoi giovani Booker ed Ayton: da quest’anno si gioca per vincere.
Oltre a Paul sono arrivati ai Suns anche Langston Galloway, Abdel Nader, E’Twaun Moore e Jae Crowder per rafforzare una second unit che dovrà dar man forte al quintetto titolare.
In uscita si sono invece registrate le partenze di Ricky Rubio, Kelly Oubre Jr e Frank Kaminski.
Le aspettative sono dunque alte a Phoenix quest’anno e l’obiettivo dichiarato è quello di strappare il pass valido per i playoff, che mancano ormai dalla stagione 2009/10.

Golden State Warriors 
Risorgere. Con questa parola si può riassumere cosa ci si aspetta dai Warriors quest’anno. La neo squadra dell’azzurro Nico Mannion, scelto dalla franchigia di San Francisco al draft con la pick #48, vorrà rialzarsi dopo una stagione da dimenticare chiusa con il peggior record della lega a causa degli infortuni accorsi a Steph Curry e Klay Thompson.
In off season, la notte del draft oltre a Mannion è stato selezionato con la pick #2 il centro James Wiseman, mentre via trade è stato acquistato Kelly Oubre Jr. L’arrivo di quest’ultimo è strettamente collegato ad una pessima notizia in casa Warriors. Infatti l’ex Suns si è trasferito nella baia per sostituire Klay Thompson, che durante un allenamento individuale ha riportato il secondo infortunio grave consecutivo: la rottura del tendine d’Achille della gamba destra. Dopo aver interamente saltato la scorsa stagione, lo splash brother sarà dunque costretto a restare ai box anche quest’anno, ridimensionando così le ambizioni dei Dubs.
Tutta la pressione sarà ora sul trio Curry-Green-Wiggins che dovrà prendersi sulle spalle l’intera squadra e provare a trascinarla ai playoff, compito non facile in una Western Conference di altissimo livello.

Los Angeles Clippers 
Usciti con le ossa rotte dalla bolla di Orlando, i Clippers sono immediatamente chiamati al riscatto. La prematura eliminazione al secondo turno playoff per mano dei Denver Nuggets dopo esser stati avanti 3-1 nella serie, ha scatenato l’ira del proprietario Steve Ballmer che ha silurato coach Doc Rivers, sostituito dal vice Tyronn Lue.
Durante la finestra di mercato i Clips han pure dovuto subire lo smacco da parte dei cugini, che si sono assicurati le prestazioni di Montrezl Harrell, sesto uomo dell’anno. Ceduto a Brooklyn invece Landry Shamet, in una trade a tre squadre, che ha visto arrivare a Los Angeles Luke Kennard da Detroit.
Per sostituire Harrell i Clippers han chiuso l’acquisto del lungo Serge Ibaka, uno dei prezzi pregiati sul mercato in uscita da Toronto, al quale si aggiunge Nicolas Batum, giunto a L.A. dopo esser stato tagliato da Charlotte.
C’è stato tempo anche per i rinnovi in casa Clippers, a partire da quello di Marcus Morris, che da free agent si è accordato per un nuovo contratto da 4 anni a 64 milioni di dollari. Prolungamento invece per Paul George, che pochi giorni dopo aver dichiarato di voler restare ai Clippers fino al termine della carriera ha firmato per ulteriori 5 anni al massimo salariale, ovvero 226 milioni di dollari.
L’intera stagione passerà però dalle mani di Kawhi Leonard, vero leader tecnico della squadra. L’obiettivo sarà quello di togliere ai cugini la supremazia cittadina e il titolo NBA.
Tanti gli interrogativi in questo precampionato. Riuscirà il trio Leonard-George-Ibaka a sopperire all’assenza di un vero playmaker a roster? Rivedremo un Lou Williams versione sesto uomo dell’anno o soffrirà ancora la presenza delle due stelle? Al campo la risposta.

Los Angeles Lakers 
I campioni in carica, la squadra da battere. Dopo la vittoria del titolo che mancava da dieci anni i giallo-viola puntano al repeat con il duo James-Davis a guidare la squadra di coach Vogel.
Se il roster era già ampiamente competitivo, il GM Rob Pelinka ha deciso di migliorarlo ulteriormente con acquisti di elevata caratura. All’arrivo di Harrell di cui abbiamo già parlato, si aggiungono quelli di Dennis Schröder, Wesley Matthews e Marc Gasol.
Lontani da Los Angeles proseguiranno invece le carriere di Danny Green, Javale McGee, Dwight Howard e Rajon Rondo.
Sulla carta i Lakers, con questi innesti, son dunque una squadra migliore dell’anno scorso e sembrano intenzionati a monopolizzare la lega per diverse stagioni considerando il rinnovo di Anthony Davis per cinque anni ed il prolungamento di Lebron James fino al 2023.
Ora la palla passa al campo, che come sempre sarà il vero giudice supremo.

POWER RANKING:
1. Los Angeles Lakers
2. Los Angeles Clippers
3. Portland Trail Blazers
4. Dallas Mavericks
5. Denver Nuggets
6. Houston Rockets
7. Phoenix Suns
8. Utah Jazz
9. Golden State Warriors
10. New Orleans Pelicans
11. Minnesota Timberwolves
12. Memphis Grizzlies
13. San Antonio Spurs
14. Oklaoma City Thunder
15. Sacramento Kings