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Orlandina-Barcellona: il derby è ancora una volta biancazzurro! Rimonta incredibile nell’ultimo quarto

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“Non fare un film su questo derby, sarebbe un sacrilegio, Spike Lee” ci si potrebbe ricollegare a questo tweet di un tifoso dell’Orlandina per capire, sin da subito, cosa sia successo ieri al PalaFantozzi (ph: Joe Pappalardo, www.orlandinabasket.it).

Facile intuire nei giorni precedenti la tensione, l’attesa spasmodica, l’entusiasmo che si percepiva nei due paesi, accomunati nel giorno del derby più che mai da una passione straordinaria verso la propria squadra e verso questo sport.

Un derby è una partita diversa dalle altre sotto mille aspetti, coinvolge tutti: dai sostenitori più accaniti a quelli abituali, da quelli più scaramantici che potrebbero addirittura vestirsi allo stesso modo dell’ultimo derby vittorioso ai semplici innamorati della pallacanestro che vivono nel comprensorio, un derby fa venire al palazzetto tanta gente per la prima volta. Un derby è un derby.

Questo Orlandina-Barcellona, in particolare, è stato un derby bellissimo, storico e probabilmente unico per quanto successo sia fuori che dentro il campo. Le tribune del PalaFantozzi, riempite in ogni ordine di posto come mai successo prima (record spettatori di sempre, circa 3500) contavano anche circa 600 sostenitori giallorossi, giunti dalla città del Longano sulle ali dell’entusiasmo grazie alla vittoria di domenica, nell’altro derby siciliano contro Trapani.

L’Upea, che ha vissuto i primi giorni della settimana in modo turbolento a causa del tormentone mediatico post-Ferentino ma anche per colpa dell’infortunio di Basile, è arrivata al giorno del derby col pronostico leggermente a favore suo, ma probabilmente più per il posto occupato in classifica che per altro.

Prima della palla due, le due tifoserie hanno regalato uno spettacolo senza precedenti, con lo splendido colpo d’occhio tutto giallorosso nella parte superiore della tribuna numerata, e con la tribuna di fronte, quella interamente di fede orlandina, in cui un migliaio di bandierine blu e le tanto discusse “figurine” Panini con la faccia di ogni giocatore dell’Upea hanno fatto sorridere tutti, forse anche il presidente Bonina a cui gli ultras paladini hanno dedicato principalmente la loro coreografia: “Noi le figurine, voi il figurino”. E poi tanti altri striscioni sugli spalti: da quello di supporto al coach di Ferentino (“Gramenzi uno di noi”) a quelli più ironici su Pozzecco. Un mix di colori pazzesco.

Andiamo finalmente alla partita: le due squadre cominciano a tirare con percentuali altissime, soprattutto da fuori. L’inizio è infatti caratterizzato da parecchia intensità, con Barcellona che prende tiri sempre ben costruiti e l’Upea, sin da subito, costretta a rincorrere. E inizialmente ci riesce bene, grazie al talento offensivo di un ritrovato Mays e qualche canestro di un ottimo Portannese. Ma Barcellona fa di più: coinvolge in attacco tutti, a turno Filloy, Ganeto, Maresca e Natali si rendono protagonisti dei canestri che forniscono il primo allungo sui padroni di casa. Poi un timeout permette qualche attimo di riposo, con Pozzecco che si chiarisce le idee ma questa volta, causa l’assenza di Basile per infortunio, non potrà pescare dalla panchina un uomo così esperto come lui. Lecito attendersi allora l’utilizzo dei più giovani, Laquintana e Ciribeni: i due entrano in campo con tanta concentrazione e anche in maniera spregiudicata; per qualche azione, Ciribeni si ritrova a difendere anche su Alex Young. Il tabellone con loro due in campo dà ragione, per qualche minuto, alla scelta forzata di Pozzecco. Poi, complice la difficoltà al tiro di Nicevic e le sortite offensive di Collins e compagni, Barcellona torna a mettere il naso avanti fino a chiudere sul +2 a fine primo tempo.

Nell’intervallo lungo c’è stato tempo per pensare, riflettere e capire quali potevano essere le chiavi della partita. L’impressione è stata quella che Barcellona avesse una marcia in più, soprattutto in attacco, dove l’Upea invece faticava. Ed in effetti è così. Al ritorno dagli spogliatoi la Sigma inizia a scavare un solco importante: Calvani è bravo ad approfittare della situazione falli dell’Upea, e sceglie di giocare i palloni su Fantoni e Young per far commettere il quarto fallo sia a Nicevic e Portannese. A dire il vero l’Upea riesce a contenere in difesa, e i falli “pesanti” arrivano proprio da due azioni in cui il fischio era facilmente evitabile. Il piano tattico è servito: Pozzecco è costretto a rimettere in campo Benevelli e Laquintana, con le rotazioni che cominciano a scarseggiare.

Barcellona prende così il largo, tra un canestro di Collins e una schiacciata di Young, che però non sembra essere in giornata al tiro (per lui 4/18 dal campo con 0/8 da tre). Per qualche minuto il PalaFantozzi ammutolisce, sugli spalti si sentono soltanto i cori giallorossi: la strada della vittoria sembra aver preso la via di Barcellona. Altro timeout. Il Poz non parla, guarda negli occhi i suoi, poi di nuovo in campo. Con Portannese e Nicevic. Ed è qui che cambia la partita: sotto di 14, l’Upea aumenta l’intensità della propria difesa, si affida a Mays che con una tripla ed una recuperata inizia a ridurre lo svantaggio.

Questa volta il timeout lo chiama Calvani, che vuole stemperare l’entusiasmo di casa e fermare il gioco. La Sigma però rientra in campo impauriita, comincia a sciupare palloni decisivi, sbagliando i passaggi d’appoggio per i lunghi o prendendo tiri senza la fluidità vista nei precedenti attacchi. La partita perfetta di Barcellona dura 35 minuti, poi bastano 3 minuti di follia dell’Upea per riuscire ad impattare. La fotografia del match è il canestro ritrovato da Nicevic col solito gioco in pick and pop, questa volta con Soragna vista l’assenza del Baso. Nicevic ritrova i due punti e, addirittura, grazie ad un recupero e conseguente schiacciata di Archie, l’Orlandina si porta sul +2.

Nel finale l’Upea manda in delirio i propri tifosi, allungando fino ad un improbabile ed impronosticabile +12. Il basket è questo, è imprevedibile. Il basket è gioie ma anche dolori immensi. Vince Capo d’Orlando 74-62 grazie ad un Mays strepitoso (26 punti e 8 assist) con 3 bombe decisive nell’ultimo quarto. Archie, l’altro protagonista della rimonta (parziale di 28-2), chiude con 19 punti e 10 rimbalzi.

Le parole di Pozzecco nel post-partita: “Sotto di 14, non esiste un qualcosa di tecnico che io abbia potuto fare. Sono semplicemente entrati in campo 5 leoni e l’hanno vinta”

Calvani, invece, prima fa i complimenti all’Upea e poi racconta la sconfitta: “Abbiamo mollato mentalmente e pensato che la partita fosse finita. Il tema delle palle perse credo che c’abbia veramente ammazzato: con 23 palle perse non vinci da nessuna parte, né in casa né fuori.”