Fortitudo Bologna, ora o mai più! I tre tenori chiamati a lasciare il segno
Due scudetti, due Supercoppe italiane, una Coppa Italia, undici anni di Eurolega e diciotto partecipazioni complessive alle competizioni europee. La Effe è chiamata ad uno scatto d’orgoglio per ribaltare le sorti di una stagione iniziata al di sotto di ogni aspettativa. Lo chiede la storia, la città, una tifoseria, tra le più encomiabili per calore, che mai ha fatto mancare il sostegno e l’incitamento alla squadra.
Fanalino di coda del massimo campionato italiano con un solo successo in otto gare e partita con un passo falso all’esordio nella Basketball Champions League, la Fortitudo sta vivendo un periodo tutt’altro che fortunato anche a causa degli infortuni che hanno colpito, uno ad uno, tutti i componenti più importanti del roster di Meo Sacchetti. I supporters biancoblù hanno raggiunto il limite di sopportazione, non solo per le continue débâcle, ma anche per l’atteggiamento di una squadra che sembra tirare i remi in barca alle prime difficoltà. Il primo nome sul banco degli imputati è quello del coach pugliese. L’allenatore degli emiliani non è ancora riuscito a lavorare con il gruppo al completo e sta avendo delle difficoltà nel trovare i giusti assetti tattici e ad incastrare tra di loro tutti i vari tasselli che compongono il puzzle di una formazione, quella bolognese, che fatica a far propri i concetti di gioco dell’ex tecnico della Vanoli, fatti di transizione offensiva veloce, corsa e istintività.
La Lavoropiù fa acqua da tutte le parti. La difesa è vulnerabile con gli oltre 87 punti di media subiti a gara; l’attacco non trova coralità e si affida soltanto alle individualità. Adrian Banks, Ethan Happ e Pietro Aradori rispettivamente primo, secondo e terzo nella classifica dei marcatori della passata stagione, stanno avendo un rendimento al di sotto dei loro standard e non possono nemmeno contare sul contributo delle seconde linee della squadra, alcune ancora acerbe per calcare il palcoscenico della Serie A. La guardia americana e il centro ex Olympiacos hanno abbassato le loro medie realizzative di ben 6 punti rispetto a quelle a cui stavano viaggiando nelle precedenti esperienze a Brindisi e a Cremona; l’ala azzurra, invece, sta vivendo di alti e bassi: a performance di assoluto livello, come quella contro l’Olimpia Milano da 24 punti messi a referto, alterna prestazioni senza lasciare il segno.
Le prime sfide hanno messo in evidenza alcune lacune degli emiliani che, oltre a patire la perdita sugli spalti del pubblico amico, sesto uomo in campo nelle partite in casa, soffrono la mancanza di chili nel pitturato e avrebbero bisogno di una valida alternativa ad Happ, per permettere al prodotto di Wisconsin di rifiatare e, allo stesso tempo, alla guida tecnica di variare le soluzioni tattiche da proporre durante le gare, sia nella metà campo difensiva, che offensiva. Per provare a sopperire all’assenza di un centro dalla notevole prestanza e forza fisica è arrivato da poche settimane quello che, in casa Effe, potrebbe diventare il collante perfetto da inserire tra il reparto “piccoli” e quello dei “lunghi”. L’asso nella manica di Sacchetti, per uscire dal momento di crisi e ritrovare il sorriso, risponde al nome di Wesley Saunders. Giocatore duttile, il jolly californiano, che ben si è comportato nel derby perso contro la Virtus con un più 28 nella casella della valutazione, è in grado di “sporcare” tutte le voci statistiche e ha l’attitudine per ricoprire più ruoli sul parquet: sa portar palla e dispone di un’ottima visione di gioco, va forte a rimbalzo, ha punti nelle mani ed è capace di punire gli avversari in post-basso.
Menzione d’onore per Matteo Fantinelli, l’unica nota lieta in questo avvio complicato. Il playmaker italiano dimostra, alla terza stagione in maglia biancoblù, di aver tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista nel basket che conta e di incarnare pienamente lo spirito del mondo fortitudino fatto di grinta, di tenacia e di sudore. Anche i numeri sono dalla sua parte: il regista classe ’93 risulta essere il migliore degli emiliani per rendimento con i suoi 14.3 punti, 4.5 rimbalzi e 4 assist a gara, conditi da 2 recuperi e una valutazione media di 21.5.
La pausa nazionali è assolutamente propizia in casa Lavoropiù; una sosta utile per svuotare l’infermeria, recuperare a pieno regime i giocatori rimasti acciaccati nel corso degli ultimi match e lavorare sodo in palestra, soprattutto nella fase di non possesso. L’obiettivo è quello di costruire un’identità di squadra chiara e precisa per permettere ai vari interpreti di esibirsi al meglio e che sia in grado di esaltare le caratteristiche di un quintetto, potenzialmente tra i più forti del campionato. Nel bene e nel male il destino della Effe è nelle mani dei suoi leader, invitati a ritovarare la vena realizzativa che da sempre li ha contraddistinti, a prendersi le responsabilità nei momenti che contano e ad indicare la giusta strada ai compagni.
Tra due settimane l’occasione di uscire dal tunnel nel match del “si salvi chi può” contro la Pallacanestro Brescia. La Fortitudo chiama a gran voce i suoi tre tenori. Risponderanno presente?